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Razer Kishi V2. la recensione

Una nuova edizione per il controller mobile di Razer.

Il mobile gaming è una realtà affermata da molto tempo, in concomitanza con la sempre maggiore potenza dei dispositivi portatili come console ma anche i cellulari, la diffusione di bei titoli da giocare “on the move” ha reso i nostri smartphone sempre più piattaforme da gioco. A onor del vero, i controlli touch che in passato hanno sempre caratterizzato la realizzazione di titoli nuovi o l’adattamento di quelli più datati, non hanno mai funzionato granché bene se non in determinate situazioni. Giochi complessi in cui è necessario avere più tasti a disposizione ma soprattutto un controllo preciso delle otto direzioni sono spesso il risultato di un compromesso poco soddisfacente.

Ecco perché le console da gioco portatili integrano dei controlli dedicati a cui si stanno ispirando vari produttori per realizzare dispositivi pensati per integrarsi direttamente con gli smartphone Android capaci di far girare giochi molto complessi. Una di queste è il Kishi V2, ovvero la riedizione del dispositivo che Razer ha lanciato qualche anno fa proprio per soddisfare le esigenze dei giocatori in mobilità per l’utenza Iphone. La nuova versione è pensata per i dispositivi Android e garantisce la compatibilità con una ampia lista di smartphone che include Samsung Galaxy S9/S9+/S10/S10+/S20 Series/S21 Series/S22 Series/Note 8/Note 9/Note 10/Note 10+, Google Pixel 2/2 XL/3/3XL/4/4XL/5 Series/6 Series ed ovviamente Razer Phone 1 e 2.

Qualsiasi altro smartphone dotato di Android 9 con la presa USB-C in posizione centrale non dovrebbe aver problemi di compatibilità con il Kishi V2: certo, ci sono prodotti come il Rog Phone o il Poco X4 che giocano in un campionato tutto loro e spesso sono dotati di controller dedicati, ma per quella ampia platea di utenti che dispone di uno smartphone di fascia media che vuole svagarsi con titoli bidimensionali più o meno sofisticati, questo prodotto sembra essere una vera manna dal cielo.

Ecco il Kishi V senza smartphone collegato. Notate la presa USB-C che spunta dal lato destro…

Il Kishi V2 che abbiamo in prova oggi è invece la versione per Android e presenta un sacco di feature che sul Kishi originale non erano disponibili. Qui potete trovare la comparazione. In generale il Kishi V2 sembra essere un prodotto decisamente più rifinito e caratterizzato da una serie di funzionalità extra a partire dalle caratteristiche tecniche. Ma andiamo con ordine e vediamo il contenuto della confezione, che presenta proprio il dispositivo, la manualistica e un paio di adattatori per le porte USB-C. Proprio dall’alimentazione parte la nostra analisi tecnica perché il Kishi V2 si collega tramite un sistema di slitte estensibili alla presa USB-C centrale del vostro smartphone: questo significa che vecchi smartphone con ingressi Micro USB B non si adatteranno all’utilizzo con questo dispositivo.

Volendo è possibile provare con un adattatore ma questo significa che il lato destro del Kishi V2 non si appoggerà completamente alla parte sottostante dello smartphone e in caso di movimenti inconsulti si rischierebbe di rompere lo smartphone e anche la presa del Kishi V2. Stessa cosa vale anche per eventuali custodie: meglio rimuoverle completamente per fare in modo che la presa USB-C entri perfettamente all’interno dell’alloggiamento del vostro smartphone, alimentando il controller e permettendovi, usando la presa posta sul lato destro, di giocare ricaricando il vostro smartphone tramite la presa passthrough. Chi sul display ha applicato un vetro protettivo, non dovrebbe avere problemi di alcun genere se questo non sporge dal bordo dello smartphone.

Il controller è ben organizzato e piacevole da tenere in mano: abbiamo infatti due levette analogiche perfettamente identiche come feeling, una croce direzionale discreta ma non altrettanto precisa, quattro tasti funzione più quattro tasti dorsali accompagnati a due grilletti analogici dalla corsa piuttosto lunga e paragonabile a quella di pad normale se consideriamo le caratteristiche di questo prodotto. Anche i due controller analogici si possono premere per quanto sia difficile trovare titoli che andranno a impegnarne il loro utilizzo. Sul lato sinistro è presente un tasto per lanciare lo streaming in automatico, sul destro abbiamo quello che porta automaticamente al menu delle impostazioni del Nexus e per uscire dai giochi ed eventualmente dall’applicazione Nexus.

… e con uno smartphone collegato. Il look è veramente gradevole, così come l’ergonomia.

I due lati del Kishi V2 si aprono di parecchio e permettono al dispositivo di alloggiare cellulari di qualsiasi dimensione. Appena collegato in nostro Samsung Galaxy A52 abbiamo proceduto immediatamente all’installazione del software di Razer indispensabile per far interagire il controller con il cellulare. Si tratta dell’app Nexus che integra essenzialmente tre diverse funzionalità: raccogliere in unico menu tutti i giochi lanciabili installati sul cellulare, compresa l’integrazione con Steam Link. In seconda battuta è presente un menu per effettuare la rimappatura parziale dei due tasti M dorsali.

Avremmo gradito la possibilità di rimappare completamente tutto il pad, ma da quello che è emerso in queste prime settimane, Razer sta lavorando a un aggiornamento che dovrebbe includere il completo remap di tutti i tasti che con alcuni titoli può tornare molto utile. Le funzionalità di Nexus finiscono con le opzioni di streaming. L’app si collega direttamente ai vostri account Facebook o Youtube per streammare in tempo reale il gameplay dal vostro smartphone qualora il vostro device sia sufficientemente potente da farlo naturalmente. Noi l’abbiamo fatto con il nostro Samsung Galaxy A52 su Facebook non abbiamo avuto problemi di sorta durante vari streaming.

