Resident Evil: Village - Gameplay Demo 'Villaggio' - prova
"La campana ci ha avvertiti... stanno tornando, di nuovo!".
C'è una notevole anticipazione attorno al lancio di Resident Evil: Village. In primo luogo si tratta dell'ottavo episodio canonico di una saga survival horror leggendaria che ha saputo rinnovarsi fin nelle fondamenta con il titolo precedente e che ora sembra pronta ad andare in direzioni ancora differenti con questa nuova incarnazione.
Secondariamente, fattore da non sottovalutare, è una produzione ad altissimo budget in un anno che, fino a questo momento, si è dimostrato piuttosto avaro di titoli Tripla-A di rilievo. Village, inoltre, è il primo Resident Evil ad approdare su console next-gen e grazie alle capacità di calcolo sensibilmente superiori delle nuove macchine di Sony e Microsoft, dovrebbe poter dare libero sfogo alla strabiliante potenza del RE Engine.
Insomma, la carne al fuoco è veramente tanta e per forza di cose l'ultima fatica di Capcom dovrà sobbarcarsi il peso delle aspettative di una community affamata quasi quanto le creature che si affollano nei viottoli del villaggio che farà da sfondo alle nuove avventure dello sfortunato Ethan Winters.
Quello che sta per arrivare nei negozi, in effetti, è un episodio ambizioso e alquanto rivoluzionario che rifugge il classico immaginario legato alla saga di Resident Evil per abbracciare un'ambientazione assolutamente inedita ma, allo stesso tempo, dannatamente affascinante.
Nel mese di gennaio, in occasione della prima edizione del Resident Evil Showcase trasmesso sui canali di Capcom, il team di sviluppo ha distribuito su PS5 una tech demo denominata Maiden che aveva il semplice scopo di iniziare ad avvicinare i giocatori alle atmosfere peculiari che caratterizzeranno questa nuova iterazione del brand.
In quella circostanza ci eravamo detti piacevolmente stupiti dalla tetra bellezza che trasudava da ogni centimetro dell'imponente castello appartenente alla dinastia Dimitrescu e avevamo sottolineato quanto fosse opprimente la sensazione di pericolo che si avvertiva mentre esploravamo gli sfarzosi corridoi del maniero.
Qualche settimana più tardi torniamo alle prese con Resident Evil: Village grazie ad una nuova demo che, a differenza della precedente, include delle sezioni di gameplay che troveremo anche nel prodotto finito e può darci un'idea del tipo di meccaniche che andranno a comporre la struttura ludica dell'ottavo capitolo di Resident Evil.
Prima di entrare nel vivo dell'analisi della demo, però, vale la pena spendere due parole sulle modalità e le tempistiche di pubblicazione, a metà tra il bizzarro e il discutibile, che hanno creato più di qualche grattacapo tra gli utenti. Questa versione di prova dedicata al villaggio, infatti, rimarrà disponibile per sole 24 ore su PS4 e PS5 ma potrà essere giocata per un massimo di trenta minuti per ciascun account.
Tra una settimana, invece, verrà sbloccata la porzione incentrata sul castello, sempre con le stesse limitazioni temporali e sempre in esclusiva per PS4 e PS5. Dopo altri sette giorni, il 2 maggio, infine, verrà pubblicata un'altra demo comprensiva di entrambe le aree, giocabile per un totale di un'ora e disponibile sia per console PlayStation che per Xbox e PC. Vi state chiedendo che senso abbia questo tipo di distribuzione? Tranquilli, è un mistero anche per noi.
Fatte le dovute premesse, dunque, è tempo di parlare di Resident Evil: Village, di quanto questa demo sia riuscita a convincerci e di quanto ci abbia spinto a maledire la restrizione di trenta minuti imposta da Capcom: avremmo davvero voluto poter passare altro tempo ad esplorare ogni anfratto del villaggio ma ci consoliamo sapendo che ci sarà modo di approfondire il discorso, nelle debite sedi.
