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Remake e remastered al capolinea? - articolo

Superdata: “Le condizioni di mercato non ci saranno per sempre”.

Remake e remastered non saranno eterni. La retrocompatibilità delle nuove console e il supporto al passaggio cross-generazionale, per esempio, renderanno sempre meno appetibile acquistare un videogioco rimasterizzato o rifatto da zero. "Alcuni remake sono stati successi da blockbuster, ma i produttori di videogiochi dovrebbero evitare di dipendere eccessivamente dalla riproposizione di titoli classici" ha scritto Carter Rogers, principal analyst di SuperData.

Recentemente sono stati annunciati il rifacimento di Demon's Souls per PS5 (gioco del 2009), realizzata da Bluepoint; Tony Hawk's Pro Skater 1+2 (1999 e 2000 rispettivamente) nelle mani di Vicarious Visions; Mafia: Definitive Edition (rifacimento totale dell'originale del 2002) da Hangar 13 e persino Alex Kidd in Miracle World (1986) sarà riproposto con una grafica nuova.

Remake e remastered sono stati usati, negli anni, per far levare sul pubblico più adulto e sulla nostalgia, cercando, allo stesso tempo, di riproporre un contenuto ancora valido con una veste grafica aggiornata per un pubblico nuovo. In riferimento al pubblico statunitense, Rogers ha fatto notare che il 39% dei giocatori console ha almeno 35 anni, quindi è nato al massimo nell'85 e ha vissuto l'infanzia e l'adolescenza a cavallo fra gli anni '90 e 2000. Il reddito medio dei giocatori console negli Stati Uniti è di 58mila dollari l'anno: un pubblico prelibato, quindi, ed è per questo che la nostalgia - non solo nei videogiochi (anche il cinema ci sta campando da tempo) - è un mezzo di marketing tanto forte.

Anche Alex Kidd in Miracle World, gioco del 1986, sarà riproposto con una nuova veste grafica.

Ci sono stati casi di eclatante successo dell'operazione (come Crash Bandicoot N. Sane Trilogy e Final Fantasy VII Remake) e altri meno riusciti (Medievil, per esempio). Secondo le stime di SuperData, nel primo mese di disponibilità Final Fantasy VII Remake ha venduto 2,2 milioni di copie solo in digitale. Lo ha seguito Pokémon Let's Go Pikachu/Eevee (1,5 milioni) e Resident Evil 3 (1 milione). Sono andato vicino Spyro Reignited Trilogy e Resident Evil 2 (900mila copie digitali); 600mila copie per The Legend of Zelda: Link's Awakening e Crash Team Racing Nitro-Fueled mentre Crash Bandicoot N. Sane Trilogy si è fermato, secondo SuperData, a 500mila unità digitali.

Numeri importanti, specialmente per le produzioni più grandi e chiacchierate, ma "i futuri remake, comunque, potrebbero avere difficoltà ad alzare ancora di più le vendite". Rogers identifica due ragioni. La prima: è facile capire perché un prodotto degli anni '90 e 2000 possa beneficiare di una veste grafica moderna, mentre il vantaggio viene meno se i produttori valuteranno esperienze più recenti. "Da allora - ha scritto Rogers - abbiamo raggiunto un punto in cui il ritorno diminuisce". Ha poi aggiunto: "I rifacimenti dei giochi di oggi potrebbero non essere altrettanto accattivanti per il pubblico futuro".

Le rimasterizzazioni, invece, saranno messe in difficoltà dalla retrocompatibilità. Xbox Series X avrà, in questo senso, un supporto completo alla gamma Xbox One, con l'aggiunta di Xbox 360 e Xbox. PS5 sarà parzialmente retrocompatibile con PS4 (anche se Sony non ancora chiarito bene i confini di questa caratteristica) e per molti giochi PS3 e precedenti c'è PlayStation Now. "Le future console avranno un'ampia retrocompatibilità e acquisti cross-generazionali, quindi - ha spiegato Rogers - potrebbe essere difficile per i produttori convincere i consumatori a spendere ancora su questi giochi".

Secondo le stime di SuperData, Final Fantasy VII Remake ha venduto 2,2 milioni di copie digitale nel primo mese. Lo seguono Pokémon: Let's Go Pikachu/Eevee e Resident Evil 3.

Sarà davvero così? Stiamo arrivando a un punto in cui il valore aggiunto di un rifacimento o una rimasterizzazione verrà sempre meno? Sicuramente la grafica degli ultimi 10 anni ha raggiunto picchi notevoli e rifare da zero un prodotto come il primo The Last of Us oppure Halo 4 non darebbe alcun valore aggiunto al prodotto. Eppure, sentiamo che questo tipo di tecniche commerciali non moriranno tanto presto: il catalogo di videogiochi di vent'anni fa da cui ripescare è ancora molto vasto. Rogers ha fornito alcune indicazioni utili a far capire perché i giochi degli ultimi dieci anni difficilmente saranno rimasterizzati o rifatti nei prossimi anni, ma la sua visione può apparire un po' ingenua: questi prodotti sono ancora molto ghiotti.

Chiudiamo con una riflessione: la nostalgia è per forza sbagliata? Non giriamoci attorno e lo abbiamo scritto anche prima: riproporre un classico permette di avere un colpo sicuro nella maggior parte dei casi, tanto nei videogiochi quanto nel cinema e nelle serie TV. Per di più, permette di riportare all'ovile persone che, con il passare degli anni, hanno appeso al chiodo il controller. Ergo, si basa fortemente sul marketing e per nulla sulla preservazione di tale videogioco (anzi: rifarlo da zero non è preservazione perché il prodotto muta completamente).

La nostalgia è una mossa come le altre per proporre contenuti validi e, come sempre, spetta al pubblico stabilire se tale proposta sia più o meno valida. Casi recenti, inoltre, hanno dimostrato come certi rifacimenti possano equivalere a nuove produzioni vere e proprie: Resident Evil 2 Remake non è lo stesso gioco del 1998 né tanto meno lo è Final Fantasy VII Remake, dove sono incluse decine di ore di contenuti inediti.

È giusto guardare in avanti, pensare al nuovo e valutare cosa si può costruire che non sia già stato fatto. Ma non bisognerebbe scandalizzarsi per un nuovo remake. Rogers ha sottolineato un elemento in particolare: le aziende non devono fare troppo affidamento su rifacimenti e rimasterizzazioni. A oggi non ci pare che i produttori stiano sfornando soltanto vecchie glorie. L'importante è non superare questa soglia.