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Resident Evil 7 - prova

Il terrore in prima persona.

Resident Evil è tornato. E no, non si tratta di una di quelle affermazioni generiche da appioppare ad un seguito altrettanto generico. Dopo un percorso di annuncio piuttosto originale, prima avvenuto sotto le mentite spoglie di The Kitchen, una demo studiata per il visore PSVR, e poi attraverso la pubblicazione di una versione dimostrativa completamente slegata al gioco finale, Capcom ha voluto finalmente mettere le carte in tavola e consentirci di assaporare quello che potrebbe essere il gioco del riscatto.

Questo perché gli ultimi due capitoli, con la loro deriva esageratamente action, hanno lasciato l'amaro in bocca ai tanti fan dei survival horror. Ma riscatto anche per la storica firma giapponese che dopo alcuni anni di disorientamento culminati con Street Fighter V, è pronta (si spera) a ripartire. E quale miglior modo di farlo di un capitolo ufficiale del suo marchio più famoso?

Nessuno, e per questo le aspettative intorno a Resident Evil 7 sono piuttosto alte. Così come è tanta la curiosità di scoprire come Capcom sia riuscita a modernizzare la sua serie... portandola indietro di qualche anno.

"Un ottimo passo indietro", ha infatti sintetizzato in maniera molto arguta un collega durante la prova che abbiamo effettuato presso gli uffici milanesi di Halifax. Questo perché in Resident Evil 7 si respira l'aria dei primi capitoli, quelli fatti di misteriose magioni da esplorare, puzzle da risolvere e stanze sicure nelle quali salvare e poter gestire lo spazio dell'inventario.

La casa sarà ricca di dettagli piuttosto inquietanti che contribuiranno a raccontare la perversione dei Baker.

Capcom, però, ha anche provato a introdurre un po' di novità all'interno di una serie che sta cercando una sua nuova dimensione. La principale è, senza ombra di dubbio, l'utilizzo della prima persona. Una prospettiva inedita per raccontare le truculente disavventure di Ethan, il nuovo protagonista, che rende ogni scena ancora più personale e viscerale e ha consentito agli sviluppatori di rendere il gioco completamente compatibile con PS VR, il visore per la realtà virtuale di PlayStation 4. L'immersione nella casa degli orrori sarà con ogni probabilità totale, e proprio per questo non vogliamo nemmeno immaginare, da fifoni patentati quali siamo, di come possa essere sopportare tutto quel sangue e quella tensione sparati direttamente sugli occhi.

Questo perché il tasso di violenza esplicita sarà decisamente maggiore che in passato. L'horror di Resident Evil 7, infatti, ricorda molto da vicino quello dei vari Hostel e Saw. La porzione di gioco che abbiamo provato si apriva con una scena piuttosto simile a quella vista in The Kitchen, con Ethan legato ad una sedia e una serie di brutti ceffi intenti a convincerlo a parlare. Con le cattive.

In un modo o nell'altro il protagonista riuscirà a sfuggire alla loro attenzioni ma non sarà altrettanto facile abbandonare la casa. Dal momento della fuga in avanti partirà un'inquietante gara al gatto col topo, con noi, ovviamente, a vestire i panni di quest'ultimo.

Esplorando la casa troveremo i resti ancora gocciolanti degli altri prigionieri che come noi hanno ricevuto le cure della famiglia Baker, ma non sono stati sufficientemente fortunati da scappare. In questi frangenti passeremo fortunatamente la maggior parte del tempo da soli e anzi dovremo cercare in tutti i modi da non farci notare da Jack, il corpulento capofamiglia che pigramente ci cercherà in giro per la casa.

Il gioco è disseminato di puzzle da risolvere per poter entrare in nuove aree della casa o avere l'accesso ad armi più potenti.

In questo modo avremo la possibilità di fare luce sui misteri della casa e sui dettagli che legano Mia, la moglie di Ethan misteriosamente scomparsa nei pressi di Dulvey, una cittadina immaginaria della Louisiana, e i Baker. Soprattutto cominceremo a collezionare i primi oggetti e le prime armi utili per penetrare sempre più in profondità nella magione. Alcune zone della casa, infatti, saranno protette da speciali serrature che richiederanno un po' di esplorazione e materia grigia per essere aperte. In alcuni casi si dovrà cercare uno specifico oggetto per sbloccare un meccanismo, in altri invece dovremo manipolare delle statue in modo da ottenere la figura richiesta.

Quello che ci sarà chiesto di fare non sarà mai particolarmente cervellotico, ma è decisamente un buon modo per riproporre una delle caratteristiche classiche di Resident Evil. Inoltre queste fasi sono utili per spezzare il ritmo del gioco, impartendo un senso di progressione ben marcato all'avventura e alternando scene dall'alto tasso emotivo, come i combattimenti con i boss o con altri nemici, ad altre più ragionate.