Una volta avviato il software ci troviamo ancora una volta nei panni di Ethan Winters, sciagurato protagonista della precedente avventura tra le accoglienti mura di casa Baker. I trailer divulgati da Capcom nei mesi scorsi ci permettono di avere un'idea sul motivo per cui l'uomo si trovi invischiato nuovamente in un incubo ad occhi aperti dall'altra parte del mondo. Mentre conduceva una vita apparentemente normale con la ritrovata moglie Mia e loro figlia Rose, Ethan riceve una visita inaspettata da un redivivo Chris Redfield che, accompagnato da un manipolo di mercenari non meglio identificati, attacca la famiglia, uccide a sangue freddo la povera Mia e rapisce la piccola Rose prima di dileguarsi nell'oscurità della notte.
Disperato per la brutalità dell'aggressione subita e per la perdita della moglie, Ethan si mette prontamente sulle tracce di Chris per ritrovare sua figlia e fare luce su quello che, almeno all'apparenza, è stato un attacco dall'immotivata brutalità. Questa forsennata caccia all'uomo poterà il nostro eroe alle porte di un imperscrutabile villaggio situato da qualche parte in Transilvania che sembra essere dominato da un antico culto religioso che fa capo alla famigerata Madre Miranda, un nome piuttosto ricorrente nella campagna di marketing architettata da Capcom.
Dopo un brevissimo caricamento (che fa ben sperare circa le potenzialità dell'SSD delle nuove console) veniamo catapultati tra le strade del paese che, almeno a prima vista, sembra completamente disabitato. Davanti a noi si staglia un'altra figura che avevamo imparato a conoscere grazie ai trailer promozionali diffusi dall'azienda nipponica nelle scorse settimane: una minuta e ingobbita strega dagli occhi vitrei ammantata in uno spesso velo nero e dotata di un bastone ricavato da quelle che sembrano corna di alce e ossa umane.
La tenera vecchina ci preannuncia che una terribile piaga sta dilaniando il villaggio da quando Madre Miranda ha portato con sé una bambina straniera, risvegliando un potere oscuro ed ancestrale. Ethan non ha dubbi: sta parlando proprio di sua figlia Rose. Proprio nel bel mezzo della conversazione, le campane del castello che sovrasta il villaggio iniziano ad emettere il loro canto nefasto che, stando alle parole della strega, precede il ritorno delle creature mostruose che stanno flagellando la zona. La donna si congeda in fretta e ben presto ci ritroviamo da soli a perlustrare i dintorni.
È facile rimanere estasiati dalla spettrale bellezza che contraddistingue il villaggio che dà il nome a questa nuova iterazione di Resident Evil. Il cielo plumbeo sembra assistere attonito agli orrori che stanno per compiersi, il silenzio tombale che domina tra le strade del borgo è spezzato solo dai passi e dal respiro affannato del povero Ethan e l'assenza di qualsiasi forma di vita non è per nulla rassicurante.
Ci muoviamo con circospezione ma a passo spedito: il timer avanza inesorabile e vogliamo riuscire a raggiungere l'epilogo della demo a tutti i costi. Esploriamo un paio di edifici per il tempo necessario a raccogliere le risorse disseminate qua e là e per leggere le classiche note che hanno il compito specifico di approfondire la lore di ogni Resident Evil che si rispetti.
Tra i riferimenti al culto religioso che scandisce le vite degli abitanti e le reiterate suppliche per la protezione rivolte a Madre Miranda, è facile cogliere diverse allusioni ai lycan, i celeberrimi uomini-lupo che infestano i racconti e le leggende della cultura popolare fin dagli albori del medioevo.
