Resident Evil: Operation Raccoon City
Gli zombi stanno per tornare...
A differenza di molte persone che vivono l'industry videoludica, sia dall'interno che dall'esterno, ammetto di non essere rimasto particolarmente sorpreso di fronte all'annuncio di Operation Raccoon City. In fin dei conti, sin dalla release di Resident Evil 4 era chiaro che Capcom avesse l'intenzione di orientarsi maggiormente verso il genere dei TPS, e dopo Resident Evil 5, che di "survival" aveva ben poco, ecco dunque arrivare un altro titolo volto a dimostrarci che il "vecchio" RE appartiene ormai al passato.
Operation Raccoon City non è infatti altro se non il frutto di una strategia pluriennale che pur essendo stata volutamente ignorata e negata da molti, è purtroppo realtà. Avvicinarsi a questo titolo con la nostalgia nel cuore sarebbe tuttavia sbagliato poiché vorrebbe dire svilire il lavoro di una software house ancor priva che abbia avuto modo di portarlo a termine e, chissà, far ricredere anche chiunque fosse rimasto ancorato ad un passato che, per quanto glorioso, appartiene, per l'appunto, ad un epoca ormai passata e dunque irripetibile.
Perché dunque non dare agli sviluppatori il beneficio del dubbio? O meglio, partire dal presupposto che possano riuscire nell'esaltare una realtà videoludica che sembra in grado di regalare ancora tante soddisfazioni a noi giocatori?
Operation Raccoon City punterà infatti tutto sull'azione, avvalendosi non solo di meccaniche frenetiche e intense che lasceranno ben poco spazio al fattore "paura", ma anche di una struttura che possa esaltare il suggestivo universo di gioco. E' ancora presto per dire se questa si rivelerà una scelta vincente, ma quel che è certo è che, considerando i suoi obiettivi, Capcom si è senz'altro rivolta ad uno dei pochi team di sviluppo in grado di occuparsi di un progetto come questo.
I ragazzi di Slant 6, già noti al grande pubblico per il buon SOCOM: Confrontation, hanno infatti una certa esperienza nel campo degli sparatutto cooperativi e del multiplayer online, e sebbene tale esperienza non sia da sola una garanzia di successo, giustifica senz'altro una certa positività.
Il titolo in questione non sarà tuttavia un banalissimo SOCOM in salsa horror, bensì un frenetico sparatutto in terza persona costruito per esaltare le peculiarità del famoso brand di Capcom. L'avventura, ambientata tra gli eventi di Resident Evil 2 e 3, vedrà l'Umbrella cercare di nascondere la verità riguardo all'epidemia del virus T che ha devastato Raccoon City grazie al dispiegamento delle sue forze speciali, l'Umbrella Security Service.
E indovinate un po' chi dovremo impersonare? Ma certo, proprio i soldati dell'Umbrella. La scelta di concentrare la struttura narrativa su un gruppo di soldati piuttosto che sugli storici personaggi che hanno scritto la storia del brand, potrebbe risultare poco convincenti agli occhi di molti, ma la possibilità di osservare tali figure da una diversa prospettiva sarà indubbiamente una delle caratteristiche più interessanti del prodotto.
In una particolare missione, ad esempio, si avrà il compito di trovare, inseguire ed uccidere un giovanissimo Leon Kennedy – un'evidente forzatura narrativa visto che una situazione di questo tipo non si è mai verificata "ufficialmente", che sarà però di grande interesse per gli appassionati del franchise, specie alla luce delle parole del producer Masachika Kawata durante il Captivate.
"Ci saranno diversi modi per affrontare gli eventi di questo gioco", ha spiegato. "Si potrà decidere di seguire il corso degli eventi o cambiare le cose". Questo significa forse che potremo prendere delle decisioni che andranno ad influenzare la narrazione? E' lecito pensarlo, ma almeno per ora preferiamo non giungere a conclusioni affrettate (più che altro per paura di crearci false aspettative).