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Red Solstice 2: Survivors - recensione

Esecutori alla riconquista di Marte.

Dentro un avamposto abbandonato, circondato da una violenta tempesta di sabbia, si sveglia l'Esecutore. È un soldato cibernetico, una sorta di prescelto con armatura pesante e casco alla Master Chief. Orde di alieni zombie gli si parano innanzi ma con prontezza innaturale, col solo aiuto di un mitragliatore, li sgomina fino al cannone satellitare Solar. Sul monitor, sotto il suo sguardo severo, appare Tharsis: la colonia marziana vista in The Red Solstice e ormai conquistata da una biomassa virus.

L'Esecutore non ha altra scelta che adempiere al suo dovere: eseguire, condannare. Attiva Solar e dà il via alla liberazione di Marte. Come avrete già capito, The Red Solstice 2 è pura fantascienza militare, alla Gears of War o Halo. La grafica dettagliata, ma in visuale isometrica, trasporta questo TPS in un genere tutto suo: più tattico di quanto possa sembrare a un primo sguardo, eppure distante dalle dinamiche di uno strategico in tempo reale.

Avrete pochi istanti per piazzare mine, raccogliere esplosivi e cure, potenziare le abilità della vostra classe e dare man forte alla vostra squadra, magari trovando le barricate migliori nei dintorni. Dovrete, costantemente, raccogliere munizioni e prepararvi ad affrontare mostri sempre più colossali. In altre parole, quel Survivors nel titolo non è lì per scherzo: c'è una forte componente survivalistica che rappresenta il cuore delle missioni, almeno giocando a difficoltà più elevate.

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Ci si muove con il click destro del mouse, mentre con Shift si prende la mira e con E si attiva la modalità torretta automatica, che permette di spostarsi lasciando all'IA il compito di mirare ai nemici più vicini. È possibile equipaggiare un'arma primaria e una secondaria. Con diverse shortcut si possono usare gli oggetti, come proiettili speciali congelanti, cure o esplosivi.

La prima cosa che salta all'occhio, giocando la campagna e superando il tutorial, è l'alto tasso di personalizzazione. Ci sono sei classi tra cui scegliere, ognuna con la estetica, set di armamenti e abilità uniche, attive o passive. Di solito sono attacchi o cure infinite, al solo costo di un lento cooldown e punti abilità, che si ricaricano con il passare tempo. C'è uno scheletro da gioco di ruolo: potrete scendere in campo senza skill per favorire le statistiche, viceversa potreste puntare sui soli bonus numerici, lasciando da parte i punti di forza situazionali della vostra classe preferita.

Ma attenzione a snaturare il vostro ruolo. Specialmente in multiplayer. Dal Medico è lecito aspettarsi le cure ad area e all'Assaltatore la prima linea. Supporto pesante, Demolitore, Cecchino e Ricognitore sono classi che, come fanno ben intuire i nomi, vantano per esempio di bonus con le armi esplosive, di abilità stealth e di tecniche che valorizzano gittata e colpi critici. Dopo questa prima fase di personalizzazione (ma non tutto è disponibile nelle prime fasi di gioco), durante una partita avrete modo di potenziare le singole abilità, così che ogni run sia leggermente diversa.

In Red Solstice 2: Survivors esplorerete le colonie abbandonate di Marte.

Le missioni di trama sono interessanti e più varie che nel predecessore. Ci si muove tra dighe isolate, nella Marte terraformata, fino a scenari più desertici e claustrofobici. Una nebbia di guerra rende l'esplorazione intrigante. Le missioni secondarie e multiplayer, invece, ripropongono spesso la solita mappa urbana: ampia ma in fondo troppo simmetrica e prevedibile. Il contesto narrativo è solido ma tutto sommato generico, anche se non manca un po' di morale grigia e qualche bel concept.

Il Solstizio che dà nome al gioco, per esempio, è l'esito di decenni di terraformazione incontrollata: una violenta tempesta sempre più imponente, che un giorno distruggerà qualunque forma di vita sul pianeta rosso. Alle IA e agli umani rimasti su Marte l'arduo compito di rimandare quanto più possibile il fenomeno disastroso, scacciare le biomasse e trovare un nuovo luogo da chiamare casa.

Se il gameplay di partenza è quello di un TPS isometrico con focus sulla preparazione e sulla componente tattica, non mancano attività secondarie. C'è infatti una componente gestionale, molto interessante, da affrontare prima di ogni missione. Potrete infatti sfruttare delle risorse minerarie per potenziare laboratori ed armamenti, scoprire dettagli sulla storia e visitare tutte le colonie del pianeta.

Graficamente c'è un gran salto in avanti rispetto al precedente The Red Solstice.

Un valore chiamato "Infestazione" aumenta col tempo se non completerete missioni secondarie o ricerche utili a ridurlo. Nel caso in cui raggiunga il valore massimo, sarà Game Over: un espediente strano nel contesto, un po' da roguelite, e minaccioso soltanto giocando ad alte difficoltà.

Tra le note negative una colonna di poco impatto, salvo qualche marcia militare nei menù. Graficamente ci siamo, ma ci aspetteremmo più mappe per quanto riguarda le missioni multiplayer. Red Solstice 2 ha dei menù troppo intricati (ma abbiamo apprezzato l'UI) e a difficoltà normale, per quanto bilanciato, risulta particolarmente semplice. Per fortuna, grazie alla recente patch 1.2, potrete cambiare la difficoltà in ogni momento e la sfida secondo i vostri gusti.

Il multiplayer PvE è il vero punto forte del titolo. Potrete invitare i vostri amici nella vostra campagna o potrete cercare delle missioni online. Al momento è facile trovare partite, ma il nostro consiglio è quello di acquistare il titolo soltanto se si ha già almeno un alleato certo su cui contare, un amico con cui condividere l'esperienza. Il single player, infatti, manca dell'adrenalina che hanno le campagne degli FPS di questo genere. Inoltre sono pochi gli ordini che potrete impartire ai vostri alleati, come potrebbe invece accadere in un RTS.

L'UI è molto leggibile, con shortcut ben visibili e indicatori di missione. Al passaggio del mouse rivela le descrizioni degli oggetti e delle skill.

Red Solstice 2: Survivors, in conclusione, è un gioco compatto e chiaro nelle sue intenzioni, da godere in multigiocatore. Purtroppo, se non amate le ondate di orde e una certa dose di sfida, tale da spingervi a giocare con le difficoltà più toste, rischia di annoiarvi in fretta.

Ma se sognate di falciare fiumi di alieni abbracciando i vostri mitragliatori laser ì, se avete un gruppo di amici che è pronto a riempire di esplosivi una struttura hi-tech in cui barricarvi insieme, questo titolo fa per voi.

7 / 10
Avatar di Antonino Fiore
Antonino Fiore: Classe 1993, in squadra dal 2018. Ha scoperto i videogiochi con i floppy dell’Amiga e da allora vive, sbalzato temporalmente, una generazione indietro. Dalle avventure grafiche agli horror, è un accanito retrogamer e un vorace escapista. Con gli anni ha realizzato d’essere, più che altro, un semplice Homo Ludens. Megaman e Suikoden sono i suoi punti deboli.

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