Resident Evil: Operation Raccoon City - hands on
Uno sguardo approfondito al multiplayer.
Come alcuni di voi senz'altro ricorderanno, la scorsa settimana vi avevo parlato della modalità singleplayer di Resident Evil: Operation Raccoon City, sollevando purtroppo più di qualche perplessità sulle effettive qualità dei contenuti offerti. Ora, a distanza di poco più di dieci giorni, sono tornato in quel di Raccoon City per analizzare nuovamente il prodotto in questione da una diversa prospettiva, quella del multiplayer. Com'è andata? Non vi resta che continuare a leggere per scoprire tutti i dettagli.
Il titolo offre un totale di quattro modalità, ognuna delle quali, pur proponendo una struttura diversa dalle altre, evidenzia una netta predisposizione per la cooperazione, piuttosto che per la competizione tra singoli partecipanti.
Così come per il singleplayer, l'obiettivo degli sviluppatori è chiaramente quello di metterci sotto pressione e farci sentire numericamente inferiori al nemico, sia esso umano o controllato dall'IA, e devo ammettere che tale obiettivo sembra essere stato centrato in pieno. Almeno stando a quanto ho potuto vedere nel codice incompleto fornitoci da Capcom, ovviamente. Ma passiamo al dunque.
Team Attack vede due squadre combattere l'una contro l'altra in maniera non sempre diretta. L'obiettivo non è infatti solo quello di eliminare i membri della squadra avversaria, ma anche di far fuori i tanti nemici controllati dall'IA che popolano gli scenari. A vincere è la squadra che al termine del round è stata in grado di accumulare il maggior numero di uccisioni. In soldoni siamo di fronte ad una sorta di deathmatch a squadre, ma il risultato finale, considerando anche la pericolosa presenza dell'IA, è sicuramente più stimolante.
Biohazard ha invece come fulcro la raccolta, la difesa e la conseguente messa in sicurezza di alcune fiale del Virus-G sparse all'interno della mappa di turno. Dovendo fare i conti, anche in questo caso, con mostri di ogni genere oltre che con un'altra squadra con il medesimo obiettivo, conquistare la vittoria sembra tutt'altro che semplice, richiedendo rapidità di pensiero e di azione oltre che una buona dose di sangue freddo.
Segue poi Survivors, una delle mie modalità preferite. In una Raccoon City ormai infestata da creature di ogni genere, due squadre si combattono per un obiettivo tanto importante quanto difficile da completare: sopravvivere fino a raggiungere il solo ed unico elicottero che può portarli in salvo... elicottero che ovviamente ha spazio per una sola squadra. Com'è facile intuire questa sarà dunque una delle modalità più intense perché restare vivi non sarà sufficiente per spuntarla, bisognerà anche agire rapidamente e soprattutto insieme.
"L'obiettivo degli sviluppatori è chiaramente quello di metterci sotto pressione e farci sentire numericamente inferiori al nemico"
Infine troviamo la tanto chiacchierata modalità Heroesche, almeno stando a ciò che ho potuto vedere, rappresenta il fiore all'occhiello dell'intero comparto multiplayer. In questa variante, che vede come protagonisti alcuni dei personaggi più rappresentativi del franchise (ovvero Leon. S Kennedy, Jill Valentine, Hunk, Ada Wong, Claire Redfield, Nicholai Ginovaef, Carlos Oliveira e Lone Wolf, opportunamente divisi tra buoni e cattivi) l'obiettivo è uno solo, ossia tenere in vita gli "eroi" della propria squadra cercando al contempo di eliminare quelli avversari.
Dovendo contemporaneamente combattere contro nemici umani e un infinito numero di creature, imparare a conoscere le caratteristiche e le abilità distintive dei vari personaggi appare davvero imprescindibile ai fini della vittoria, e salvo sorprese sarà proprio questo aspetto a rendere la modalità in questione particolarmente appetibile agli occhi degli appassionati.
Per quanto riguarda le mappe, quelle che ho avuto modo vedere mi sono sembrate tutte molto valide; gli scenari preposti per ospitare le sfide multiplayer appaiono infatti curati e, sotto il profilo stilistico, molto fedeli alla tradizione della serie, riuscendo così ad accrescere il senso di angoscia che vi accompagnerà lungo tutto il corso delle vostre sessioni.
"Imparare a conoscere le caratteristiche e le abilità distintive dei vari personaggi sarà imprescindibile ai fini della vittoria"
A dominare sono chiaramente le tinte molto scure, ma nonostante il buio con cui dovrete spesso convivere, sembra che ogni zona si presti adeguatamente agli stili di gioco più diversi, siano essi incentrati sull'uso delle armi a corto raggio o su quelle a medio-lunga distanza.
Al di là di una buona struttura generale, l'esperienza online non è tuttavia esente dai difetti tipici del singplayer, difetti che paradossalmente assumono una rilevanza ancor maggiore proprio a causa della presenza di altri giocatori umani.
La scarsa mobilità dei personaggi, unita ad un sistema di puntamento non sempre convincente, rende infatti l'esperienza online particolarmente frustrante in più di un'occasione, e se a questo aggiungiamo la mediocre IA della maggior parte delle creature che fungono da "terzi incomodi" in gran parte delle situazioni proposte, il risultato finale non può che lasciare un leggero amaro in bocca.
Al di là di tutto, comunque, mi è apparso evidente che il team abbia concentrato gran parte dei propri sforzi proprio sul multiplayer, comparto che risulta decisamente più ispirato e curato del mediocre singleplayer di qui vi ho parlato qualche giorno fa.
Il sistema di progressione, condiviso con la campagna, e la solidità del concept per quanto riguarda l'esperienza online, garantiscono senza ombra di dubbio sessioni gradevoli e divertenti, ma è tuttavia ancora presto per poter dire con certezza se il multiplayer possa rivelarsi la chiave del successo del prodotto o la sua unica ancora di salvezza. In attesa di poter mettere le mani su una versione definitiva del prodotto non mi resta dunque altro da fare se non darvi appuntamento alle prossime settimane per la nostra recensione.