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Redout - recensione

Wipeout incontra F-Zero a 1000 km/h.

Era il lontano 1996, quando provai per la prima volta Wipeout. In un noto negozio di computer e videogiochi della mia città c'era una postazione demo dell'allora nuova e rampante PlayStation di Sony. M'innamorai di quel gioco, così futuristico, così veloce, così dannatamente impegnativo. E infatti fu uno dei motivi che mi spinse all'acquisto di quella console.

Da allora giocai tutti o quasi gli episodi della saga, sia quelli del team originario Psygnosis, che quelli dello Studio Liverpool che ne proseguì lo sviluppo fino a Wipeout 2048 per Vita. Ma questo genere di corse futuristiche e adrenaliniche mi appassionava davvero tanto e così mi avvicinai anche agli altri più grandi esponenti del genere: F-Zero GX, la serie Extreme-G e Rollcage, ognuno coi suoi elementi unici, ed i suoi contro.

Con la chiusura dello studio Liverpool, e Nintendo che ancora non si decide a sviluppare un nuovo F-Zero, s'iniziava a sentire la mancanza di un grande titolo di corse futuristiche per piattaforme moderne. E se i possessori di Wii U hanno potuto beneficiare del discreto Fast Racing Neo, su PC, PS4 e Xbox One si è rimasti per parecchio a bocca asciutta.

Ci sono quattro classi di velocità, ed ogni classe offre sei differenti team, ognuno con la sua astronave dotata di caratteristiche di guida uniche.

In questo clima di astinenza generale, arriva quatto quatto Redout, un titolo sviluppato dagli italianissimi 34BigThings, che hanno creato e pubblicato su PC (ma arriveranno anche le versioni PS4 e Xbox One) un titolo apertamente ispirato ai più grandi esponenti del genere di corse futuristiche: Wipeout, F-Zero, Rollcage e POD. Con questa premessa, le aspettative erano chiaramente alte e siamo ben sicuri nell'affermare che non sono affatto state disattese. L'Anti-Gravity Racing league è finalmente tornata!

Non appena entrati nel menu di gioco e invitati alla scelta di uno dei velivoli, di chiara ispirazione al franchise creato da Psygnosis, si respira subito un'aria di nostalgia e chi è familiare alla serie si sentirà subito a casa. Ma non appena si entra in gara e si spinge sull'acceleratore la mente volerà più verso le emozioni legate a F-Zero, con i suoi immensi rettilinei percorsi a folli velocità. Ecco, la prima sensazione, il primo impatto che si prova giocando a Redout è di una fusione tra le meccaniche di Wipeout e quelle di F-Zero, il che è fantastico. Quale fan delle corse futuristiche non ha mai desiderato un gioco che unisse i lati positivi delle due serie, così simili ma allo stesso tempo così diverse?

Le astronavi sono suddivise in quattro classi con prestazioni via via sempre crescenti. Ogni classe presenta diversi team, ognuno dei quali ha differenti caratteristiche di velocità, accelerazione, resistenza e manovrabilità, tutto abbastanza classico fino a qui. Nella modalità carriera, che offre più di settantacinque eventi, inizieremo acquistando un'astronave di classe 1 con dei crediti iniziali e potremo cominciare a gareggiare per accumulare crediti e aumentare il nostro livello pilota, che crescendo ci permetterà di sbloccare sempre più modalità di gioco e astronavi.

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Redout offre numerose e varie tipologie di corse, che si differenziano per variabili e possibilità o meno di respawn (quando esauriremo la barra dell'energia o finiremo fuori pista si ripartirà ricaricati al prezzo di qualche secondo). Si va dalla gara classica, a quella Pura (senza l'ausilio di Power-up), passando poi per le prove a tempo, per le gare di Eliminazione (chi arriva ultimo a fine giro viene estromesso) e le corse a Velocità (in cui mantenendo una certa velocità media guadagneremo secondi), fino ad arrivare alla spietata Sopravvivenza e all'Arena (niente respawn, vince chi rimane vivo o arriva per primo al traguardo). In totale sono sette tipi di eventi, che ci verranno proposti a ruota durante la modalità carriera o affrontabili in gara singola e in multiplayer online. Quest'ultimo permetterà di gareggiare con tutte le modalità di gioco fino a dodici giocatori.

