Rainbow Six Siege: Operazione Chimera - Recensione
L'anno tre di Siege inizia nel migliore dei modi.
Come si usa dire, c'è sempre una prima volta, e per Ubisoft e Rainbow Six: Siege, questa prima volta è proprio Operazione Chimera. Prima volta, dopo ben due anni e 8 operazioni, come vengono chiamate le stagioni, in cui i contenuti aggiuntivi gratuiti introdotti non seguono i soliti schemi. Infatti, diversamente da quanto succedeva in passato, i due nuovi operatori sono entrambi attaccanti e appartengono a nazionalità già presenti, non viene aggiunta una nuova mappa e al suo posto è possibile godere di una nuova modalità PvE, seppur dalla durata di soltanto un mese.
I due nuovi operatori sono Finka e Lion, che non condivideranno soltanto il ruolo, quello degli attaccanti, o le statistiche, due di corazza e due di velocità, ma anche la tipologia della propria abilità, essendo in entrambi i casi globale: funzionando da qualunque luogo e su qualunque bersaglio coinvolto. Finka è affiliata al corpo speciale russo e la sua dotazione vedrà armi già utilizzabili dagli operatori degli Spetznaz, con l'unica eccezione dello Spear 308, un fucile d'assalto che vanta una stabilità molto elevata.
Il suo gadget peculiare, utilizzabile fino a tre volte per round, è una scarica di adrenalina, si attiverà su tutto il team e fornirà dei bonus di vario tipo per breve tempo: una sovra-cura di 20 punti, rianimazione in caso di atterramento, rinculo delle armi ridotto, effetti di stordimento e rallentamento attenuati. Sebbene ad un primo impatto possa sembrare eccessivamente generoso come buff, diversi saranno i counter in grado di bilanciare questo vantaggio, primi tra tutti Lesion e Echo in grado di interrompere istantaneamente il potenziamento con i rispettivi gadget. Un'ottima abilità che abbinata ad una buona coordinazione con il proprio team consente di effettuare dei push come mai prima d'ora è stato possibile.
Lion invece sarà legato allo schieramento Francese, ed esattamente come Finka coi russi ne condividerà la dotazione, se non per il V308: una versione modificata del classico vector con un caricatore abbastanza capiente di ben 50 colpi. Il suo gadget unico è il drone EE-ONE-D, sempre attivo e in grado di coprire l'intera mappa di gioco, disponibile anch'esso per tre volte a round. Quando Lion darà il comando, sullo schermo sia degli attaccanti che dei difensori, partirà un conto alla rovescia e al suo scadere per qualche secondo, ogni difensore che si muoverà verrà spottato dagli attaccanti che potranno vederne la sagoma anche attraverso le pareti. Quando questa scansione sarà attiva sarà dunque compito degli attaccanti cercare di costringere i difensori a muoversi, sfruttando anche granate a frammentazioni o stordenti mentre sarà premura dei difensori posizionarsi in zone sicure appena partirà il conto alla rovescia.
Entrambi i nuovi attaccanti risultano perfetti per chi è abituato a giocare con un team fisso, ma non altrettanto efficaci per chi si vuole affidare al matchmaking in solitaria, con il rischio di rendere queste abilità globali non troppo diverse da quelle efficaci solo su di noi. Buon tempismo e una buona coordinazione saranno la chiave per sfruttarle al massimo.
Immancabile inoltre la solita patch di inizio season che non soltanto punta a correggere gli eventuali problemi sorti, ma che ha anche l'obbiettivo di bilanciare il meta con cambiamenti mirati, come l'ennesimo nerf a Ela o un cambiamento alle statistiche di Blitz (ora 2 corazza e 2 velocità) per renderlo una scelta più appetibile, soprattutto considerando la particolare sinergia con Finka.
La vera novità di questa nuova season però è Outbreak, una modalità PvE a tre giocatori dalla durata limitata, disponibile per tutti i giocatori, introdotta in contemporanea al lancio di Operazione Chimera, ma che sarà giocabile soltanto fino al prossimo 3 aprile. La modalità prevede la scelta casuale di tre possibili missioni in cui dovremo affrontare delle creature simili a zombie in scenari molto particolari. La struttura delle missioni è molto simile a quella di Left 4 Dead, dove dovremo affrontare diversi incarichi, dal difendere una posizione all'uccidere semplicemente un nemico particolarmente tosto, con checkpoint dove poterci rifornire. Non mancheranno inoltre scorte e cure ad utilizzo limitato sparse per la mappa durante i diversi incarichi.
All'inizio della missione potremo selezionare tra 10 operatori, scelti naturalmente tra quelli più indicati a questa tipologia di attività, e alcuni sono stati persino modificati nell'equipaggiamento con lo scopo di renderli addirittura più utili. Quanto ai nemici, potremo contarne esattamente 5 tipologie: i Grunt, quelli più basilari che si limiteranno ad attaccarci corpo a corpo, gli Arieti, simili ai Grunt ma con delle sacche esplosive sulla schiena e in grado di distruggere pareti e infliggere ingenti danni, i Soppressori, che oltre a sparire a proprio piacimento potranno intrappolarci, gli Apex, che potranno accecarci momentaneamente e potenziare gli altri infetti e i Distruttori, delle creature più grosse, lente nei movimenti che si limiteranno a caricarci e che saranno quasi totalmente invulnerabili se non per uno squarcio sulla schiena.
Potremo optare tra due difficoltà, Normale e Pandemia, dove la seconda opzione risulta notevolmente più impegnativa per via del fuoco amico abilitato. In entrambi i casi però il gioco di squadra sarà di vitale importanza, in quanto molti degli incarichi difficilmente si riusciranno a completare se ci si impunta a voler giocare da lupi solitari. Per questo motivo sarebbe consigliato affrontare questa modalità in compagnia di amici, o comunque giocatori con cui poter comunicare e organizzarsi direttamente.
Sono inoltre stati introdotti i pacchetti Outbreak, che funzionano similmente ai Pacchetti Alpha e che ricompensano i giocatori con uno dei cinquanta oggetti cosmetici appositamente introdotti, senza la possibilità di trovare doppioni: ogni pacchetto ci darà sempre qualcosa di nuovo.
Outbreak, per quanto non sia nulla di estremamente complesso o mai visto prima d'ora, riesce ad essere una modalità molto godibile, perfetta per staccare dai classici match PvP di Siege, grazie ad un gameplay semplicemente diverso. Molto apprezzabile inoltre la cura posta non soltanto nel creare gli infetti, che riescono ad essere tutt'altro che anonimi, e le ambientazioni, comunque abbastanza ispirate, ma in generale ai dettagli, con dialoghi creati appositamente per i diversi operatori utilizzabili. Peccato soltanto per il framerate, che seppur non raggiungendo cali paragonabili a quelli di Caccia ai Terroristi, non riesce ad essere comunque solido.
Non troppo tempo fa Ubisoft ha affermato di voler supportare Siege per almeno un decennio, con l'obbiettivo indicativo di voler raggiungere il traguardo dei 100 operatori disponibili. Con Operazione Chimera è chiaro come il team di sviluppo sia intenzionato a mantenere la parola data, e se il futuro di questo titolo avrà in serbo operatori sempre ben pensati come i due appena introdotti e felici sorprese come Outbreak, i quasi 30 milioni di giocatori non potranno che gioirne e probabilmente aumentare in numero.