Raving Rabbids: Travel in Time
Ritorno al futuro per i conigli di Ubisoft.
Riuscire a trovare sfide sempre nuove e piacevoli non deve essere un compito facile, quindi alla fine dei conti il team Ubi merita comunque un applauso. Almeno dal punto di vista dell'inventiva ha ormai davvero poco da invidiare a quello Nintendo che ci ha regalato i vari Mario Party.
Devo dire che mi aspettavo un livello di difficoltà un po' più alto e invece i giochi sono mediamente un po' troppo facili rispetto ad altri titoli simili, ma il problema maggiore del titolo non è questo. Nonostante gli sviluppatori si siano sicuramente dati da fare per migliorare la reattività e la precisione dei controlli rispetto al precedente capitolo, il Motion Plus sembra non essere stato sfruttato al massimo e c'è ancora un po' di lavoro da fare.
Naturalmente, ma potrei quasi evitare di dirvelo, anche questo Raving Rabbids offre il meglio quando viene giocato in multiplayer, che in Travel in Time è disponibile sia in locale che online.
Anche l'interfaccia di gioco avrebbe richiesto qualche aggiustamento e un minimo di ottimizzazione in più. La navigazione tra i menu risulta a dir poco noiosa a causa di tempi di caricamento fin troppo lunghi.
Graficamente parlando non è che mi aspettassi chissà quale rivoluzione rispetto ai precedenti capitoli, per questo mi ha fatto piacere notare una maggiore cura nel dettaglio degli ambienti, che però non brillano certo per varietà, e più fluidità nelle animazioni dei personaggi. Certo, un coniglio sovrappeso è sicuramente più facile da animare rispetto a un qualsiasi eroe nerboruto e armato fino ai denti, ma non per questo il buon lavoro fatto non deve essere sottolineato.
Il sonoro si limita ai soliti motivetti di sottofondo, di tanto in tanto intervallati dagli ormai leggendari "BWAAAAAH" dei conigli. Non merita la nomination per la migliore colonna sonora dell'anno, ma poteva andarci molto, molto peggio.
Devo ammetterlo, dopo tutti questi anni la forte simpatia iniziale nei confronti dei conigli Ubisoft è nettamente scemata e nonostante Travel in Time non sia male come gioco, comincio a sentire la mancanza della famosa melanzana viola con mani e piedi.
Rayman, mi auguro di rivederti presto: è giusto che tu reclami nuovamente il posto nell'Olimpo dei videogiochi che ti eri faticosamente guadagnato.