Rayman Legends: Definitive Edition - recensione
Un'edizione definitiva, ma non troppo.
Rayman Legends è uno di quei casi più unici che rari nel panorama videoludico. Il sequel diretto dell'apprezzatissimo Rayman Origins, firmato sempre dalla sapiente mano di Michel Ancel, era stato inizialmente annunciato all'E3 2012 come esclusiva Wii U e titolo di lancio per la console Nintendo, salvo poi essere stato rinviato e riformulato come titolo multipiattaforma per Wii U, PS3 e Xbox 360 e PS Vita, facendo adirare non poco i fan Nintendo che avevano prenotato la console prima del lancio proprio sulla scia d'entusiasmo generata dal nuovo platform di Ubisoft.
A distanza di cinque anni da quegli accadimenti, il cerchio finalmente si chiude, ed i 'Nintendari' ricevono una parte di quell'amore che gli era stato sottratto, grazie a Rayman Legends Definitive Edition, una versione esclusiva per Nintendo Switch che si presenta sulla carte come la versione più completa e più appetibile rispetto a tutte quelle disponibili sul mercato. Ma sarà realmente così? Lo scopriremo nel corso di questa recensione, nella quale non ci soffermeremo molto sulle meccaniche di gioco, già ampiamente analizzate nelle rispettive recensioni delle versioni Wii U del 2013 e PS4 del 2014.
Indubbiamente, la definizione di 'Definitive Edition' pone questa versione come la più ricca, poiché nessuna delle edizioni per le altre piattaforme vanta tutti i contenuti presenti in questa per Switch. Tuttavia, questi contenuti non fanno di certo questo porting una versione irrinunciabile, specialmente per coloro i quali hanno già giocato il titolo di Ubisoft su altre console.
Introducendo brevemente il gioco, si tratta di un platform bidimensionale mosso dal motore UbiEngine che rappresenta quasi lo stato dell'arte del genere. Tutto è renderizzato meravigliosamente, dai fondali disegnati a mano, alle animazioni, all'illuminazione ed al brillante level design. Gli stage presentano una varietà davvero eccezionale e soddisfano sia il giocatore casual che quello hardcore mettendo alla prova anche le mani più esperte. Il menu principale è costituito da una sorta di galleria d'arte in cui i sei mondi di gioco (sbloccabili tramite i progressi dando così un buon senso di soddisfazione al giocatore) sono rappresentati da dipinti (un chiaro riferimento a Super Mario 64), dal quale potremo accedere anche alle modalità accessorie come i livelli musicali, quelli con Murfy e il Kung Foot.
L'esperienza di gioco è degna di nota, i livelli sono entusiasmanti, vari e pieni di collezionabili. La difficoltà e la tipologia degli stessi è variabile a seconda del mondo di gioco, ma arrivare sino al traguardo non sarà quasi mai un'impresa. Durante le traversate degli stage dovremo collezionare il Lum e salvare i simpatici Teensie. A seconda di quanti di questi collezionabili troveremo, alla fine del livello otterremo un punteggio totale che ci permetterà di aggiudicarci una medaglia di bronzo, d'argento o d'oro.
Neanche a dirlo, più il punteggio ottenuto sarà alto, e maggiore sarà velocità di sblocco di nuovi stage e skin aggiuntive nell'area Eroi. Rayman Legends ha una quantità spropositata di livelli che ci terranno impegnati a lungo, comprendenti una parte di stage originariamente disegnati per il capitolo precedente Origins; ma per completare ogni livello al 100 percento ci vorrà un bel po' di tempo e tanta concentrazione, aumentando non di poco la longevità della modalità principale. Ed oltre a questa, potremo cimentarci nella modalità multiplayer Kung Foot, nelle Sfide e nei livelli denominati "Il Tocco di Murfy.
Questi ultimi sono delle riproposizioni dei 14 livelli con la modalità originariamente disegnata per il titolo quando era ancora un'esclusiva Wii U. Murfy è un simpatico aiutante che ci aiuterà a sbloccare piattaforme, passaggi e piccoli puzzle ambientali. Su Wii U la creaturina si comandava tramite controlli touch sul paddone ed era possibile la co-op a due giocatori, ma sulle altre piattaforme questo non era ovviamente fattibile ed il suo controllo è stato automatizzato facendo perdere intuitività e fluidità alle sue manovre, specialmente nelle situazioni con più punti d'interazione. Su Switch, Murfy rimane con lo schema di controllo non-touch, ma avremo comunque a disposizione lo schema di controllo originario del Wii U in questi 14 livelli separati, quindi nel complesso sono tutti accontentati.
Rayman Legends: Definitive Edition contiene tutte le skin esclusive di ogni piattaforma, quindi avremo ad esempio Rayman in versione Assassin's Creed (esclusiva PS), Far Cry (Xbox One) o Splinter Cell (Xbox 360). Ci sono in tutto 34 skin giocabili aggiuntive, la maggior parte delle quali si sbloccherà collezionando un certo numero di Lum percorrendo i livelli. I livelli di Origins invece si sbloccano raccogliendo i Grattafortuna. Sono presenti in tutto 40 di Origins, ma il sistema di sblocco degli stessi può risultare un po' frustrante alla lunga, essendo legato a un fattore fortuna.
