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Project Zero 2: Wii Edition - review

1, 2, 3, 4, il Wiimote è mezzo matto...

Qualche anno fa, quando i giocatori erano ancora in grado di affrontare esperienze in cui non fosse necessariamente richiesta la presenza di pistole, fucili d'assalto e visuali in prima persona, il genere dei survival horror riuscì a spaventare milioni di giocatori con alcuni titoli davvero memorabili.

Insieme ai classici Silent Hill e Resident Evil, la serie di Project Zero (o Fatal Frame, a seconda dell'edizione) creata da Tecmo era riuscita a condensare nei suoi giochi tutte le ossessioni disturbanti degli horror psicologici giapponesi a base di spiriti dannati e misteriosi riti religiosi.

Oggi, mentre gran parte dei giocatori attende con ansia l'ennesimo FPS o qualche sequel illustre, i survival horror vivono uno dei momenti più bassi della loro storia, con una preoccupante penuria di esperimenti e una progressiva traslazione verso gli action nudi e puri.

Mano fantasma fra 3... 2... 1...
Non compro niente, grazie.

In questo panorama desolante (per gli amanti dell'horror, ovviamente), Nintendo sceglie di offrire ai possessori di una Wii la possibilità di sperimentare almeno una piccola parte delle ansie grottesche che tanti giocatori hanno provato sulla loro pelle nell'era della PlayStation 2 e della prima Xbox, con una versione riveduta e corretta di Project Zero 2: Crimson Butterfly.

Per l'occasione, ovviamente, il sistema di controllo è stato rimaneggiato in modo da sfruttare le caratteristiche di Wiimote e Ninchuk, dinamico duo che tanti titoli hardcore ha saputo mettere in difficoltà.

Sfortunatamente anche il caso di Project Zero 2 rientra nel lungo elenco di nomi eccellenti torturati a colpi di giroscopio, accelerometro e mini-giochi. Nonostante la solida struttura originale sia ancora presente, alcune delle modifiche apportate dai programmatori per sfruttare adeguatamente i controlli Wii sono in grado di rovinare un'esperienza altrimenti ancora oggi godibilissima.

"I comandi affidati al Wiimote sono spesso un vero incubo"

Se tutta la parte relativa al Nunchuk funziona a dovere, con i movimenti della protagonista affidati all'analogico e il tasto C usato per bloccare la rotazione del personaggio attivando lo strafe, i comandi affidati al Wiimote sono spesso un vero incubo a causa dell'eccessiva sensibilità del dispositivo e, soprattutto, ai limiti imposti da alcune scelte di design, come quella che lega i movimenti della macchina fotografica con cui esorcizzare i fantasmi al solo giroscopio, rendendo l'esperienza a dir poco frustrante.

Poco importa che anni fa i controlli macchinosi fossero un espediente per far sentire il giocatore insicuro e impacciato di fronte alle orribili creature presenti nei giochi. Ciò che un tempo era funzionale, questa volta appare troppo accentuato, intaccando il coinvolgimento generale.

"Anche a distanza di tanti anni Project Zero 2 si rivela essere un ottimo gioco horror"

Il che è un vero peccato, perché anche a distanza di tanti anni Project Zero 2 si rivela un ottimo gioco horror, caratterizzato da una narrazione sapiente e, soprattutto, da un'atmosfera impossibile da trovare nei titoli moderni.

Il grottesco viaggio di Mio e Mayu, le gemelle protagoniste dell'avventura, trascina il giocatore nel cuore di un villaggio custode di orribili segreti, sapientemente svelati durante l'angosciante cammino verso uno dei molteplici finali presenti nel disco.

Fa piacere vedere come il team di sviluppo abbia lavorato per aggiungere qualche piccola novità qua e là (come il mini-gioco da affrontare ogni volta che si raccoglie un oggetto, con pericolose mani fantasma che minacciano di afferrare il braccio della protagonista se non si agisce abbastanza rapidamente per schivarle).

Uno sguardo al nuovo look delle sorelle e alla telecamera più moderna.
Gli scontri con i fantasmi a colpi di Camera Obscura sono piuttosto frenetici a causa del nuovo sistema di controllo.

L'inquadratura è stata cambiata spostando l'angolo della telecamera in modo da ottenere un effetto più vicino a quello dei titoli moderni in terza persona e, naturalmente, è stato aggiunto il completo supporto del wide screen. Perfino l'aspetto delle due protagoniste è stato pesantemente modificato, con una visione più adulta dei loro volti e dell'abbigliamento.

Superando l'istintiva (e giustificata) diffidenza verso il nuovo sistema di controllo, comunque, coloro che non hanno mai avuto modo di giocare Project Zero 2 troveranno in questo remake per Wii un ottimo survival horror, perfettamente in grado di far venire i brividi in più di un'occasione.

"L'aspetto delle due protagoniste è stato pesantemente modificato, con una visione più adulta dei loro volti e dell'abbigliamento."

Chi invece ha già vissuto l'inquietante avventura di Mio e Mayu, potrà affrontarla ancora una volta godendosi le nuove sequenze narrative e un buon numero di piccole differenze utili a riaccendere l'interesse assieme all'inevitabile effetto nostalgia.

Da dimenticare, invece, la modalità extra chiamata Casa degli Orrori, nella quale il giocatore deve affrontare una serie di mini-giochi basati sul giroscopio e sull'accelerometro della console Nintendo. L'idea non sarebbe neanche così terribile, se solo la sua realizzazione non soffrisse di qualche problema di troppo.

In sostanza non si deve fare altro che affrontare una serie di livelli su binari durante i quali viene richiesto di eseguire alcune azioni specifiche, il tutto senza scuotere troppo il Wiimote. L'unico tasto da premere è A, cercando di ridurre al minimo i movimenti superflui.

In pratica il gioco interpreta eventuali scossoni o movimenti del controller come segni di inquietudine da parte del giocatore, punendoli con una riduzione dell'energia e con l'avvicinamento all'inevitabile Game Over.

Peccato, però, che l'eccessiva sensibilità del giroscopio renda l'impresa troppo casuale, registrando anche movimenti minimi legati, magari, alla semplice pressione di un tasto. Pur essendo un'aggiunta potenzialmente interessante, a causa della sua realizzazione approssimativa la Casa degli Orrori non riesce a coinvolgere per più di pochi minuti, finendo rapidamente nel dimenticatoio.

La versione Wii di Project Zero 2 dimostra quindi come un progetto ben studiato e realizzato con cura possa resistere al trascorrere degli anni, invecchiando molto meglio di tanti suoi diretti rivali dell'epoca. Sfortunatamente il nuovo sistema di controllo non aggiunge nulla all'esperienza e, se possibile, la castra con problematiche moderne assenti nella versione originale dell'era PS2.

Se amate il genere dei survival horror e soffrite la mancanza di valide alternative nell'attuale generazione di console, rivolgendovi a questo remake riuscirete a trascorrere qualche ora di sano terrore, a patto che riusciate a digerire un sistema di controllo da incubo.

7 / 10
Avatar di Filippo Facchetti
Filippo Facchetti è un rispettabile nerd da sempre appassionato di "giochini elettronici". Prima di approdare a Eurogamer scrive per importanti riviste di settore e conduce programmi TV dedicati all'intrattenimento digitale.

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