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Civilization V: Gods & Kings - review

Il passato è una ruota che gira.

Se già Machiavelli, oltre cinquecento anni addietro, concepiva la religione come "instrumentum regni", capite bene che una serie come Civilization non poteva rimanere scevra di tutta una serie di implicazioni che solo la fede è in grado di regalare.

Riassumere però l'impatto di questa espansione nei freddi numeri da press release (nove civiltà aggiuntive, ventisette unità, nove meraviglie e tre scenari supplementari oltre alla consueta pletora di nuovi edifici e nuove tecnologie) o nell'assioma "inserite religione e spionaggio", non renderebbe probabilmente giustizia allo sforzo fatto dagli sviluppatori per riuscire a regalare una dimensione più profonda ad un gameplay di per sé già molto solido.

Certo, le introduzioni ad uno sguardo attento sono più un retaggio di meccaniche collaudate in giochi precedenti che una rivoluzione copernicana, ma come gli appassionati ben sanno il ripensamento profondo avvenuto con il quinto capitolo della serie aveva portato a diverse rinunce e ad una pesante modifica di una struttura da tempo consolidata.

Il mondo aspetta le vostre conquiste!
I missionari sono utili alleati per la diffusione del vostro credo.

Fortunatamente però, ed è il motivo per cui siamo qui oggi a raccontarvi di questa espansione, Firaxis ha finalmente deciso di introdurre i due elementi sopracitati, con conseguente beneficio in termini globali, sia per quanto riguarda la varietà sia per quanto riguarda la qualità delle possibilità ora a disposizione del giocatore.

Gli unici appunti di questa operazione riguardano così due aspetti ben distinti: il primo è che giocando e rigiocando per diverse ore con le nuove opzioni aggiunte, la sensazione complessiva è che questo sia più un tentativo di allargare gli orizzonti in maniera postuma piuttosto che un'integrazione naturale con quanto presentato con il gioco originale; il secondo è che, pur benvenute le novità, le stesse avrebbero beneficiato considerevolmente di un maggiore approfondimento, soprattutto per quanto riguarda lo spionaggio.

"Le novità avrebbero beneficiato considerevolmente di un maggiore approfondimento, soprattutto per quanto riguarda lo spionaggio."

A conti fatti Gods & Kings rimane comunque un'ottima espansione e, come avrò modo di spiegarvi fra poco, chiunque abbia goduto a passare ore e ore della propria esistenza con l'originale Civ V non rimarrà deluso nel comprare questo titolo, ottimo complemento di un'esperienza di per sé già accattivante.

Partiamo proprio dalle due novità più corpose, ovvero le già citate introduzioni della religione e dello spionaggio, per poi fare una valutazione complessiva; innanzitutto la prima cosa che dovete sapere è che queste due "aree" di gioco, seppur rilevanti all'interno delle dinamiche complessive non risultano necessarie nella globalità della propria partita.

Il loro impatto infatti non è così profondo come potreste immaginare e se la religione ha un'influenza sostanziale soprattutto nelle prime fasi di gioco, lo spionaggio rimane solamente un elemento di supporto all'interno di strategie a più ampio respiro; capiamoci, non che la cosa sia necessariamente un male, ma è giusto che abbiate chiaramente in mente quella che è la situazione.

La domanda naturale che immagino vi stiate facendo ora sarà quindi sul come costruire il proprio impero di fede e non sarò di certo io a tenervi all'oscuro!

"Fin dalle prime fasi della partita potrete innalzare il vostro bel tempio e fondare così il vostro credo religioso."

Dovete sapere infatti che fin dalle prime fasi della partita potrete innalzare il vostro bel tempio e fondare così il vostro credo religioso a cui potranno successivamente aderire un numero indefinito di fedeli. Se inizialmente, fatti salvi profeti e chiese, i vantaggi dall'introduzione di "qualcosa in cui credere" sono abbastanza esili, supportando con caparbietà i propri messia si avrà di contro una crescita esponenziale dei benefici, fra cui soldi, bonus bellici e via di questo passo.

La fede si affiancherà inoltre alle altre risorse presenti come la felicità e la cultura, risultando uno dei parametri che cercherete di portare ai livelli più alti possibili: più alto sarà questo valore, più riuscirete a diffondere la vostra religione nel mondo, fino a colonizzare anche i paesi nemici o le onnipresenti città stato sparse per la mappa al fine di far pendere la bilancia della vittoria dalla vostra parte.

Passando allo spionaggio, questo diventa utilizzabile solamente in un periodo storico più avanzato e permette, dopo aver creato le strutture necessarie, di influenzare i destini delle città stato o di conoscere i movimenti e i piani delle fazioni nemiche; sostanzialmente stiamo parlando di un supporto alla diplomazia più che ad un nuovo parametro di cui tener conto, ma tolta questa considerazione fa piacere che la sua introduzione sia contestuale ad un aumento del livello di sfida dell'intelligenza artificiale, ora più aggressiva e pronta a modificare le proprie strategie in funzione di quanto avviene sul campo.

Premio civiltà dell'espansione: Maya!
Non fatevi ingannare... le possibilità delle spionaggio non sono così approfondite come potreste credere.

Chiudiamo la parte "cicciosa" con una veloce carrellata sulle nuove civiltà, ovvero Celti, Svedesi, Cartaginesi, Austriaci, Olandesi, Unni, Etiopi, Bizantini e Maya, con questi ultimi capaci di vincere la palma di mia civiltà preferita, visto anche il maggior impatto sulle dinamiche a lungo termine dei nuovi elementi strategici introdotti.

Parlare infine di grafica per un'espansione di questo genere rischia di essere un esercizio di stile, tanto sono poco percettibili i naturali miglioramenti per un'espansione che giunge sì diversi mesi dopo l'uscita del gioco principale, ma che mutua in maniera completa pregi e difetti del gioco originale; sommariamente tutto sempre molto piacevole alla vista e tecnicamente ineccepibile.

"Guardata con l'occhio del fan, questa espansione rappresenta l'ultimo tassello mancante per rendere la quinta iterazione della serie finalmente completa."

Guardata con l'occhio del fan, questa espansione rappresenta l'ultimo tassello mancante per rendere la quinta iterazione della serie finalmente completa nelle (poche) carenze che era possibile riscontrare nelle uscite passate, grazie anche ad un intelligente ripescaggio nel passato di Civilization; l'occhio del recensore non può però non notare quella sensazione agrodolce di posticcio che purtroppo le espansioni spesso si portano in grembo e che anche in questo caso emerge in più di un'occasione.

L'integrazione infatti non è ottimale e alcuni aspetti, uno fra tutti proprio lo spionaggio, avrebbero probabilmente meritato maggiori approfondimenti.

Il voto finale deve però rendere il giusto merito ad un'opera capace di aggiungere diverse ore di divertimento ad un titolo noto da sempre per la sua capacità di far perdere ogni riferimento temporale e che nel complesso difficilmente deluderà i fan della serie, grazie alla ventata di novità che ogni Civ gamer non tarderà ad apprezzare.

8 / 10