Resident Evil 0 HD - recensione
I cari, putridi zombie di una volta.
Per l'ennesima volta siamo qui ad analizzare la versione rimasterizzata di un gioco uscito diversi anni fa. Nel caso di Resident Evil 0 HD, però, l'opera di rimasterizzazione ha un senso, visto che stiamo parlando di un titolo vecchio, difficile da reperire e appartenente a un genere ormai quasi dimenticato.
Resident Evil 0 è stato uno degli ultimi momenti piacevoli della saga horror di Capcom, che subito dopo ha intrapreso una strada molto diversa con Resident Evil 4 (comunque un ottimo gioco). Sotto molti punti di vista è stato l'ultimo capitolo della serie a seguire la struttura classica dei survival horror, pur senza rinunciare a introdurre interessanti novità alla formula base.
In Resident Evil 0 il giocatore aveva per la prima volta la possibilità di controllare due personaggi da far collaborare per la risoluzione di enigmi più o meno articolati. La presenza di due protagonisti è sempre stata un elemento cardine di Resident Evil, ma al di là di alcuni esperimenti fatti con il secondo capitolo della saga (nel quale era possibile non raccogliere alcuni oggetti per farli trovare all'altro personaggio durante la sua run) il gameplay era sempre pensato per un unico agente su schermo.
Altro interessante esperimento fatto con Resident Evil 0 fu l'eliminazione dei famosi bauli in cui depositare gli oggetti in eccesso. Il contenuto delle casse era lo stesso in ogni parte del gioco, dettaglio che permetteva di accumulare munizioni, erbe medicinali e altri oggetti utili, per poi sfruttarli nelle fasi più avanzate del gioco.
In Resident Evil 0 l'equipaggiamento era limitato a ciò che i due personaggi potevano trasportare, dettaglio che costringeva a gestire con attenzione le proprie risorse e, in diverse occasioni, ad abbandonare qualcosa per strada per tornare a prenderla successivamente.
Entrambe le meccaniche di gioco si sono rivelate interessanti e ben studiate ma nonostante tutto questo episodio della serie è stato da molti ritenuto il più debole del vecchio corso di Bio Hazard, complice una storia meno coinvolgente e ambientazioni non sempre all'altezza di quanto visto in passato.
A detta di molti, infatti, la parte più interessante del gioco era quella iniziale, dove Rebecca e Billy dovevano muoversi all'interno di un treno in corsa infestato da zombie e creature simili a letali sanguisughe. A distanza di tanti anni, in un momento storico in cui i fan dei survival horror sono affamati di avventure classiche lontane anni luce dall'alternativa action sposata da Capcom, Resident Evil 0 ha finalmente una seconda occasione per appassionare i fan.
Mai come in questo caso, infatti, quelli che un tempo erano considerati i più grandi difetti del gioco passano in secondo piano grazie all'assenza di concorrenti e al numero ridotto di produzioni analoghe reperibili nei negozi, fisici o virtuali che siano.
Va anche detto che il lavoro di rimasterizzazione svolto da Capcom è piuttosto valido, e permette a Resident Evil 0 di spiccare anche tra produzioni qualitativamente migliori. Gran parte del successo visivo di questa versione è dovuto anche agli ottimi asset originali che caratterizzavano la versione GameCube, che anni fa aveva lasciato a bocca aperta per la qualità dei modelli e per l'ottima scelta delle inquadrature all'interno delle ambientazioni.
Il pregevole lavoro svolto in passato dal team di sviluppo originale è stato tirato a lucido con estrema cura, aggiungendo l'opzione 16:9 e modificando lievemente il taglio di alcune inquadrature in modo da rendere il tutto naturalmente compatibile con questa novità.
Anche le ombre e il sistema di illuminazione sono stati rivisti per reggere il confronto con i nuovi standard, e il risultato finale è indubbiamente valido. Peccato che tutto questo impegno non abbia coinvolto le sequenze video in CG, o che lo abbia fatto solo marginalmente. Nella maggior parte dei casi, infatti, la compressione dei filmati è a dir poco eccessiva, al punto da rendere difficile godersi quanto mostrato su schermo, soprattutto nelle sequenze più scure e con un abbondante uso dei neri.
Oltre ai 16:9 questa versione propone anche un nuovo adattamento in italiano, particolarmente gradito visto che quello su GameCube era approssimativo e poco curato (basta ricordare la coniugazione dei verbi da mani nei capelli), e la possibilità di scegliere tra il classico sistema di controllo in stile carro armato dei capitoli originali, o uno più moderno che riprende quello tipico di Devil May Cry.
Di sicuro non ci troviamo di fronte a una rimasterizzazione capace di lasciare a bocca aperta ma per tutti coloro che non hanno mai avuto l'occasione di giocare Resident Evil 0, questa nuova versione è un acquisto caldamente consigliato, a maggior ragione se si considera che oltre all'ormai classica soluzione digitale è possibile optare anche per una conveniente raccolta contenente le versioni HD di Resident Evil Rebirth e di Resident Evil 0. Aspettando il già annunciato remake del secondo capitolo della serie...