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Resident Evil HD Remaster: (il) RE è tornato - recensione

Benvenuti al survival horror.

Il capostipite della serie Resident Evil rinacque a nuova vita nell'ormai lontano 2002. Il GameCube era uscito da circa un anno e all'epoca Nintendo si dava un gran da fare per acquisire succose esclusive da sviluppatori esterni. Sembra passato un secolo e da allora la saga di Capcom ha vissuto un decennio abbondante di (poche) luci e (tante) ombre.

Quando il remake del primissimo Bio Hazard (intitolato in patria Rebirth) si affacciò alla ribalta, la maggior parte di noi non credette ai propri occhi. Le prime immagini fecero slogare un numero smisurato di mascelle e non pochi persero la vista a causa di pratiche onanistiche provocate dal primo trailer che uscì di lì a poco.

"Sono sicuramente le scene d'intermezzo, figurati se il gioco è proprio così"... e invece sì, il gioco era esattamente così. Semplicemente il miglior Resident Evil di sempre (ancora oggi!) e un nuovo paradigma in termini di modellazione poligonale e sfondi pre-renderizzati.

Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti. Shinji Mikami ha rivoluzionato la saga con il quarto capitolo e poi è partito verso altri lidi, senza peraltro distaccarsi troppo dalla sua creatura, come abbiamo potuto vedere con The Evil Within.

Il personaggio di Barry non viene molto approfondito dalla trama. Per sapere qualcosa in più di lui e della sua famiglia dovremo attendere Resident Evil Revelations 2.

Nel frattempo le console si sono evolute, abbiamo avuto quattro Gears of War, infiniti Assassin's Creed, il giusto numero di Uncharted e centinaia di altri titoli incredibili che hanno schiaffeggiato le nostre pupille. Eppure non vi nascondo che quando ho rivisto l'intro di Resident Evil HD Remaster e sono entrato per l'ennesima volta nell'atrio della "mansion", l'emozione è stata quasi la stessa.

Tra i lettori di questa recensione quasi tutti conosceranno la trama del gioco ma per quei pochi all'oscuro, ecco un brevissimo riassunto. Una serie di bizzarri incidenti si sono verificati nella foresta che circonda Raccoon City e un team di agenti speciali viene inviato sul posto salvo scomparire nel nulla.

Una seconda squadra ne prende il posto ma poco dopo aver ritrovato i resti dell'elicottero del Team Bravo, viene attaccata da un gruppo di "strani" dobermann. L'unica via di fuga è rappresentata da un'enorme villa che si nasconde nella foresta e a sopravvivere sono in 4: il capitano Albert Wesker e gli agenti Chris Redfield, Jill Valentine e Barry Burton.

A seconda che scegliate uno dei due protagonisti principali, Chris e Jill, l'inizio del gioco sarà leggermente differente ma il livello di difficoltà rimarrà il medesimo scelto delle opzioni iniziali. Un consiglio spassionato: se siete neofiti di Resident Evil e finora siete stati abituati a giochi che elargivano derrate di munizioni piuttosto generose, non fate i presuntuosi e scegliete una difficoltà umana. Proprio come l'originale per PlayStation/Saturn e il remake da cui questo HD Remaster è tratto, qui le pallottole sono scarse e i nemici tosti... questo è puro survival.

Per entrambi i protagonisti sono disponibili i costumi bonus BSAA dall'inizio, mentre altri possono essere sbloccati portando a termine il gioco.

Detto ciò, possiamo parlare delle novità che questa riedizione in alta definizione si porta dietro. Ovviamente la prima cosa che salta all'occhio è il lifting grafico che ha coinvolto modelli poligonali e location, purtroppo non sempre con risultati eccellenti. Il polygon-count dei protagonisti, degli oggetti nell'inventario e dell'intero bestiario è visibilmente superiore a quello delle vecchie versioni e molte ambientazioni principali sono state tirate a lucido ma non tutte.

