Red Steel 2
Meglio tardi che mai.
"Lavoro nell'industria videoludica da 12 anni e per la prima volta sento che daremo ai fan qualcosa di veramente figo e mai visto. E lo penso sul serio: non si tratta delle solite stronzate markettare da PR, qui si parla di roba ad oggi mai sperimentata e tramendamente divertente... Ed è fantastico poter fare dichiarazioni così senza timore di smentita."
Le parole di Jason VandenBerghe, Creative Director di Red Steel 2, suonano a prima vista come qualcosa di orgogliosamente sborone. Avendo tuttavia recentemente conosciuto face to face il personaggio (ed essendo rimasto a dir poco colpito dalla sua attitudine genuinamente diretta ed anticonformista), posso comunque affermare che dietro a frasi di questo tipo non si nascondono né una malcelata spocchia un po'gratuita né fantomatici e astratti deliri di onnipotenza in stile Molyneux, quanto piuttosto la sincera consapevolezza di essere riusciti là dove molti, troppi avevano fallito.
Red Steel 2 rappresenta infatti la succulenta concretizzazione delle pruriginose fantasie proibite che dal 2006 solleticano invano milioni di possessori di Wii: l'idea di un coinvolgimento all'arma bianca a dir poco totalizzante, contraddistinto da interazioni in tutto e per tutto affini al dinamismo del vero. L'ormai allegorica chimera dell'1:1 che si trasforma (quasi in tutto e per tutto) in sublime realtà.
Ma andiamo con ordine: c'era una volta Red Steel, FPS creato per inaugurare col botto il battesimo della candida newgen Nintendo. A dispetto delle roboanti premesse (e dei bugiardissimi screenshot, dimostratisi poi scandalosamente distanti dal prodotto finale...), i supposti traguardi ludici del titolo si sono purtroppo rivelati di un'inconsistenza irritante, tra un sistema di controllo a dir poco approssimativo e un gameplay non all'altezza.
Dimenticatevi comunque tutto quanto: in questo seguito che di fatto un seguito non è (il restart del franchise è in stile tabula rasa, con il "2" del titolo inserito verosimilmente solo e soltanto in virtù delle buone vendite dell'originale), non troverete infatti fidanzate rapite dalla Yakuza, patetiche ricostruzioni del Sol Levante viste dall'ottica di un Francese ed altre amenità varie.
Aspettatevi invece suggestive atmosfere fantastiche, con una riuscitissima commistione steampunk tra un polveroso Far West alla Sergio Leone e un Giappone squisitamente cyber-zen, ninja-cowboy da affettare e molto altro ancora, per un videogame dalla personalità ricercata e ben definita.