Qualora non fosse già abbastanza chiaro, è ormai impossibile ignorare quanto Capcom abbia deciso di osare con questo nuovo capitolo della serie, introducendo una mitologia estranea ai canoni classici di Resident Evil ma non per questo meno interessante. Il villaggio richiama esplicitamente quello visto nel quarto episodio ma se ne discosta proprio grazie all'inclusione di concetti appartenenti al folclore: vampirismo, cannibalismo, superstizione e cieca devozione sono alcuni dei punti cardine sui cui è stata costruita la trama di Village. Siamo sicuri che nel prodotto definitivo, quello che arriverà il 7 maggio su PC e console, riusciremo ad avere un quadro completo che colleghi queste tematiche alla storia di Ethan e Chris Redfield ma, per il momento, dobbiamo limitarci a fantasticare sulle suggestioni fornite da questa demo.
Questa prima porzione del villaggio è letteralmente disseminata di cancelli, portoni e passaggi bloccati da serrature di vario genere ma è facile rendersi conto di quale sia il percorso da seguire per portare a termine la prova. Quest'ultimo, però, passa proprio attraverso un ampio campo di grano che cattura subito la nostra attenzione: c'è qualcosa che si muove tra le spighe, qualcosa che produce un ringhio rabbioso, qualcosa che non vogliamo affrontare a viso aperto. Estraiamo la pistola tramite l'apposito pulsante direzionale e ci prepariamo allo scontro avviandoci cautamente tra la folta vegetazione.
Nel giro di pochi secondi veniamo aggrediti da due degli abitanti del villaggio che hanno subito una terribile mutazione in lupi mannari. I due uomini producono versi agghiaccianti e si avventano ferocemente su di noi sfruttando la scarsa visibilità del posto: dobbiamo scappare. Usciamo dal campo di grano, prendiamo la mira e scarichiamo tutto il caricatore addosso ad uno di loro che però non accenna ad arretrare.
Il sistema di combattimento non è cambiato molto rispetto a Resident Evil 7 e si basa ancora una volta su una modalità di puntamento dell'arma volutamente instabile (che rende gli scontri sempre piuttosto tesi) e sull'apposito tasto dedicato alle parate. Sotto questo profilo sembra che Capcom abbia voluto giocare sul sicuro senza stravolgere troppo la formula.
Proprio quando tutto sembrava perduto veniamo soccorsi da alcuni degli abitanti sani del posto che ci ospitano all'interno della loro casa. È qui che iniziamo a fare luce su quanto è successo all'interno del villaggio e sull'ipotetico tradimento da parte di Madre Miranda che sembra aver voltato definitivamente le spalle ai suoi fedeli sudditi.
Gli interni della casa, proprio come nel caso del castello, risultano curatissimi e ricchi di dettagli ed anche i modelli dei personaggi sono stati realizzati con dovizia di particolari. Le animazioni facciali di alcuni comprimari, complice un doppiaggio in Italiano davvero poco ispirato, invece, spezzano un po' l'immersione ma fortunatamente è possibile optare per la versione originale tramite il menu delle impostazioni.
A livello registico, invece, sembra che Capcom sia riuscita a conferire a Village la giusta dose di dramma e tensione che rappresenta un plus non indifferente per prodotti di questo tipo. Dopo aver risolto un paio di semplici enigmi ambientali e aver raccolto gli oggetti utili a proseguire nell'avventura, purtroppo, la demo si conclude con una dissolvenza in uscita che riporta al trailer rilasciato in occasione dell'ultimo Resident Evil Showcase.
In definitiva, questo nuovo incontro con Resident Evil: Village ci ha convinti oltre ogni più rosea aspettativa. Abbiamo adorato l'atmosfera angosciante che permea ogni anfratto del villaggio, le tematiche inedite che il gioco vuole affrontare e l'incredibile cura profusa nella realizzazione di un mondo così malato e corrotto.
L'appuntamento è rimandato alla prossima settimana, quando Capcom aprirà le porte del castello Dimitrescu per confermare, ancora una volta, quanto questo Village abbia le carte in regola per bissare il successo del già ottimo capitolo precedente. Questo è un orrore diverso da quanto siamo stati abituati a conoscere, un orrore destinato a rimanere impresso a fuoco nella nostra mente per lungo tempo.
Una cosa è certa: ne vogliamo ancora.