L'atrio di Villa Spencer che ci accoglie all'inizio del gioco è lussureggiante di colori e luci: candele ovunque, ombre inquietanti e fulmini che ne disegnano gli angoli nascosti hanno fatto palpitare il cuoricino del sottoscritto. Purtroppo non tutte le location della smisurata villa hanno avuto un restauro altrettanto attento e minuzioso, anzi, alcune di esse hanno una palette di colori quasi "bruciata" che impasta le sagome degli oggetti con alcuni elementi degli scenari. Fortunatamente la situazione arriva a livelli fastidiosi solo in alcune ambientazioni secondarie, che visiterete al massimo un paio di volte.

Il gioco può essere visualizzato anche in formato 16:9 e per raggiungere questo risultato Capcom ha utilizzato il seguente trucchetto. Delle bande nere sono state aggiunte su schermo ma per non penalizzare la visuale durante il gioco, un intelligente scrolling orizzontale o verticale interviene di tanto in tanto ad assecondare i movimenti del personaggio in alcune fasi.

Un'altra novità è il sistema di controllo alternativo. Se avete giocato solo i Resident Evil dal quarto capitolo in poi, difficilmente avete avuto la "fortuna" di provare i legnosissimi controlli dei primi episodi. Per muoversi in avanti era necessario premere la croce direzionale (o lo stick) verso l'alto a prescindere dall'orientamento della schermata in cui ci si trovava e premere poi destra o sinistra per svoltare nella corrispondente direzione. Tale sistema costringeva alcuni giocatori a vere e proprie evoluzioni nei primi minuti e molti odiano questo sistema ancora oggi.

Il remake del gioco originale ha introdotto alcuni zombi inediti, come i velocissimi Crimson Head. Ma anche loro hanno un punto debole...

L'opzione alternativa ricorda quella dei primi Devil May Cry. Immaginate un'ambientazione con un corridoio lungo e una svolta alla fine: con questo "nuovo" sistema potrete indirizzare il vostro personaggio nella direzione che preferite e lui continuerà a muoversi in quella anche dopo il cambio di inquadratura.

Tutto fila liscio finché gli incroci non si moltiplicano e i cambi di telecamera non si fanno più repentini, in questi casi potreste avere qualche attacco di labirintite e dei lievi giramenti di testa ma non preoccupatevi, dopo qualche minuto di pratica tutto diventerà più semplice e tornare ai vecchi controlli sarà quasi impossibile.

Una serie di opzioni vi consente di personalizzare un minimo l'esperienza fin dall'inizio scegliendo il formato dello schermo tra 16:9 e il vecchio 4:3, la mappatura dei comandi e via dicendo. Potrete anche decidere se usare automaticamente le armi di difesa (personalmente preferisco attivarle manualmente per non sprecarle contro nemici secondari), consultare le classifiche dei migliori giocatori e visionare tutti i video sbloccati fino al punto in cui siete arrivati.

Il restyling ha portato con sé altri piccoli miglioramenti, facili da individuare per chi ha giocato fino alla nausea il gioco originale ma forse meno evidenti per tutti gli altri. Sono ad esempio cambiati i filmati d'intermezzo, finalmente privi di quegli scatti e sfarfallamenti visti su GameCube e Wii. Anche i caricamenti sono leggermente più veloci ma state tranquilli... le sequenze con le porte che si aprono ci sono ancora.

Chris può portare meno oggetti di Jill e non possiede un grimaldello per aprire alcune porte, ma può incassare molti più danni.

Ovviamente la caratteristica che più di tutte rende grande Resident Evil HD Remaster rimane la stessa che a suo tempo decretò il successo del capostipite e del suo remake: l'atmosfera, ovvero quella cosa di cui in casa Capcom sembrano aver dimenticato l'importanza. Ogni singolo passo nel gioco è accompagnato da un crepitio, un lampo, un'ombra che si muove dietro l'angolo, un lontano ululato o un puntuale aumento del volume della (splendida) colonna sonora orchestrata. In una sola parola, tutto è memorabile!

