Ratchet & Clank: Rift Apart - recensione
Arriva Rivet!
Il team di Insomniac è senza alcun dubbio tra quelli che, negli ultimi anni, ha più saputo far parlare di sé. Prima con uno spettacolare Spider-Man, che oltre a riportare in vita l'arrampicamuri più famoso del mondo ha infranto ogni possibile record di vendita, successivamente con l'acquisizione da parte di Sony.
Infine, con il lancio di Playstation 5, proponendosi come primo studio first party a pubblicare un titolo degno della nuova generazione, ossia Ratchet & Clank: Rift Apart. Alte erano le aspettative che ruotavano attorno a questo progetto, tanto per l'elevato interesse nei confronti di un hardware che cela ancora molti segreti, quanto per l'atteso ritorno di una saga storica.
Il racconto inizia con una sfarzosa celebrazione dedicata interamente a Ratchet e Clank, con lo scopo, chiaramente, di ringraziare i due eroi per aver salvato l'universo per l'ennesima volta. Con la scusa di sfoggiare i talenti del Lombax, al giocatore viene proposto un simpatico tutorial utile per riprendere dimestichezza con i comandi di gioco.
A sorpresa Clank ha persino preparato un regalo per Ratchet: un Dimensionatore funzionante. Si tratta di uno strumento per viaggiare tra le dimensioni, cosa che dovrebbe servire al protagonista per ritrovare finalmente il suo popolo. Sfortunatamente, però, senza alcun invito si unisce alla festa pure il Dr. Nefarious, storico nemico dell'affiatato duo, che punta direttamente al dispositivo presentato da Clank.
Dopo una serie di scontri con il dottore e i suoi sgherri, però, la situazione precipita: il Dimensionatore si sovraccarica e da esso scaturisce un'esplosione violacea dalle conseguenze catastrofiche. Il tessuto della realtà è compromesso e squarci dimensionali si aprono ovunque, facendo collidere mondi e generando il caos più totale.
In seguito alla distruzione del marchingegno, Ratchet, Clank e il Dr. Nefarious vengono scaraventati in un'altra dimensione, dove la controparte di quest'ultimo è niente meno che l'Imperatore Nefarious. I due eroi vengono separati e il robottino, ferito e confuso, s'imbatte in Rivet, anch'essa una Lombax proprio come Ratchet e sua controparte in questa realtà. Al contrario del solito protagonista, lei presenta un pelo tendente al blu, il suo braccio destro è robotico e, invece della classica chiave inglese, impugna un martello.
Anche dal punto di vista caratteriale si distingue considerevolmente: Ratchet è un eroe interplanetario, Rivet è un membro della resistenza; lui è un inguaribile ottimista, sempre disposto ad aiutare il prossimo, lei è una testarda che diffida di ogni robot. Realtà differenti plasmano personaggi diversi, che hanno dovuto crescere e/o sopravvivere adattandosi alle circostanze.
Ben presto ci si rende conto come la reale protagonista dell'avventura sia proprio Rivet, il che rappresenta quella ventata d'aria fresca di cui si sentiva bisogno, perché i soli Ratchet e Clank non sarebbero più stati più sufficienti.
All'appello manca l'inevitabile controparte di Clank ma anche senza saperne nulla prima di iniziare l'avventura, eravamo certi che gli sviluppatori non avrebbero mai lasciato uno dei due Lombax viaggiare in solitaria. Detto questo, non vogliamo aggiungere altro né sui protagonisti, né sugli altri eventuali personaggi che s'incroceranno viaggiando tra i mondi e le dimensioni.
Nel gioco è presente anche una serie di missioni secondarie e arene in cui mettere alla prova le proprie abilità, che ricompensano il giocatore con collezionabili di vario tipo come bolt d'oro, spia-bot e armature. Un completamento del 100% ci ha richiesto circa sedici ore: ci saremmo aspettati qualche oretta in più ma, in tutta onestà, una volta completato il gioco ci siamo sentiti soddisfatti. La storia è ben narrata, i tempi gestiti nel migliore dei modi e l'intero racconto scorre con leggerezza.
Se dal punto di vista narrativo siamo stati ben contenti d'impersonare un nuovo personaggio, per quanto riguarda il gameplay ci consideriamo in parte delusi. I due protagonisti non sono intercambiabili e in alcuni mondi si usa Ratchet, in altri Rivet. Tenendo conto di ciò, ci è sembrata un'occasione sprecata il rendere questi due personaggi identici in termini di abilità, arsenale e progressione. L'unica differenza, come dicevamo prima, è l'arma da corpo a corpo impugnata ma l'utilità è la medesima. Sarebbe stato più entusiasmante vedere ad esempio Rivet, grazie al suo braccio meccanico, usare abilità distintive.
Ancora, venendo i due da dimensioni diverse, si potevano introdurre armi distintiva da abbinare a quelle invece condivise. Ma così non è e, parlando proprio delle bocche di fuoco, annotiamo che ne sono presenti quasi una ventina, un numero record se confrontato con le edizioni passate. I giocatori potranno scegliere tra armi storiche, come il Guanto del Fato che permette di evocare dei mini-bot che assaltano i nemici, rivisitazioni di vecchie armi come l'Irrigatore Botanico (che consiste in uno spruzzatore automatico che paralizza i nemici facendogli crescere addosso delle piante), o armi totalmente inedite come l'Acceleratore Negatronico, che dopo un breve caricamento spara un raggio laser inarrestabile.
