Rainbow Six Siege: Operation Phantom Sight - anteprima
Scopriamo in anticipo tutti i dettagli sui nuovi operatori in arrivo.
Dopo due giorni di intensi match al vertice tra le migliori squadre professionistiche del globo, nella serata di domenica 19 maggio si sono concluse le finali della Pro League di Rainbow Six Siege, che alquanto inaspettatamente hanno eletto campione il Team Empire protagonista di una consistente rimonta al cardiopalma. La formazione russa ha superato la concorrenza degli statunitensi Evil Geniuses, abituati da tempo a giocare finali di un certo peso, al culmine di un evento tutto dedicato all'eSport che però, almeno per noi, assume un'importanza del tutto particolare.
Se infatti il movimento degli sport elettronici in Italia è ancora ai suoi albori, qualcosa sembra muoversi e lo certifica il fatto che Ubisoft abbia scelto come palcoscenico di queste finali la città di Milano, che ha ospitato la manifestazione tra le mura di un Palazzo del Ghiaccio colmo fino all'orlo di spettatori paganti, accorsi da tutta Europa per tifare i loro beniamini. La due giorni di competizioni, com'è ormai tradizione, ha fatto inoltre da sfondo ad alcuni attesi annunci sulla nuova stagione di Rainbow Six Siege, che ci è stata finalmente presentata nel dettaglio dal publisher transalpino.
Dopo che Operation Burnt Horizon ci aveva offerto un assaggio dell'entroterra australiano, la nuova espansione Operation Phantom Sight non tenta di proporre un vero e proprio tema, ma piuttosto si impegna a introdurre nuovi contenuti che possano ulteriormente arrichire il già variopinto roster di Rainbow Six Siege. Il DLC vedrà aggiungersi agli altri membri della squadra Six due operatori inediti, le cui abilità e caratteristiche non sono però del tutto sconosciute ai giocatori.
I nuovi effettivi sono un operatore d'attacco e uno di difesa, Nokk e Warden, rispettivamente una misteriosa specialista danese dall'identita sconosciuta e un pluridecorato agente americano dei servizi segreti. Sul campo, entrambi si pongono l'obiettivo di annullare determinati stratagemmi degli avversari con i loro gadget, che rendono immune Nokk alle telecamere di sorveglianza dei difensori e Warden alle granate flashbang e fumogene degli attaccanti.
Volendo cominciare proprio da Nokk, suscita curiosità la scelta del team di sviluppo di voler mantenere segreto il background narrativo dell'operatrice, su cui la community sta già costruendo teorie su teorie. Ad alimentare il mistero interviene l'aspetto estetico dell'agente danese, a dir poco singolare se consideriamo che Nokk assomigli più a un personaggio di un videogioco survival horror che a un classico operatore di Rainbow Six Siege.
Il suo gadget, il riduttore di presenza HEL, rispecchia il peculiare look dell'operatrice. Utilizzando la sua abilità, essa può rendersi completamente invisibile agli occhi di qualunque telecamera di sorveglianza a disposizione degli avversari, naturalmente con qualche eccezione. Se il riduttore di presenza è attivo e la specialista si aggira per la mappa camminando a velocità normale in piedi o accucciata, gli avversari non avranno alcun modo di scoprire la sua posizione. Non solo, proprio come Caveira i passi di Nokk non emetteranno alcun suono, finché l'HEL è attivo. Alcune azioni però, come camminare sul filo spinato, correre o sparare, creeranno degli evidenti disturbi che renderanno Nokk facilmente identificabile.
Per questo motivo, il miglior modo per opporre un counter a Nokk è quello di sfruttare ogni mezzo a disposizione per costringerla a generare questi disturbi che la rendono visibile attraverso le telecamere. Il primo espediente è sicuramente quello di coprire una vasta porzione degli obiettivi con il filo spinato, e oltre a ciò alcune scelte come Lesion, Frost e Clash renderanno molto più complicata la sopravvivenza di Nokk nel corso del match. L'operatrice è la perfetta sintesi tra Caveira e Vigil, due difensori le cui capacità saranno ora a disposizione anche del team assalitore.
Per quanto riguarda il suo ruolo nelle dinamiche d'attacco della sua squadra, Nokk è ideale per sorprendere dai fianchi i suoi avversari sfruttando la sua capacità di muoversi indisturbata dietro le linee nemiche. L'operatrice gode di due punti a velocità e due a corazza, un setup incredibilmente adatto al suo compito, anche se qualche perplessità nasce da un arsenale non propriamente in linea con quelli dei suoi colleghi assalitori, almeno in termini di potenza di fuoco.