Anche l'enorme quantità di backtraking che il giocatore è portato ad affrontare, una volta tanto può non essere considerata un difetto ma un elemento portante del game design, che contribuisce in maniera decisiva ad aumentare la tensione. Quando verso metà del gioco vi ritroverete a percorrere molti dei corridoi sbloccati all'inizio ma con la minaccia dei velocissimi Hunter sulle vostre tracce, vi sfido a non trattenere il respiro fino alla successiva save-room.

Gli enigmi e i puzzle, pur nella loro semplicità e ingenuità, s'incastrano perfettamente nel "mood" del gioco, quello di un film horror vecchio stile in cui tutto sembra già visto ma al quale non potete assolutamente resistere. Avrete a che fare con un architetto pazzo, che ha costruito questa enorme villa per nascondere indicibili segreti e l'ha farcita di trappole e porte segrete. Aggiungete al tutto una serie di mostri da incubo, scarse possibilità di riuscita e avrete la ricetta perfetta del survival horror.

Se vi preparate a scaricare Resident Evil HD Remaster sicuramente appartenete ad una di queste tre categorie: 1) Quelli che hanno giocato l'originale, tutti i sequel/spin-off/remake e che tornerebbero a giocarlo anche tra 30 anni in versione olografica; 2) Quelli che hanno giocato solo gli ultimi capitoli, quelli più action, ma che sono curiosi di capire perché i vecchi titoli vengano ancora considerati i migliori; 3) Quelli che hanno meno di 20 anni e considerano retrogaming i titoli PS2, ma avendo finito l'ultimo COD o Assassin's Creed vogliono provare un gioco antico in attesa dei prossimi blockbuster.

Tecnicamente il remake si assesta su dei livelli buoni ma alcune texture mutuate dalla versione GaneCube non gli permettono di raggiungere l'eccellenza.

Ai primi dico: godetevi questa meraviglia, non badate alle imperfezioni che ho descritto nella recensione perché non rovineranno in alcun modo la vostra esperienza e magari provate a sbloccare tutti gli Obiettivi e Trofei (ma vi avverto, sarà dura)! Alle altre due categorie invece dico: avete tutta la mia invidia! Poter vivere questo gioco per la prima volta in questa edizione non ha prezzo, anche se avendo già visto dove la storia va a parare negli ultimi capitoli, probabilmente la trama vi sembrerà piuttosto scontata.

Ricordate inoltre che non potrete sparare mentre vi muovete e che il vostro inventario sarà limitato a una manciata di oggetti. Usare sapientemente le casse per depositare ciò che non vi serve e fare scorta di munizioni ed erbe verdi/rosse risulta vitale per la buona riuscita della missione, così come l'utilizzo dei (pochi) nastri d'inchiostro utili per salvare.

I dettagli descritti fanno di questo Resident Evil il capitolo di maggiore impatto dell'intera serie, quello con l'atmosfera più palpabile e se vogliamo, anche uno dei più difficili da portare a termine. Se dopo averlo portato a termine con Chris e Jill (impiegando una media di 8 ore circa per ogni campagna) vorrete cimentarvi con ulteriori sfide, Capcom ha conservato per voi una manciata di modalità aggiuntive da brividi. Che ne dite ad esempio di rigiocare l'intera avventura ma con nemici invisibili? Riuscire a "platinare" questo gioco sarà un'impresa di cui solo pochissimi potranno fregiarsi...

I giocatori più vecchi, nostalgici e polemici (categoria a cui, ovviamente, appartengo) si lamenteranno ancora una volta per alcune battute storiche leggermente modificate, come la mitica "you were almost a Jill sandwich" pronunciata da Barry dopo una fase particolarmente concitata, ma per il resto il miglior Resident Evil di sempre è tutto qui. Un gioco molto vicino alla perfezione nel proprio genere d'appartenenza e che può ancora insegnare qualcosa a chi ha provato a imitarlo negli ultimi anni.

9 / 10