Razer Blackwidow Chroma - review
Una tastiera tutta "Made in Razer".
Le tastiere non sono al centro dell'attenzione dei videogiocatori: a fronte della disponibilità di un certo budget, la scelta di un nuovo acquisto ricade solitamente sul mouse e solo in casi di rotture e malfunzionamenti, sulla tastiera. Con la nuova Blackwidow Chroma, Razer sembra avere intenzione di cambiare questa regola proponendo un prodotto estremamente flessibile. Si parte da solide basi gettate nel 2010 con il primo modello, al quale ne sono susseguiti altri con upgrade più o meno importanti.
La novità più appariscente che caratterizza questa riedizione si può riassumere in una singola parola chiave: colore. Appena tolta dalla sua confezione, la Blackwidow Chroma non colpisce per un design particolarmente ricercato o innovativo. Le linee sono decisamente squadrate e il look sfoggia una semplicità disarmante, pur trattandosi di un prodotto gaming di Razer, quindi immediatamente riconoscibile.
Solo nel momento in cui la tastiera viene collegata al computer ci viene rivelata la sua vera particolarità, che consiste nella retroilluminazione di ciascun tasto mediante luci led RGB a 16,8 milioni di colori. Inoltre, tonalità, brillantezza ed effetti visivi (non molti, a dire il vero) sono interamente programmabili e personalizzabili mediante il software proprietario Synapse 2.0.
Le dimensioni seguono gli standard della categoria, senza aggiungere inutili orpelli che andrebbero ad aumentare l'ingombro; abbiamo tuttavia sentito la mancanza di un poggiapolsi morbido, molto utile per chi utilizzi in modo intensivo la tastiera anche per scrivere. Trattandosi di una keyboard meccanica, non bisogna stupirsi eccessivamente se il peso raggiunge il chilo e mezzo e se lo spessore della parte posteriore si aggira intorno ai 35 millimetri. Inoltre, i piedini integrati sotto la scocca possono essere estesi, arrivando a 5 centimetri di altezza dalla superficie della scrivania.
Il materiale che ricopre la superficie dei tasti restituisce un buon feeling al tatto e l'opacità della cornice che li circonda evita lo spiacevole effetto delle "ditate", contribuendo a mantenere un aspetto sempre pulito. Il cavo, racchiuso nella classica guaina protettiva in tessuto intrecciato, presenta un diametro piuttosto ampio e alla fine dei suoi due metri di lunghezza si sdoppia in due connettori USB e due jack 3.5mm, per cuffie e microfono. Razer ci offre quindi la possibilità di collegare eventuali dispositivi audio direttamente alla tastiera, contribuendo a tenere in ordine la nostra postazione e rendendo più agevoli le connessioni.
Sebbene la retroilluminazione non sia una caratteristica totalmente originale, dal momento che anche altri produttori hanno proposto soluzioni simili (un esempio su tutti, Corsair con la sua Vengeance K70), siamo rimasti decisamente colpiti dalla pressoché infinita quantità di combinazioni possibili. Qualora gli utenti volessero rimanere concentrati esclusivamente sullo schermo senza farsi distrarre dall'effetto "albero di Natale", sono liberi di scegliere la propria sfumatura preferita e bloccarla, regolando poi l'intensità.
Chi invece vuole donare un tocco più personale alla propria scrivania, potrebbe assegnare un colore diverso ad ogni singolo tasto o a gruppi di tasti, a seconda del gioco utilizzato. La modalità che però ha catturato maggiormente la nostra attenzione è stata quella che prevede l'illuminazione dei tasti solo nel momento della loro pressione, con un piacevole effetto di "fading out" che può essere modificato secondo tre impostazioni predefinite: corto, medio e lungo.
La seconda caratteristica peculiare riguarda i nuovi keyswitch prodotti appositamente dalla stessa Razer. Solitamente la quasi totalità delle tastiere meccaniche presenti sul mercato monta gli switch Cherry MX della ZF Electronics, conosciuta come Cherry fino al 2008 e rinominata in seguito alla sua acquisizione da parte del colosso tedesco ZF Friedrichshafen AG. La prima versione della Blackwidow, datata 2010, presentava i Cherry MX Blue (il nome del prodotto deriva dal colore del componente principale), una soluzione riproposta anche nei modelli del 2011 e del 2012.
Questi switch promettono una durata della vita pari a 50 milioni di pressioni applicabili con una forza di 50 grammi e un punto di attuazione pari a 2.2 millimetri (a 0.7 millimetri è settato il punto di reset). I nuovi Razer Green rompono la tradizione e aumentano di 10 milioni la loro durata, diminuendo contestualmente la profondità del punto di attuazione di 0.3 millimetri (1.9/0.4 millimetri) e rendendo di fatto la nuova Blackwidow Chroma più rapida e reattiva.
Durante i test ai quali è stata sottoposta, la tastiera di Razer si è sempre comportata in modo ineccepibile: la disposizione dei tasti è comoda e sono risultati tutti facilmente raggiungibili e attuabili col minimo sforzo, pur dando sempre una buona impressione di solidità. Torna molto utile, a tal proposito, un'altra funzione che l'azienda californiana mette a disposizione dei suoi clienti e che viene ormai inclusa in molte tastiere dedicate al gaming, l'anti-ghosting.
Il ghosting è un effetto indesiderato che affligge l'hardware delle tastiere e che preclude la possibilità di premere contemporaneamente un certo numero di tasti, rendendo talvolta impossibili alcune combinazioni con spiacevoli conseguenze. Grazie alla caratteristica sopra citata, i produttori di periferiche tentano di ovviare a questo problema creando dei gruppi di tasti (10 nella Blackwidow Chroma), che continuano a funzionare perfettamente anche se premuti in contemporanea. Va ricordato, ad ogni modo, che l'anti-ghosting non è sempre totale e che potrebbero sempre sussistere alcune difficoltà.
In definitiva Razer propone un altro prodotto di ottima qualità, assemblando novità interessanti su una base solida e collaudata: la Blackwidow Chroma è una tastiera massiccia, dalle linee semplici e squadrate ma al tempo stesso colorata e giocosa grazie alle sue infinite possibilità di personalizzazione cromatica. La piacevole estetica viene accompagnata da una tecnologia proprietaria Razer che traccia una linea di demarcazione piuttosto netta rispetto al passato e che propone un keyswitch migliorato, sulla carta più resistente, rapido e reattivo, ben supportato da una frequenza di polling a 1000hz.
Qualche difetto c'è: la mancanza di un poggiapolsi morbido renderebbe il suo utilizzo intensivo più comodo, il layout italiano non è disponibile e sopratutto il prezzo intorno ai 150-170 euro, un filo troppo elevato per non pensare di star pagando il marchio e non gli effettivi contenuti. Ma a parte questo, la Blackwidow Chroma rimane comunque un investimento di grande spessore, considerata l'ottima qualità costruttiva e tecnologica di questo prodotto completamente made in Razer.