Abbiamo apprezzato anche i cambi di registro che ci porteranno "dentro" alcune memorie dei protagonisti, modificando sia la grana della grafica che il modo di affrontare i nemici. Questo perché Ethan, dopo i primi istanti di smarrimento, riuscirà a trovare diversi oggetti grazie ai quali difendersi in maniera più o meno efficace, mentre gli altri protagonisti dovranno necessariamente fuggire e nascondersi per consentirci di non vedere la famigerata scritta "You are dead".

Un mix dunque interessante, che non rinuncia anche a due caratteristiche per molti versi irrinunciabili da parte dei fan. La prima è la presenza del crafting, fondamentale per poter creare medicine sempre più efficaci o proiettili in grado di mandare al tappeto gli avversari più coriacei, mentre la seconda è la presenza di epiche boss battle.

Non mancheranno momenti nei quali i Baker non mostreranno la loro vera natura.

In questi frangenti ci troveremo ad affrontare spaventosi mostri in arene solitamente piuttosto limitate. In questo ambiente ostile dovremo fare i conti con la salute piuttosto bassa di Ethan, una scarsità di risorse notevole e la forza sovrumana degli avversari. Così al posto di crivellare il boss alla testa e abbatterlo a colpi di quick time events, come succedeva nel recente passato, dovremo capire quello che sta facendo il nemico, così da anticiparne le mosse e agire di rimessa.

La cosa che ci ha più sorpreso è che durante questi combattimenti ci sono più modi per raggiungere lo stesso obiettivo. Il difficile sarà scovarli prima che il nemico capisca come farvi fuori. In questi frangenti servirà sempre un po' di pazienza, un po' per non sprecare inutilmente i pochi proiettili a disposizione, un po' perché non sempre si capisce perfettamente se stiamo facendo la cosa giusta.

Nel complesso però si ha l'impressione di non essere di fronte ad un action in prima persona, ma a un qualcosa di leggermente diverso. Sarete degli esseri umani un po' lenti ed impacciati, non ipermuscolosi agenti della Stars.

I legami con i precedenti capitoli al momenti sono ritrovabili nel titolo e nel fatto che incontrerete mostruosi esseri geneticamente modificati. Ancora nulla è trapelato di eventuali altre connessioni, così come i luoghi e i protagonisti sembrano completamente slegati con quelli classici.

I Baker non sembrano così sprovveduti, ogni loro mossa è stata programmata nei minimi dettagli.

Dal punto di vista tecnico Resident Evil 7 convince ma non stupisce. Il gioco presenta già un frame rate piuttosto stabile e una buona pulizia dai problemi tipici di questa fase dello sviluppo, ma non impressiona per la qualità delle texture o per la fisica, praticamente assente. Se pensiamo però che PS4 sarà in grado di gestirlo interamente in VR, rimaniamo stupiti dalla bravura del team giapponese.

Discrete le musiche e gli effetti ambientali, fondamentali per capire dove sono i nemici. Una nota di merito va invece al doppiaggio interamente in Italiano, già completato e implementato nel gioco.

Il prossimo 24 gennaio, dunque, la serie di Resident Evil si appresta a tornare su PC e console con un capitolo interessante sospeso tra la necessità di riprendere e riutilizzare alcuni elementi storici e la consapevolezza di dover rinnovare un linguaggio narrativo e delle meccaniche ormai bruciate dal quinto e dal sesto episodio.

Da questo primo assaggio sembra che gli elementi per cercare un nuovo inizio, più fedele agli albori della serie, ci siano tutti. Un ritmo compassato che improvvisamente s'impenna per un combattimento, puzzle e qualche "citazione", sono gli ingredienti che piaceranno ai fan storici.

Ethan partirà brandendo un semplice coltellino, ma potrà sfruttare anche armi di tutt'altra portata.

L'alto tasso di spettacolarità di alcuni momenti e la truculenza insita in ogni nemico e in ogni scena, invece, potrebbero invece rivolgersi ad un pubblico più giovane, alla ricerca di emozioni facilmente assimilabili che di misteri e psicothriller.

Non abbiamo visto però ancora quel guizzo per permettere a Resident Evil di tornare ad essere una delle serie di riferimento dell'industria, ma il contesto della prova e la limitatezza della stessa potrebbero aver smorzato alcune emozioni e alcuni dettagli che sicuramente saranno poi carpiti in sede di recensione.

Manca ormai pochissimi, infatti, all'uscita di questo settimo episodio, previsto per il 24 gennaio in contemporanea su PC, Xbox One e PS4, in versione liscia, Pro e VR.

Avatar di Luca Forte
Luca Forte: Luca si divide tra la gestione del ruspante VG247.it e l'infestare Eurogamer con i suoi giudizi sui giochi sportivi, Civilization, Fire Emblem, Persona e Football Manager. Inviato d'assalto, si diverte a rovinare le anteprime video dei concorrenti di tutto il mondo in modo da fare sembrare le sue più belle.
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