A proposito di giochi, abbiamo installato cinque titoli per sperimentare le sue capacità ovvero il platform Dan The Man, Bomb Squad, Genshin Impact, Asphalt 9 e un grande classico come Metal Slug. Dan the Man ci ha dato subito grosse soddisfazioni. Ha riconosciuto senza problemi il nostro controller e i tre tasti ad esso associati, anche se nel giro di pochi minuti siamo stati in grado di riconfigurarli a nostro piacimento. Il feeling di gioco è stato ottimo visto che la levetta analogica, nonostante la corsa cortissima, riesce ad essere veramente precisa sulle diagonali quando si tratta di controllare il protagonista nelle fasi di salto e in volo, aspetto fondamentale per schivare i proiettili nemici. Anche la latenza praticamente inesistente ci ha colpito, regalandoci un’ottima sensazione di controllo.

In questo scatto da dietro si nota fino a dove si può estendere il Kishi V2 per ospitare anche smartphone di grandi dimensioni.

Stessa cosa per Bomb Squad che supporta il Kishi V2 in modo splendido e permette di apprezzare al meglio la precisione della leva analogica e la risposta dei tasti. È praticamente impossibile essere altrettanto precisi con i controlli touch. Siamo quindi passati ad Asphalt Legend 9 e anche in questo caso il responso è stato ottimo: per quanto corta, la corsa della leva analogica ha permesso una certa precisione nel dosare le sterzate delle auto controllate, ma il vero valore aggiunto è stata l’ottima resa dei due grilletti analogici, assolutamente essenziali per essere il più possibile precisi in frenata e accelerazione.

L’unici giochi ad averci dato qualche grattacapo sono stati Genshin Impact e la serie Metal Slug. Nel primo caso, non vengono supportati i controller esterni ma solo il touch, ed è un vero peccato, vista la complessità di un titolo del genere e quanto potrebbe rendere un titolo del genere con il Kishi V2. Per Metal Slug invece, nessun problema per i tasti, ma la levetta analogica è stata un vero disastro: il gioco non prendeva le diagonali ed era praticamente impossibile saltare decentemente per non parlare di mirare verso l’alto in tutte le situazioni più complicate che il titolo SNK ci poneva di fronte. Purtroppo, non abbiamo potuto fare nulla per migliorare l’esperienza di gioco e questo ci è un po' spiaciuto, anche considerando il fatto che già possedevamo Metal Slug 2 e 3 e hanno lo stesso tipo di problematiche, in ogni caso non strettamente dipendenti dalla qualità costruttiva o programmazione del controller di Razer.

Quando i giochi funzionano a dovere, le prestazioni sono quindi veramente eccellenti e diventa veramente difficile staccarsi da un tiolo per stanchezza che spesso sorge nell’uso dei controlli touch. I pregi maggiori di questo Razer Kishi V2 risiedono sicuramente nella latenza praticamente esistente, in un eccellente feeling dei tasti, che grazie al loro clic, perfettamente udibile, restituiscono un feedback sonoro e tattile di grande impatto. Le levette analogiche fanno bene il loro dovere: noi le avremmo preferite un pelo più grandi e più lunghe per godere di una precisione ancora maggiore ma siamo nel gusto personale.

L’app Nexus di Razer permette di controllare le funzioni e le preferenze del dispositivo, oltre ad avere a portata di mano e in un'unica app, tutti i giochi supportati. È ancora un po' acerba ma Razer è già al lavoro per migliorarla.

Difetti? Sicuramente il software Nexus è ancora acerbo e merita di essere espanso e rielaborato in futuro: da quello che abbiamo capito, Razer è del tutto intenzionata a proseguire nel supporto di questo dispositivo che non si limiterà alla possibilità di rimappare interamente tutti i controlli di gioco e sicuramente questa app sarà il primo posto dove intervenire. A nostro modo di vedere anche l’impossibilità di connettersi ad un’eventuale presa audio da 3.5 millimetri potrebbe infastidire chi non ama i dispositivi Bluetooth, ma è anche vero che dal punto di vista progettuale, non era facile implementare una soluzione del genere quando già si deve connettere anche la presa USB-C.

Nel complesso questo prodotto di Razer ci sembra una solida evoluzione del suo predecessore che punta a migliorarne le prestazioni un po' in tutti i settori. Gli appassionati di mobile gaming tra voi, avranno notato la notevole somiglianza del Kishi V2 con il suo diretto concorrente, ovvero il BackBone, un controller molto simile sul mercato già da qualche tempo che tuttavia non abbiamo ancora avuto modo di provare. In termini di funzionalità e configurazione i due dispositivi sono molti simili (il Kishi ha due tasti sul dorsale in più, quelli mappabili) ma da quello da abbiamo avuto modo di leggere in giro il suo software sembra essere decisamente più completo e rifinito.

In attesa di poterci mettere le mani sopra, possiamo dirvi che questo Razer Kishi V2 rappresenta un netto salto in avanti rispetto alla prima versione, è caratterizzato da un sacco di punti di forza che potrebbero renderlo estremamente appetibile per chi vive di pane e mobile gaming. Il costo di 119 euro è di poco (ma acquistando sul sito Razer, si può portare via con uno sconto del 10%) superiore al suo concorrente diretto e tutto sommato si può considerare adeguato con la qualità e le possibilità offerte, anche quelle che Razer vorrà implementare negli anni a venire per tenere il software al passo con i tempi.