Battlefield 3: Close Quarters - Review
E fu così che DICE copiò CoD.
Qualche settimana fa avevamo avuto modo di provare approfonditamente una mappa di Close Quarters, il DLC di Battlefield 3 pensato per aggiungere all'esperienza creata da DICE un pizzico di Call of Duty.
Oggi siamo qui per parlarvi in modo dettagliato di questo DLC, sottolineando con un certo imbarazzo una delle operazioni copia-incolla più clamorose degli ultimi anni. Pur essendo consapevoli che questo pacchetto scaricabile avrebbe strategicamente ammiccato al gameplay di Call of Duty, il modo in cui DICE ed Electronic Arts hanno clonato il prodotto Activision non può lasciare indifferenti.
Dopo il lancio del servizio Premium, copia carbone di CoD Elite, questa volta Battlefield 3 non prende in prestito solo un sistema di gestione degli utenti (andando perfino a rinnegare quanto promesso precedentemente quando si parlava di servizi a pagamento e di gestione dei server), ma si spinge oltre, clonando intere modalità e parte del gameplay del campione di incassi Activision.
Se fino a questo momento il titolo DICE era riuscito a conquistare utenti offrendo un'esperienza diversa da quella di Call of Duty, caratterizzata da un approccio più tattico e da un gameplay ad ampio respiro, con il pacchetto Close Quarters assistiamo alla sua completa negazione della dignità in favore dell'aumento dei profitti.
Per carità, non che sia un male cercare di completare un pacchetto già ampio inserendo al suo interno altri tipi di proposte, ma considerato il talento dei ragazzi di DICE ci saremmo aspettati qualcosa di più di una semplice operazione di spionaggio industriale.
Volete qualche esempio? Niente di più facile! Il pacchetto Close Quarters porta all'interno delle dinamiche ad ampio respiro tipiche dell'FPS DICE l'azione run&gun di Call of Duty, accompagnando l'operazione con una serie di modalità "inedite".
La prima è Gun Master, dove i giocatori partono tutti con una semplice pistola e vengono premiati con una nuova arma dopo ogni uccisione. Come dite? Vi ricorda qualcosa? Forse perché già ai tempi del primo Black Ops i ragazzi di Treyarch avevano avuto la stessa idea con Gun Game (da noi conosciuta come Un Colpo In Canna). Perfino il nome è estremamente simile.
Il medesimo discorso può essere fatto per la modalità Conquest Domination, che replica in tutto e per tutto Domination (Dominio), spingendo le squadre in campo a combattere per conquistare e presidiare il più a lungo possibile le tre postazioni sparse per le mappe.
"Mentre negli ultimi anni Call of Duty ha perfezionato all'inverosimile un gameplay sempre uguale a se stesso, in Battlefield 3 le medesime dinamiche tendono a zoppicare."
La cosa triste è che, mentre negli ultimi anni Call of Duty ha perfezionato all'inverosimile un gameplay sempre uguale a se stesso, limandolo fino a farlo filare liscio come l'olio, in Battlefield 3 le medesime dinamiche tendono a zoppicare, faticando a trovare la propria dimensione in un mondo fatto di gioco di squadra e di mappe chilometriche.
Gli angusti anfratti proposti dalle mappe di Close Quarters, sebbene progettati quasi sempre in modo impeccabile, non riescono a garantire un'esperienza "quadrata" come quella di un qualsiasi Call of Duty. Il lavoro svolto dai programmatori per cercare di replicare il feeling di CoD è piuttosto buono, ma il risultato finale è la copia sbiadita di uno dei prodotti più venduti degli ultimi anni.
Vista la popolarità di CoD è praticamente certo che chiunque abbia provato almeno una volta l'FPS Activision riscontri immediatamente le palesi somiglianze tra i due prodotti, a discapito della credibilità di Electronic Arts e di DICE.
Fortunatamente il design delle mappe di Close Quarters gode dell'esperienza e dell'abilità del team di sviluppo, offrendo agli utenti una serie di ambientazioni superbamente studiate per garantire sparatorie frenetiche e coinvolgenti.
Le quattro mappe sono Operation 925 (una serie di uffici in cui scorrazzare a piacimento, con tanto di parcheggio sotterraneo dove ricreare le sequenze di alcuni dei film d'azione più riusciti degli ultimi anni, con colonne che saltano e auto che esplodono), Donya Fortress (la villa orientale che avevamo già testato all'EA Showcase), Scrapmetal (dove i giocatori devono bersagliarsi mentre passano da un magazzino all'altro attraverso una serie di pericolosissimi ponti sospesi) e Ziba Tower (un agglomerato di appartamenti pieno di anfratti e insenature che incoraggiano i camper).
"Il design delle mappe di Close Quarters gode dell'esperienza e dell'abilità del team di sviluppo."
In linea con la tradizione di Battlefield, tutte le ambientazioni possono essere distrutte da cima a fondo grazie alle capacità del Frostbyte. Questo è probabilmente l'unico elemento che differenzia l'esperienza di Close Quarters da quella di un Call of Duty qualunque. Oltre al fatto che i cecchini, a differenza di quanto accade in CoD, qui sono quasi completamente inutili.
Come avevamo anticipato nel nostro precedente hands-on, infatti, questo DLC di Battlefield 3 è il trionfo dello shotgun, in particolare dell'ottimo SPAS-12, capace di seminare il panico tra le fila nemiche con pochi colpi ben indirizzati.
Allo stesso modo, l'abuso del C4, delle Claymore, della torcia e del mirino laser trasformano il campo di battaglia in un trionfo di esplosioni, e di impedimenti visivi, rendendo spesso difficile anche la convivenza con l'equipaggiamento dei propri compagni di squadra.
A conti fatti, questo DLC aggiunge a Battlefield 3 qualcosa di diverso, che sicuramente mancava all'esperienza globale offerta dal gioco di guerra Electronic Arts, ma sinceramente dopo qualche partita a Close Quarters, sentirete l'impellente desiderio di tornare su un vero campo di battaglia, pieno di carri armati, letali cecchini ed elicotteri pronti a farvi la pelle.