Così come in Wipeout, per superare un evento dovremo arrivare almeno terzi e vincere una medaglia di bronzo, ma per ricevere premi in denaro più palpabili si dovrebbe sempre puntare all'oro o al platino. I crediti serviranno infatti per comprare altre astronavi e per acquistare i power-up. Questi ultimi si dividono in due grandi categorie: attivi e passivi. Quelli attivi andranno utilizzati manualmente nel corso della gara, al prezzo dell'energia contenuta nell'apposita barra nell'HUD. Quelli passivi saranno invece validi durante tutta la corsa. Se ne potrà equipaggiare solo uno per categoria. All'interno della stessa categoria avremo diverse tipologie di potenziamenti, che ci permetteranno, ad esempio, di aumentare la velocità, il turbo boost, la resistenza dello scafo, la manovrabilità o di sottrarre energia agli avversari e riparare la navicella.

A differenza di Wipeout ed F-Zero, dove generalmente la barra della salute della nave si andava esaurendo con gli urti ed i colpi degli avversari e si poteva recuperare in apposite sezioni del tracciato o tramite power-up da raccogliere, in Redout le navicelle si rigenerano da sole quando non subiscono danni per un lasso definito di tempo (che può comunque essere modificato tramite dei potenziamenti). Questa meccanica ci indurrà a gareggiare nel modo più pulito possibile, provando ad eseguire virate perfette ed evitare le comode carambole tipiche della serie Wipeout.

Le quattro varianti di tracciato ambientate in Abruzzo ci faranno viaggiare a folli velocità tra le foreste italiane.

Ma la differenza più grande con la serie creata da Psygnosis sta nel fatto che non sono presenti vere e proprie armi o potenziamenti da raccogliere (da questo punto di vista il gioco si accosta più a F-Zero). I potenziamenti si installano infatti prima della gara ai box e prevedono solo un tipo di arma offensiva, peraltro molto poco aggressiva. La barra dell'energia (complementare a quella della salute) si andrà riempiendo man mano che percorriamo chilometri e, una volta piena, potremo spenderla per un'accelerazione bruciante con il Turbo Boost o per utilizzare il power-up attivo installato. Sul tracciato sono inoltre presenti le classiche frecce di slancio che ci conferiranno ulteriore fattore di spinta.

Anche se siete dei veterani dei titoli corsaioli a zero-G, è molto probabile che i vostri risultati nelle prime gare siano deludenti, nonostante uno stile di guida impeccabile e aggressivo. Non preoccupatevi, la difficoltà non è immensamente alta come potrebbe sembrare. Occorrerà solo fare un po' di soldi e installare i giusti power-up adatti al tracciato e le gare inizieranno a essere combattute ed avvincenti. Non esiste infatti un potenziamento universalmente adatto ad ogni gara, ma bisognerà imparare a conoscere i tracciati e le modalità di gioco, per scegliere quelli più adatti da equipaggiare, in modo tale da avere una nave equilibrata e prestante.

Avere infatti un bolide che supera ad ogni rettilineo i 1000 km/h non servirà a niente se poi si distruggerà dopo una manciata d'impatti! Quando avremo accumulato abbastanza denaro, potremo inoltre potenziare ulteriormente ogni power-up (si può arrivare fino al livello 4 per ciascuno) o comprare astronavi con caratteristiche di guida diverse. Questi elementi conferiscono al gioco una certa componente strategica, che invoglierà peraltro a sbloccare ogni potenziamento e le varie astronavi disponibili.