Tutti questi strumenti di distruzione si sbloccano progredendo nel gioco e spendendo bolt nel negozio di Miss Zurkon. Utilizzandoli per infliggere danni, inoltre, essi aumentano di livello, fino al raggiungimento del quinto dove cambiano nome e ottengono un potere secondario, come la pistola a raffica che spara tre colpi per volta o il Funganza che evoca due funghi contemporaneamente. Con l'aumentare di livello si sbloccano anche dei piccoli potenziamenti, acquistabili singolarmente con il Raritanium, una risorsa sparsa per i mondi e che si presenta sotto forma di vistosi cristalli blu. Infine, giocando una nuova partita dopo aver completato il gioco, si sbloccheranno le armi di livello Omega, ossia le stesse di prima upgradabili però fino al decimo livello
Abbiamo apprezzato particolarmente le peculiarità del DualSense, che sono state perfettamente integrate all'interno del gameplay. Per fare alcuni esempi, con le granate si può premere il grilletto fino a metà corsa, dove il trigger adattivo oppone una certa resistenza per visualizzare la traiettoria di lancio, e successivamente completare il movimento per lanciare l'ordigno. O ancora, con l'Acceleratore Negatronico è possibile tirare a metà il grilletto per caricare il raggio e poi tirarlo del tutto completamente per fare fuoco.
Oltre alle armi sono presenti anche ben otto set d'armatura, ognuno diviso in tre pezzi: testa, torso e stivali. Una volta sbloccati, tipicamente come ricompense per attività secondarie o collezionabili nascosti, questi forniscono bonus di varia natura come danni ridotti o una maggiore quantità di risorse ottenibili.
Immancabili, infine, i classici gadget come gli stivali magnetici o gli hoverscarponi, che permettono a Ratchet e Rivet di camminare sui muri sfidando la gravità o di spostarsi velocemente per le aree di gioco. L'unica novità significativa è lo Scatto Phantom, che consente di effettuare un balzo durante il quale si è invulnerabili. Può sembrare banale ma, dato l'elevato numero di elementi a schermo, l'utilizzo di questo strumento può realmente fare la differenza.
L'intrecciarsi delle dimensioni è stato incredibilmente d'aiuto anche nel non rendere mai gli scontri noiosi. Non ha importanza in quale mondo ci si trovi, i nemici possono variare in un qualsiasi momento tra creature primitive, mostriciattoli insignificanti, pirati, sgherri normali, sgherri tamarri o scheletri. Il risultato è che il giocatore, soprattutto alle difficoltà più alte, deve più volte riconsiderare la propria strategia in termini di quali combo di armi utilizzare.
Invece della modalità Prestazioni, resa disponibile con la patch del Day One, abbiamo affrontato l'avventura del simpatico Lombax con quella Fedeltà, che blocca il framerate a 30 fotogrammi al secondo ma con ray-tracing attivo ed effetti generalmente migliorati. Un'analisi più tecnica senz'altro verrà svolta dal Digital Foundry, che saprà carpire al meglio i pregi e difetti dell'implementazione di questa tecnologia molto attesa, ma le nostre impressioni in merito sono tiepide.
Parliamoci chiaro, Ratchet & Clank: Rift Apart è visivamente notevole, con colori molto accessi, begli effetti di luce e ottimi particellari, chiari anche con decine di elementi a schermo. Il ray tracing però ci è sembrato generalmente sottotono se paragonato alla resa che si ottiene in titoli come Cyberpunk 2077 o Control. Questo considerando che, sfortunatamente, non ci è stato possibile effettuare un confronto con e senza l'utilizzo di questa feature.
Quanto al famigerato SSD, dobbiamo ammettere che è impossibile non chiedersi se in un gioco come Ratchet & Clank fosse così indispensabile. Si parlava di caricamenti istantanei quando si viaggia tra un mondo e l'altro, cosa probabilmente vera ma che perde di significato quando ogni volta è presente un piccolo intermezzo con l'animazione dell'atterraggio, espediente da sempre utilizzato per nascondere proprio i caricamenti delle mappe. Nelle aree più grandi gli elementi più distanti inoltre mostrano alle volte un effetto pop-in.
Nel corso dell'avventura si incontrano degli squarci dimensionali, che consentono di cambiare istantaneamente posizione all'interno della mappa, similmente a una classica abilità di teletrasporto. Altri invece sono intrecciati con la narrazione e il loro utilizzo segue le dinamiche del racconto, con il giocatore che può semplicemente assistere al susseguirsi degli eventi. In questi casi si passa realmente da un modo all'altro ma, trattandosi di transizioni controllate, non ci è dato sapere se si tratti di reali caricamenti di diversi mondi di gioco o di zone appositamente ricreate.
Nel corso dell'avventura viene introdotta anche una meccanica che consente al giocatore di muoversi tra due versioni della stessa ambientazione, collocate in dimensioni differenti. Il risultato è spettacolare ma in Titanfall 2 c'era una missione della campagna che offriva un'esperienza simile.
Infine dobbiamo anche segnalare i numerosi crash avvenuti durante l'avventura, soprattutto negli ultimi mondi, o passando alla dashboard della PS5. Sebbene l'operazione di chiusura e apertura del gioco sia quasi istantanea, speriamo che questi problemi siano del tutto risolti. La patch rilasciata in queste ore ha migliorato la situazione, ma non completamente
L'ultimo capitolo di Ratchet & Clank, risalente al 2016, iniziava a mostrare i segni del tempo. Dopo aver completato Rift Apart nella sua interezza, possiamo affermare che questo era proprio il rinnovamento che serviva al brand.
Insomniac ha confezionato un prodotto di grande qualità che, sebbene non sia esente da difetti, non smette mai di divertire dal primo all'ultimo minuto. Ratchet e Clank, ci ha fatto piacere rivedervi e non vediamo l'ora di poter giocare le prossime avventure insieme a voi e Rivet!