Resistance 3
I Chimera tornano più cattivi che mai.
A rendere il tutto ancor più spaventoso vi saranno anche impressionanti manifestazioni climatiche: nella particolare sequenza di cui parlavamo poc'anzi, il combattimento sarà infatti "accompagnato" da un vento tale da assumere le proporzioni di un vero e proprio urgano, capace di sollevare detriti, spaccare gli alberi e portare via con sé tutto ciò che non sia saldamente ancorato al suolo.
E indovinate cosa comporterà tutto questo? Semplice: se avete sempre pensato che combattere i Chimera non sia già di per sé una cosa facile, sarete felici di sapere che in Resistance 3 la vostra visuale (in particolari frangenti, ovviamente) sarà limitata dalla sabbia sollevata dal vento e dai rottami che voleranno tutti intorno a voi.
Ciò che ne deriva è dunque un'atmosfera drammatica e in un certo senso anche spettrale che, complice un comparto audio davvero notevole, vi suggestionerà forse ben più di quanto non abbiano fatto altri FPS del passato. A fronte di un tale grado di realismo (almeno per ciò che concerne le condizioni climatiche) l'immedesimazione nella realtà bellica proposta raggiungerà quindi picchi impressionanti, facendovi sentire davvero nell'occhio del ciclone e non solo in senso metaforico.
In questo senso, sebbene si possa immaginare il contrario, la natura tradizionalista del franchise non limita in alcun modo l'intensità dell'esperienza, ma al contrario rende tutto ancor più emozionante; Resistance 3 è infatti un FPS essenzialmente "vecchia scuola" e come tale non propone alcuna copertura prestabilita, e ciò vuol dire che l'unico modo per evitare gli attacchi nemici sarà quello di nascondervi dietro a quei pochi elemento dello scenario che ve lo consentiranno.
Per non tradire questo suo estremo classicismo, Resistance 3 ripropone anche le ricariche di energia. Basta con le variazioni cromatiche che, tendendo al rosso, "consigliano" di trovare un riparo fino al ripristino della propria forza vitale. Qui si fa sul serio, poiché l'obiettivo è quello di farci percepire, in maniera a dir poco significativa, la nostra fragilità rispetto agli avversari.
Dopo aver subito una ferita non saremo dunque più stimolati a nasconderci ma, al contrario, percependo il reale pericolo che stiamo correndo, saremo spinti a uscire allo scoperto per far sì che la minaccia incombente non possa più essere definita tale. Dovremo farci forza, rischiare il tutto per tutto, e sebbene le probabilità di fallimento siano nettamente più alte rispetto alla stragrande maggioranza degli FPS, le soddisfazioni che deriveranno dalla vittoria di un qualsiasi scontro a fuoco ci ripagheranno sicuramente degli sforzi profusi.
I giocatori abituali di sparatutto in soggettiva saranno dunque "costretti" a un brusco ritorno alle origini ma questo, per un gioco come Resistance, non può non essere giudicato come un pregio.