Analizzando il puro gameplay, Redout offre un'esperienza di gioco soddisfacente ed appagante, un livello di sfida impegnativo ma mai frustrante, adatto sia ai veterani che ai meno avvezzi al genere. Quel che colpisce di più è il sensazionale senso di velocità che trasmette il gioco, mentre si sfreccia su bellissimi tracciati che s'insinuano tortuosamente tra ambientazioni variegate e suggestive (c'è anche il nostro Abruzzo!). I tracciati sono abbastanza larghi e consentiranno nella maggior parte dei casi di evitare gli impatti con gli avversari nei sorpassi e offrono una profondità di campo eccezionale, che ci consentirà un'adeguata preparazione alla manovra successiva.

Durante la carriera, ci verranno proposti periodicamente dei contratti che ci imporranno sfide specifiche per ottenere lauti guadagni.

Per affrontare alla perfezione le curve più impegnative (che non sono quasi mai troppo strette e a gomito) sarà necessario qualche volta lasciare il gas, azionare i freni e abbinare la rollata dal lato opposto con l'analogico destro. Inoltre, nelle sezioni di tracciato in cui affronteremo strapiombi e rapide risalite, sarà necessario alzare il muso dell'astronave per non "grattare" sulla pista ed evitare così di perdere ingenti quantità di salute e velocità.

Il gioco è sviluppato con l'Unreal Engine 4, offre supporto a Steam VR, Oculus Rift e HTC Vive e frame rate fino 200 fps. Gli sviluppatori hanno scelto un approccio "a basso numero di poligoni, ma effetti grafici di ultima generazione". Il risultato è visivamente appagante e al contempo gestibile dal punto di vista dei requisiti hardware. Per raggiungere i 60 fps a dettagli massimi serve infatti un PC abbastanza abbordabile con i5 a 2,6 GHz, 8GB di RAM e GTX 960, ma per arrivare a frame rate di 120 e più servirà qualcosa di ben più potente.

Il motore di gioco scala comunque benissimo e se avete PC al di sotto dei requisiti consigliati basterà abbassare qualche parametro nelle impostazioni grafiche per mantenere il frame rate alto. Abbiamo provato infatti il gioco anche su un PC meno recente con Q9650, GTX 660 e 8 GB di RAM, riscontrando una buona fluidità e impostando i dettagli tra medi e alti. Il titolo si gioca ugualmente bene a 30 fps (impostabili nel menu) grazie agli effetti di motion blur, ma è consigliabile arrivare almeno a 50-60 fps per godere appieno della sensazione di velocità. La colonna, sonora composta principalmente da pezzi techno, è gradevole e d'atmosfera, anche se non all'altezza di alcuni pezzi dei CoLD SToRAGE o degli Orbital, che i fan di Wipeout ricorderanno con emozione.

Il tracciato Vertigo, ambientato in Alaska, offre ripidissime salite e vertiginose discese, a oltre 1000 km/h!

Tirando le somme, Redout è il titolo racing futuristico che forse in molti aspettavano da anni, un gioco che fondesse armonicamente le meccaniche di Wipeout a quelle iper-velocistiche di F-Zero. Il senso di velocità che riesce a trasmettere è davvero eccezionale e raramente si è visto qualcosa di paragonabile dai tempi di F-Zero GX. Se siete cresciuti a pane e AG System potrete acquistarlo ad occhi chiusi, vi regalerà forti emozioni. Ma è un gioco consigliabile anche agli appassionati dei racing più classici, badate bene però che la curva di apprendimento è un po' alta all'inizio. Qualche difetto? L'assenza del multiplayer locale, i tracciati non numerosissimi (quattro location per venti variazioni di percorso) e la grafica non da urlo (ma vi assicuriamo che a 1000 e più Km/h farete fatica persino a non perdere di vista la pista!). Questo talentuoso team tricolore ha creato un piccolo capolavoro proprio nel buio Medioevo che stava attraversando questo genere. Chissà che non sia nato un nuovo franchise di titoli racing a zero-G?

8 / 10