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Resident Evil 2: The Board Game - articolo

Paura da tavolo!

Il mercato dei giochi da tavolo (e di ruolo!), da alcuni anni a questa parte sta vivendo una vera e propria seconda giovinezza. Le fiere di settore fanno registrare numeri sempre più importanti, i fatturati delle aziende aumentano grazie ad una costante crescita del mercato, e il pubblico dei "boardgamers" ha una scelta sempre più variopinta e frastagliata di giochi da cui attingere.

In questa piacevole diversità di prodotti, una consistente fetta di mercato la stanno riguadagnando i giochi su licenza videoludica, e non solo. Non banali placement del marchio come spesso succedeva in passato, ma al contrario, giochi con grandi ambizioni, spesso accompagnati da materiali di altissima qualità (miniature in primis) e flussi di giochi che cercano di ricreare sul tavolo da gioco le esperienze videoludiche.

Oggi ci vogliamo concentrare su un titolo che, per motivi differenti, è sulla bocca di tutti già da parecchi giorni: Resident Evil 2. Complice il remake uscito in questo periodo (trovate qui la nostra recensione), uno dei capitoli più affascinanti dell'intera saga horror di Capcom è tornato a spaventarci esattamente come fece vent'anni fa. Per una serie di congiunzioni astrali favorevoli, proprio in questo periodo, molti giocatori da tavolo e appassionati hanno avuto la fortuna di ricevere le copie del gioco da tavolo di Resident Evil 2.

Si tratta di un titolo cooperativo in cui, da uno a quattro giocatori, devono unire le forze per superare una serie di scenari che ricreano alcuni dei passaggi salienti dell'iconico videogioco. Il gioco è stato ideato dal trio composto da Mat Hart, Richard Loxam e Sherwin Matthews, e pubblicato dalla Steamforged Games Ltd.

Il publisher inglese non è nuovo all'utilizzo di licenze videoludiche; oltre a Resident Evil 2, nel suo catalogo trova spazio anche l'acclamato Dark Souls: The Board Game, ed in futuro arriverà anche la versione da tavolo di Horizon: Zero Dawn, IP che ha riscosso un buon successo su Playstation 4.

Dopo alcune sessioni portate a termine, possiamo tranquillamente affermare che lo spirito del videogioco è stato catturato in maniera alquanto efficace. A differenza di altri prodotti di questo tipo, in Resident Evil 2: The Board Game i designer del gioco hanno cercato di offrire un'esperienza in grado di strizzare profondamente l'occhio al concetto di survival-horror. Scordatevi quindi i classici dungeon crawler in cui la soddisfazione deriva principalmente dal lancio di "secchiate" di dadi, abbracciate invece un approccio più ragionato e riflessivo, che spesso vi porterà a discutere con il vostro gruppo sull'effettiva necessità di attaccare uno zombie piuttosto che evitarlo e salvare qualche proiettile. I proiettili, di fatto, sono merce rara e nell'economia della sopravvivenza all'interno di ogni scenario sono notevolmente più rilevanti delle erbe o degli spray (a loro modo comunque determinati).

Tutti questi elementi s'incastonano con particolare soddisfazione all'interno di un turno di gioco piuttosto semplice e veloce, suddiviso in tre fasi principali: azioni, reazioni e tensione. Nella "action phase" il giocatore di turno può far compiere alla propria miniatura fino a quattro azioni di stampo piuttosto classico: muoversi, sparare, cercare oggetti, aprire/chiudere porte, usare oggetti o scambiarseli se si trova nella stessa casella di un compagno. In questo frangente si gioca gran parte della sessione, con alcune nuove variabili, piuttosto piacevoli, che sono introdotte dopo aver giocato il primo scenario. Tra queste segnaliamo con molto piacere la dinamica dell'"encounter die".

Un po' come avveniva nel videogioco, ogni porta aperta e ogni nuova zona esplorata equivale ad un passo verso lo sconosciuto. Questa sensazione di smarrimento e scoperta sono state riprodotte attraverso un dado e una serie di tessere di differenti colori. Ogni volta che entreremo in una nuova tessera della mappa, facendo riferimento al colore che le appartiene (verde, giallo, arancione o rosso) dovremo lanciare il dado incontro e, in base al risultato mostrato, succederanno cose più o meno brutte, determinate dal colore della tile su cui ci troviamo. Una variabile che rende davvero imprevedibile ogni missione (anche se si decidesse di rigiocarla, ad esempio), oltre a mettere i giocatori nella condizione di dover sempre valutare la mutevole situazione che si presenta al tavolo.

