Re Artù
Un grande condottiero a un piccolo prezzo.
Introdurre il dilemma morale ha così la capacità di plasmare il vostro approccio al gioco, tanto che più di una volta vi chiederete ad esempio se varrà la pena risparmiare un nemico o torturarlo al fine di ottenere quelle informazioni vitali sull'esercito rivale: spettacolare.
Con il passare dei turni vedrete poi concretamente scorrere le stagioni sul terreno di gioco, con un’alternanza di possibilità, gestionali e belliche, dipendenti dal particolare periodo dell’anno in cui vi troverete: ad esempio l’estate sarà il momento migliore per progettare degli attacchi al nemico sfruttando le favorevoli condizioni atmosferiche, mentre durante l’autunno dovrete focalizzare i vostri sforzi nella fine arte della zappa e della semina, così da riempire granai e pancini dei vostri sudditi.
Come ogni buon strategico militare, la parte del leone verrà comunque rivestita dalla pugna e tutto il corollario di possibilità presenti, in questo caso davvero numerose; potrete così formare eserciti imponenti, ognuno con le proprie caratteristiche e guidati da degli eroi, descritti da tutta una serie di abilità e bonus/malus che sceglierete di mettere al loro fianco, selezionando quindi con oculatezza mix e composizioni.
Ma le guerre si sa, non si vincono solo con la forza dei muscoli, e per questo motivo in Re Artù avrete dalla vostra anche altre due importanti aiuti: le bestie mitologiche e le magie.
Le prime sono una sorta di super soldati che una volta acquisiti potranno cambiare in maniera sensibile le sorti di una pugna, essendo dotate di una potenza solitamente non paragonabile a quella delle semplici unità.
La magia invece rappresenta in soldoni la trasposizione medievale delle possibilità date dai moderni apparati bellici, però con una rappresentazione e una resa decisamente più accattivanti: piogge di fuoco o il Corno di Avalon danno infatti soddisfazione quando usati sul campo.
Detto questo, non dovrete però trascurare nemmeno la tipologia di terreno dove vi troverete a fronteggiare gli sgherri di altri feudi, in quanto ad esempio un bosco può diventare una trappola micidiale se presidiato con le truppe più appropriate, in grado di nascondersi nell'ombra e tendere un agguato.
In generale i parametri da considerare sono molteplici e permettono di vivere in maniera intensa ogni singolo scontro e assalto, con un riuscito mix di azione e pensiero, potendo in ogni momento mettere in pausa il gioco per dare ordini e prendere le decisioni più importanti.
Dopo ogni battaglia inoltre le truppe acquisiranno esperienza, diventando sempre più abili e resistenti agli assalti nemici, oltre che più micidiali negli scontri diretti.
Niente di nuovo sotto il sole, anche se rispetto ad altri titoli, tali incrementi risultano maggiormente sensibili, tanto che cercherete spesso di centellinare gli sforzi degli uomini più skillati al fine di preservarli da impreviste cadute. Potrete poi anche personalizzarli, decidendo dove e come sviluppare ogni abilità.
Interessante e audace anche la scelta di proporre per i vostri eroi, al fine di migliorarne le caratteristiche, in una serie di avventure che si svolgeranno in maniera similare ai vecchi libri game: selezionata una delle quest disponibili sulla mappa e scelto il cavaliere più adatto, dovrete infatti proseguire per una serie di bivi narrativi fino a giungere alla conclusione della stessa.
Questa opzione dall'aria così vetusta, risulta particolarmente a tono con l'atmosfera generale del titolo e introduce un tocco di varietà in un gameplay saltuariamente ripetitivo: è proprio vero che a volte le cose migliori sono quelle più semplici.