Wanted: Weapons of Fate
L'ennesimo tie-in gusto piombo.
Il gameplay di Wanted sente fortemente l'influenza di titoli quali Gears of War, in cui si è costretti a procedere avanzando tra un riparo e l'altro tempestando di piombo i nemici. Sono meccaniche che qui funzionano tutto sommato egregiamente: i controlli sono immediati e rispondono bene alle esigenze del giocatore. Le location, inoltre, sono state create proprio per assecondare questa tipologia di concept. Il problema è che si farà poco altro in tutto il prosieguo del gioco. Se da un lato protremo colpire anche i nemici invisibili grazie alla nostra abilità di manovrare i proiettili, dall'altro la maggior parte degli scontri richiederà unicamente di fare fuoco e avanzare passo dopo passo. Ci si rifornisce di munizioni, si trova la copertura più vicina (alcune di queste possono essere spostate per guadagnare metri preziosi) e si continua finché non rimane nulla dei nemici. Ecco tutto.
Non mancano alcune variabili inerenti agli scontri, ma rimangono comunque qualcosa di puramente accessorio. Si può ad esempio sparare alla cieca per intimorire l'avanzata degli avversari o agire di soppiatto e stroncare il nemico utilizzando il coltello. Tale opzione si attiva alla semplice pressione di un tasto, dopo di che si assisterà a modi più o meno fantasiosi per freddare i cattivi di turno (ginocchiate in pieno viso e sbudellamenti vari sono compresi nel pacchetto). Negli spazi più estesi sarà anche possibile farsi scudo con un nemico, esattamente come avviene nel titolo targato Epic, mentre alcune sessioni di gioco vi costringeranno a fare fuoco da una postazione fissa.
Nonostante la sporadica presenza di percorsi alternativi, l'essenza del gioco è quella di procedere in maniera irrimediabilmente lineare. L'eterogeneità delle ambientazioni (favorite dalla presenza dei flashback nelle vesti di Cross, padre del protagonista) non riesce infatti a colmare la ripetitività di fondo del gameplay. A ciò bisogna aggiungere la deficitaria IA dei nemici, che seppure si rivelano agguerriti ai livelli di difficoltà più elevati, si ostinano a seguire pattern tanto prevedibili quanto deleteri in termini di sfida. Il più delle volte vi basterà infatti attendere qualche secondo al riparo con le armi puntate per vedere la loro testa fare capolino in attesa del proiettile, senza contare alcuni improbabili momenti di catalessi in cui vi sarà concesso di avvicinarli ed esibire la vostra maestria con il coltello.
La lacuna più grave del titolo risiede comunque nella longevità. A seconda della vostra abilità potrete portare a termine l'avventura in un arco temporale che va dalle tre alle cinque ore. Davvero troppo poco per un prodotto fondato su buone idee ma prepotentemente basato su dinamiche già abusate altrove. E di rigiocabilità nemmeno a discuterne. Data l'assenza di una qualsiasi modalità multiplayer, l'unico incentivo potrebbe essere rappresentato dagli Obiettivi (o dai Trofei nel caso di PS3). Una volta conclusa la vicenda, la spinta a rivestire i panni di Wesley è perciò davvero minima.
Come sottolineato precedentemente, il gioco parte da idee decisamente intriganti e si avvale di una competenza tecnica rispettabilissima. Grin ha dimostrato buona padronanza sulle peculiarità del franchise e ha saputo infondere un bel po' di personalità nel prodotto finale. A dispetto della poca interazione con gli scenari, il versante grafico si mantiene ampiamente godibile fino alla fine. Si può recriminare giusto su una certà rigidità nei movimenti dei personaggi. È un peccato quindi che i ragazzi del team non abbiano provveduto a fornire un'esperienza più complessa, variegata e longeva, ma se siete dediti al noleggio Wanted potrebbe benissimo essere uno dei titoli da tenere in considerazione.