Resonance of Fate
Il nuovo RPG targato SEGA, per soddisfare i gusti dei giocatori di tutto il mondo...
“tri-Ace si è dedicata a numerosi RPG nel corso degli anni, ed oggi vogliamo creare qualcosa di nuovo. Un progetto che non si focalizzi specificatamente al mercato giapponese, ma che si presenti con un approccio diverso”. A sentire le parole di Jun Yoshino, Producer di Resonance of Fate, ci si potrebbe legittimamente esaltare: è forse un addio all'insopportabile masnada di teenager asessuati con attitudine emo e pettinature improponibili? Un deciso stacco con gli stanchi cliché del passato?
In un certo senso, sì. Peccato soltanto che l'originalità non sia un concetto evidentemente coniugabile con il genere, visto che il passaggio è dalla proverbiale padella alla brace: sayonara mocciosi piagnoni destinati a salvare il mondo, benvenuti truzzoni tutti bullet-time ed arti marziali in stile Matrix.
L'intento di tri-Ace e SEGA è del resto manifesto: proporre un JRPG appetibile per il pubblico occidentale, adattando la formula ai gusti ed alle preferenze degli appassionati di Gears&Co. “Abbiamo cercato di capire che cosa potesse desiderare il pubblico occidentale da un gioco di ruolo, e così, pur cercando di mantenere un certo feeling giapponese, abbiamo modificato alcuni degli elementi che in Occidente vengono ritenuti frustranti. L'obiettivo è di cambiare senza perdere l'impronta da JRPG, e siamo sicuri di aver trovato il giusto equilibrio tra i due stili”, spiega Yoshino.
L'ambientazione di Resonance of Fate è dunque assai poco nippo-esotica: un universo steampunk sospeso nel tempo in cui convivono tecnologie sci-fi ed echi fantasy, contraddistinto dai toni grigi e rugginosi che troppo spesso imperversano negli shooter di oggi. Ingranaggi e ghiere meccaniche fanno bella mostra di sé in ogni dove (a sottolineare la natura marcatamente industriale del paesaggio...), e Yoshino ha anticipato che la chiave di tutto sarà da ricercarsi in una sorta di misterioso motore custodito all'interno della ciclopica torre in cui si svolgerà il gioco.
Già perché il mondo di Resonance of Fate è organizzato secondo un'architettura a caste, con la sommità della torre riservata ai ricchi e ai nobili (due in particolare i personaggi particolarmente potenti a conoscenza dei segreti del macchinario che regge l'intera struttura...) e le parti via via più in basso abitate dai ceti poveri e da freak vari ed eventuali. A fare da tramite tra l'elite ed i bassifondi i tre protagonisti del gioco (due uomini ed una donna), mercenari chiamati Hunters incaricati di uccidere mostri e recuperare artifatti.
L'aspetto più caratteristico dell'ultima produzione tri-Ace è ad ogni modo senza dubbio il combat system, dichiaratamente influenzato da pellicole come Matrix ed Equilibrium. “Troverete tantissimi scontri a fuoco, tante arti marziali e tanto bullet-time”, spiega Yoshino “Una scelta che deriva da ragioni di marketing e dal fatto che le armi da fuoco sono solitamente escluse dai JRPG”.
Il combattimento non sarà comunque rigorosamente a turni, ma risulterà simile a quanto visto in Valkyrie Profile: voi vi muoverete ed il nemico farà lo stesso, anche se gli spostamenti saranno comunque limitati (specie se avrete intenzione di attivare gli attacchi più potenti). Una struttura che privilegia insomma strategia e tempi d'azione, senza rinunciare all'ovvia spettacolarità dell'insieme: preparatevi a sorbirvi decine di passaggi al rallenty tra tamarrissime sparatorie a colpi di mitra e molotov come se piovesse.
Resonance of Fate è completo al 70%, e si spera che da qui alla release tri-Ace possa stupire con qualche asso nella manica ancora da scoprire. Per ora il progetto appare sì interessante, ma anche tremendamente povero di originalità, permeato com'è da una patina di “già visto” che sfocia addirittura nel grottesco: noi occidentali saremo forse meno estrosi degli amici Jappi, ma qualcuno avvisi tri-Ace che non siamo esattamente stupidi pecoroni disposti a versare litri di bava dinnanzi a mossette da ninja e pallottole a profusione.
Resonance of Fate arriverà su PlayStation 3 e Xbox 360 nei primi mesi del 2010
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