Reaper: Tale of a Pale Swordsman - review
C'era una volta un altro eroe...
Dite la verità, non avete mai neanche sentito parlare di questo gioco, vero? Eppure spesso e volentieri le cose migliori sono proprio le più inaspettate, e anche in questo caso la regola è più che confermata.
Sviluppato dai ragazzi della Hexage, Reaper: Tale of a Pale Swordsman arriva infatti direttamente dal mondo mobile. Come altri titoli sviluppati dal team ceco, Reaper ha debuttato verso la fine dello scorso anno su svariati dispositivi iOS, Android, Blackberry e Windows Phone, riscuotendo un successo sufficiente a convincere gli sviluppatori a realizzarne un porting per PC, che proprio negli scorsi giorni ha debuttato su Steam.
Stiamo parlando di un action-RPG sulla falsariga di Muramasa, forse con meno classe e appeal dal punto visivo ma comunque di eccellente qualità. L'avventura vede protagonista un avventuriero con'armatura nera e colorito pallido, da cui il titolo del gioco.
L'avventura prende vita su una mappa piuttosto generica, sulla quale muoviamo il nostro eroe alla ricerca di missioni. Molte di queste hanno una durata media che si aggira intorno ai due minuti e consistono quasi sempre nell'affettamento di un diverso numero di nemici. Differentemente da quanto avviene in titoli simili, però, il giocatore deve preoccuparsi quasi esclusivamente del movimento del personaggio visto che gli attacchi saranno portati automaticamente in prossimità di un avversario.
Potrebbe sembrare semplice ma non lo è, almeno inizialmente. Le tecniche a disposizione non sono moltissime (si va dal classico fendente post-salto allo scatto con affondo) ma quello che rende ostiche le prime missioni è il fluttuante procedere del protagonista. La gravità nel mondo di Reaper è un concetto piuttosto astratto e il simpatico protagonista ha la tendenza a rimanere in aria un po' più di quello che ci si potrebbe aspettare.
"Più si va avanti e più le cose si fanno difficili, al punto che sembra di trovarsi in un bullet hell shooter"
Ovviamente non si tratta di un difetto ma di una caratteristica di gameplay voluta che, una volta assimilata, rende gli scontri dannatamente divertenti. Specialmente in presenza di un nutrito numero di nemici si è costretti a vere e proprie evoluzioni, salti doppi e attacchi fulminei. A volte l'azione si fa un po' confusionaria, ma mai al limite della frustrazione.
Più si va avanti e più le cose si fanno difficili, ovviamente, al punto che in alcuni casi sembra quasi di trovarsi all'interno di un "bullet hell shooter". Oltre a dover eliminare i nemici che camminano o strisciano al suolo, bisogna anche togliere di mezzo quelli volanti e nel contempo evitare le decine di proiettili che simpaticamente ci vengono vomitati contro. Se tale operazione risulta ostica su PC con un sistema di controllo "fisico", non oso immaginare quanto tutto ciò possa mettere alla prova il sistema nervoso dei giocatori su dispositivi touch.
Nel caso si fallisca una missione, si viene riportati sulla mappa con la possibilità di ricominciarla dall'inizio, mantenendo il denaro accumulato nel tentativo precedente. Procedendo con l'avventura poi si ottiene esperienza e si passa di livello, guadagnando la possibilità di scegliere tra tre carte che mi piace chiamare "del destino". Ognuna di queste permette di potenziare attributi del protagonista, (salute, velocità o resistenza) o una delle sue mosse principali.
Nel corso dei suoi viaggi, visualizzati sulla mappa con uno stile a dir poco minimalista, l'eroe pallido incontrerà alcuni personaggi che gli affideranno missioni secondarie, potrà intrattenere brevi conversazioni scegliendo tra risposte multiple, entrare nei canonici negozi per acquistare nuovo equipaggiamento o armi più potenti, e anche imbattersi in combattimenti casuali, perfetti per "livellare" un po' tra una quest e un'altra.
"La campagna principale offre una generosa dose di missioni e una longevità di tutto rispetto"
Nel caso doveste imbattervi in missioni troppo difficili, non preoccupatevi. Alcune di queste sono opzionali e possono essere affrontate successivamente, magari quando il vostro personaggio avrà raggiunto un livello più alto. Per la cronaca, il sottoscritto ha passato quasi un'ora nel tentativo di eliminare un centinaio di vespe giganti e dopo il quindicesimo tentativo ha deciso di passare oltre... promettendo però vendetta ai dannati insetti!
La campagna principale offre una generosa dose di missioni e una longevità di tutto rispetto, ma se voleste provare qualcosa di alternativo potreste voler provare la modalità Dark Harvest, composta da una serie di livelli-sfida di difficoltà crescente che metterà ancora più alla prova la vostra abilità e i vostri riflessi e che potete associare a una versione bidimensionale dell'Orda di Gears of War.
Il tutto è condito da una colonna sonora altamente orecchiabile, per non dire ipnotica. Siamo sul genere jazz-techno-funky con un pizzico di elettronica. Lo stile grafico è minimalista ma estremamente attraente, con animazioni fluide e un character design che ricorda quello dell'ormai vecchiotto Death Jr.... ve lo ricordate?
La natura casual di Reaper è anche uno dei suoi punti di forza. Si tratta di una mini avventura composta da mini quest perfette per qualche partita "mordi e fuggi" ma anche per sessioni di media durata. Il bilanciamento della difficoltà è quasi perfetto, se si eccettuano saltuarie missioni che improvvisamente aumentano il livello di sudorazione e imprecazione per poi riportare il tutto su livelli più accettabili.
Se volete provare Reaper: Tale of a Pale Swordsman nella sua versione mobile, lo trovate in versione gratuita sia su Google Play che su App Store. Nel caso dovesse conquistarvi, dategli una possibilità anche su uno schermo di dimensioni più elevate: il porting merita l'acquisto e vi consentirà di godere l'azione nel miglior modo possibile per poco meno di 5 Euro.