Resident Evil Archives
Il remake di un remake.
Giudicare l’attuale politica di Nintendo non è una cosa facile. Al di là di qualche nuova IP e di ritorni più o meno inaspettati, la compagnia giapponese sembra aver puntato molto sul suo back catalogue “riesumando” alcune vecchie glorie per GameCube come Pikmin e Mario Power Tennis, per poi proporle, seppur a un prezzo budget, senza alcun tipo di variazione (eccezion fatta per il New Play Control). La domanda che molti di voi si saranno fatti di fronte a giochi di questo tipo è probabilmente la stessa: sono davvero necessari? Indipendentemente da quella che sia la vostra risposta, una cosa è certa: questi discutibili remake vendono. E anche bene.
Nintendo e Capcom potevano dunque lasciarsi sfuggire l’occasione di riproporre, anche su Wii, l’ennesima riedizione del primo Resident Evil?
Quando Capcom annunciò Resident Evil Archives, molte persone (me compreso) si sarebbe immaginati un remake forte di un’ottimizzazione tecnica pari, se non superiore, a quella della versione Wii di Resident Evil 4 (audio surround, widescreen e ovviamente un gameplay completamente rivisto per trarre il massimo dal nuovo sistema di controllo) ma purtroppo le cose non sono andate come previsto. Le speranze degli appassionati si sono infatti rivelate vane e questo perché gli sviluppatori si sono limitati a fare un semplice “copia/incolla” della versione per GameCube: nessuna ottimizzazione, nessun miglioramento, solo il caro vecchio Resident Evil.
E’ dunque possibile giocare in tre modi: con l'accoppiata nunchuk e remote, solo con il remote (posizionandolo orizzontalmente come un joypad tradizionale), con il Classic Controller o con un vecchio joypad per GameCube. Al di là di questo, il gioco in sé è tale e quale alla sua versione precedente e ciò vuol dire gli stessi pregi e difetti che hanno caratterizzato le precedenti edizioni, sono stati riproposti anche in questo caso.
Visto che parliamo di semplice compatibilità (e non di ottimizzazione) con il nuovo sistema di controllo, l’esperienza di gioco con Wiimote e nunchuk non si discosta molto rispetto alle alternative citate poc’anzi, confermando gli ormai storici limiti dei primi capitoli della serie: movimenti macchinosi limitati a quattro direzioni uniti alla possibilità di voltarsi rapidamente.
Sebbene queste meccaniche di gioco possano rendere alcune situazioni davvero complesse (e talvolta anche frustranti) si dimostrano comunque determinanti per accrescere il senso di ansia e angoscia che caratterizza l’intera esperienza di gioco.
Resident Evil è e resterà per sempre un capolavoro, ma ciò non toglie che questo remake, privo di qualsiasi miglioria rispetto alla sua precedente edizione per GameCube (che ricordiamo, fu rilasciata oltre 5 anni fa) appaia come una squallida mossa commerciale, volta ad approfittare dell’amore incondizionato degli appassionati verso questo celebre franchise. Nel caso in cui vi foste persi l’edizione per GC, Archives saprà senz’altro regalarvi grandi soddisfazioni, ma in caso contrario fareste meglio ad orientarvi altrove.