D'altronde, gli zombie (ma anche i lickers e altre tipologie di mostri presi dal videogioco) sebbene non brillino per scaltrezza, non stanno certamente ad aspettare le mosse dei giocatori. Grazie alla fase di reazione, ogni singola tipologia di mostri su mappa reagirà in maniera differente alle azioni del personaggio attivo. Reazioni che avvengono sempre all'interno della relativa fase, ma spesso e volentieri (in accordo con alcune regole presenti nel regolamento, che qui non approfondiamo) anche al di fuori del turno. Ve lo possiamo assicurare: essere circondati da nemici, esattamente come succede nel videogioco, equivale con discreta sicurezza a morte certa.

La qualità delle miniature non è eccelsa come in altri giochi dello stesso publisher, ma rimangono comunque discretamente dettagliati.

L'ultima fase del turno è relegata a un'altra meccanica piacevole e in grado di regalare particolari twist alla sessione, ed è chiamata "tension phase". Attraverso la pesca di carte dal relativo mazzo, alla fine dell'attivazione di ogni personaggio alcuni eventi si applicheranno alla mappa stessa. Eventi che possono far compiere movimenti extra agli zombie, farne "spawnare" di nuovi e altro ancora che lasciamo a voi il piacere di scoprire.

Non preoccupatevi però, il combattimento, per quanto spesso evitabile, è una componente fondamentale dell'esperienza, soprattutto quando vi troverete ad affrontare boss come il G-mutant o Birkin allo terzo livello di mutazione. In queste situazioni, come spesso accade nei giochi di tale genere, la componente di fortuna legata al lancio del dado, può ovviamente influire sul risultato di alcune azioni.

Un'esperienza che è quindi appagante e rispettosa del prodotto di origine, arricchita da una componente estetica piacevole ma non perfetta. La qualità delle miniature presenti in Resident Evil 2: The Board Game non raggiunge purtroppo quella offerta dal gioco da tavolo di Dark Souls, eccezione fatta per alcuni modelli (come l'alligatore). Inoltre, anche la telatura delle carte e le tile di gioco (scurissime, forse troppo!) non fanno gridare al miracolo.

Le chicche che troverete all'interno della scatola base (e delle eventuali espansioni se avete fatto il pledge su kickstarter) sono tantissime, e nominarle tutte sarebbe un'impresa ardua. Quello su cui ci teniamo a porre l'accento, prima delle dovute conclusioni, riguarda l'appagamento che ci ha restituito il gioco sia in partite one-shot su singolo scenario, ma anche (anzi, soprattutto) giocandolo sotto forma di campagna; ed è proprio quest'ultima che vi consigliamo caldamente di giocatore per assaporare quel retrogusto di tensione, paura e sopravvivenza, in un modo inedito ma altrettanto divertente.

Resident Evil 2: The Board Game è un'esperienza che entusiasma, sviluppata con intelligenza partendo dal know-how che Steamforged ha acquisito dopo l'esperienza su Dark Souls. Un progetto rispettoso dell'IP e dei tanti fan sparsi per il mondo, che non mancherà di regalarvi piacevoli sessioni ricche di tensione e sorprendenti collegamenti alla controparte videoludica. L'unico potenziale limite è legato alla lingua del gioco: scatola, carte e materiali sono completamente in lingua inglese. Una conoscenza base è più che sufficiente per assimilare il manuale, ma se vi imbarcate per la prima volta in un'esperienza tabletop di questo genere, mettete in conto qualche partita per prendere confidenza con il gioco e il relativo flusso.

Arriviamo però alla fatidica domanda: dove lo compro? Se non siete tra coloro che hanno dato fiducia al progetto kickstarter, il gioco è disponibile in lingua inglese, mentre tra qualche settimana, grazie a Cosmic Games, sarà possibile scaricare la versione italiana dei manuali in versione digitale.