Nokk, come Warden, può disporre di armi già introdotte da precedenti espansioni ma non ha accesso a quei fucili d'assalto classici che caratterizzano i membri del team d'attacco. Le armi principali sono nient'altro che il fucile a pompa SIX12-SD, già in possesso di Ying e Lesion, e la mitraglietta FMG-9, quella utilizzata da Smoke, che però è un difensore. Tra le armi da fianco troviamo le pistole 5,7 USG e la D-50, mentre completano l'equipaggiamento la mina Claymore e la carica d'irruzione.
L'altro operatore introdotto con Operation Phantom Sight è Warden, che confermando quello che abbiamo già espresso sulla mancanza evidente di un tema di fondo per questa espansione, ha davvero poco in comune con Nokk. Collinn "Warden" McKinley ha trent'anni di esperienza nei servizi segreti statunitensi, e il suo design è in linea con quello di un tipico colletto bianco di Washington. Oltre al completo d'ordinanza, l'operatore può contare sugli occhiali smart Colpo d'Occhio, un gadget che limita gli effetti negativi delle granate tattiche in dotazione agli assalitori.
Nell'intervallo di attivazione degli occhiali, Warden non viene accecato dalle flashbang e può vedere attraverso le cortine fumogene, rispondendo prontamente alle irruzioni degli avversari. Il gadget può essere utilizzato anche mentre si è accecati e permette di recuperare la vista istantaneamente, per la sopresa di chi si aspettava la facile uccisione di un difensore inerme. L'unico limite all'utilizzo degli occhiali smart Colpo d'occhio, oltre al suo periodo di ricarica tra un'accensione e l'altra, è rappresentato dalla necessità di rimanere assolutamente immobili durante l'impiego: se Warden si muove, dopo poco perderà la possibilità di vedere attraverso il fumo.
McKinley è quindi un difensore prettamente statico, che occupa le aree all'interno degli obiettivi con la sicurezza di poter rispondere alle strategie degli assalitori. È un counter di tutti quegli operatori che fanno dell'utilizzo delle granate tattiche una componente principale del piano d'attacco, mentre presta il fianco ad avversari come Tatcher e IQ in grado di disattivare e localizzare il suo gadget. Warden è inoltre la nemesi di Glaz, con cui si troverà spesso in conflitto attraverso i banchi di fumo disposti proprio dal tiratore russo. Glaz, a differenza di McKinley, utilizza però un potente fucile di precisione, quindi è spropositamente avvantaggiato in questo tipo di confronto.
Anche nel caso di Warden, il loadout del nuovo operatore è composto nella sua interezza da armi introdotte nelle passate espansioni. L'operatore può scegliere tra la mitraglietta MPX e il fucile a pompa M590A1, un equipaggiamento in linea con quello tipico dei difensori. Le armi da fianco sono la SMG-12 e la P-10C, e tra gli altri accessori troviamo lo scudo portatile e il filo spinato. Il solo punto a mobilità e i tre a corazza sottolineano come McKinley sia specificatamente pensato per rimanere all'interno degli obiettivi.
Nell'attesa di poter mettere le mani sulle due nuove reclute del team Rainbow all'apertura del server TTS di Rainbow Six Siege, quello che emerge da questa prima analisi è un discreto interesse soprattutto nei confronti di Nokk e della sua abilità, che potrebbe avere un impatto rilevante sugli equilibri di gioco. Warden, almeno per il momento, ci sembra penalizzato dalla sensibilità al movimento dei suoi occhiali Colpo d'occhio, che lo costringono a rimanere immobile (e quindi vulnerabile al fuoco nemico).
Una prova più approfondita ci darà la possibilità di esprimerci con cognizione di causa sui nuovi operatori di Operation Phantom Sight e sul rework completo vissuto dalla mappa Café Dostoevskij, che non vediamo l'ora di esplorare nei suoi nuovi ambienti. A quasi quattro anni dal lancio, lo sparatutto tattico di Ubisoft continua a regalarci una buona dose di hype a ogni espansione, e forse questo è il sintomo più importante di come il supporto garantito dagli sviluppatori continui a fare centro, stagione dopo stagione.