La versione definitiva per Switch vede pure un ampliamento della divertente modalità multigiocatore KungFoot, che ora offre la possibilità di giocare contro la CPU e di organizzare tornei, in locale sulla stessa console o su più console tramite WiFI, fino a otto squadre con i vostri amici (anche se il numero totale di giocatori contemporanei con più sistemi viene ridotto da cinque a quattro). Si tratta in pratica di un minigioco in cui ce le dovremo suonare di santa ragione con gli sfidanti cercando al contempo di insaccare il pallone nella rete avversaria. In compagnia degli amici è un vero spasso, e grazie alla versatilità di Switch e alla possibilità di giocare in due con una singola coppia di Joy-Con il tutto diventa ancora più immediato.
Ma ora occorre porci la domanda chiave di questa recensione: Rayman Legends per Switch è davvero la versione definitiva del gioco? Sul fronte dei contenuti, come esposto sopra, abbiamo diverse aggiunte, ma nessuna di esse rappresenta un 'game-changer' tale da far preferire l'acquisto rispetto ad altre versioni e men che meno ri-acquistare il gioco per chi lo avesse già consumato su altri lidi. Inoltre, mancano alcune feature uniche, tanto per dirne una quella delle versioni Wii U e Vita che permetteva di giocare in co-op nella modalità single-player.
Ma è sul versante tecnico che questo porting Switch si dimostra più inferiore. Uno dei problemi principali è indubbiamente l'eccessiva lunghezza dei tempi di caricamento, con alcuni livelli che richiedono fino a 16 secondi (!) per essere caricati, un tempo addirittura doppio rispetto a quello necessario alla versione Wii U da disco ottico. E ciò accade con il gioco digitale installato sulla NAND, che generalmente rappresenta sempre la soluzione più rapida nei caricamenti su Switch. Se installiamo il titolo su MicroSD le cose si aggravano, anche esponenzialmente qualora non possediate una veloce memoria UHS-I.
Questo problema è causato indubbiamente dall'aggressivo algoritmo di compressione adottato per questa versione, che riduce notevolmente lo spazio occupato dal gioco ad appena 2,9Gb (contro i 9Gb della versione PS4), rendendo meno problematico uno dei più criticati problemi della console ibrida di Nintendo, ovvero l'esigua quantità di storage interno. Ma questa scelta ha l'effetto collaterale di necessitare la decompressione degli asset durante i caricamenti, allungandone di molto i tempi (e ciò è sfavorito dai core Cortex della CPU Tegra X1 che non sono proprio fulminei...).
Un altro problema causato dalla compressione degli asset consiste in una leggera perdita di qualità dell'immagine, visibile soprattutto quando la telecamera zoomma sui personaggi ed in modalità portatile caratterizzata da risoluzione 720p. Capitano sporadicamente anche dei leggeri rallentamenti nell'azione di gioco, normalmente inchiodata sui 60fps, ancora una volta un problema imputabile alla decompressione al volo, visto che quando si ripetono le stesse sezioni dopo una morte, il problema non si verifica nuovamente.
Insomma, questi sono problemi che generalmente non rovinano il gameplay, e molti utenti non li noteranno nemmeno, ma non è un tipo di situazione che normalmente ci si aspetta da una versione definitiva da un platform 2D tutt'altro che impegnativo dal punto di vista tecnico (al giorno d'oggi), uscito originariamente quattro anni fa su console di scorsa generazione. All'atto pratico, si poteva fare meglio.
Infine, non si può non citare il fattore prezzo. Rayman Legends: Definitive Edition viene lanciato su Switch a €39,99. Per quanto questa sia la versione più completa mai uscita sul mercato, si tratta sempre di un titolo già disponibile da diversi anni su altre piattaforme su cui è acquistabile a prezzi di listino inferiori e dove spesso si trova in saldo (al momento si può acquistare a €29,99 su PS4 e €19,99 su Steam). Qualora fosse stata anche la versione tecnicamente superiore rispetto a tutte, un prezzo più alto, considerando anche i contenuti aggiuntivi (seppur non irrinunciabili) sarebbe stato accettabile, ma vista la situazione si poteva concordare almeno un prezzo in pari con quello delle console current-gen.
Concludendo, Rayman Legends: Defintive Edition, nonostante sia minato da qualche problema tecnico e da alcune lacune nel gameplay e nelle modalità di gioco, rimane uno dei migliori platform bidimensionali usciti negli ultimi cinque anni. I contenuti presenti in questo pacchetto sono davvero corposi, e terranno impegnati per un bel po'. La possibilità di giocare ovunque grazie alla natura unica di Switch rende la piattaforma Nintendo il posto più adatto per godere dei bellissimi livelli realizzati dalla mente di Michel Ancel, e chi si fosse perso questo piccolo capolavoro sulle altre piattaforme, non dovrebbe esitare a cimentarsi in questa magnifica avventura in versione definitiva per Nintendo Switch.