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Resonance of Fate

Tri-Ace e SEGA convolano a giuste nozze.

Le particolarità di Resonance of Fate, comunque, non finiscono qui, visto che i programmatori hanno inserito all'interno del gioco molte altre idee meritevoli di attenzione. La prima riguarda gli spostamenti sulla mappa di Basel, rappresentata attraverso una serie di caselle esagonali che, per essere attraversate, devono prima essere attivate. L'attivazione di queste caselle può essere fatta utilizzando le celle di energia, che possono essere ottenute sconfiggendo i nemici in combattimento o completando determinate missioni della storia.

La cosa interessante è che alcune zone della mappa possono essere attivate solo utilizzando celle energetiche di un colore o di una forma specifici. Grazie a questi piccoli accorgimenti, esplorare interamente la mappa non è affatto facile, e per farlo bisogna spesso cimentarsi in un gioco a incastri tipico dei puzzle game. Si tratta di un modo innovativo di spingere il giocatore a spremersi le meningi per raggiungere particolari zone del mondo, e vi assicuriamo che si rivela davvero azzeccato, soprattutto nelle fasi più avanzate della partita.

L'altra gradevole novità è rappresentata dalla possibilità di modificare le armi e i vestiti dei personaggi. Nel primo caso le modifiche rappresentano veri e propri potenziamenti, e spingono il giocatore a trovare la combinazione ideale di upgrade per creare l'arma perfetta. Nel secondo caso, ogni cambiamento ha una valenza prettamente estetica ma rappresenta un piacevole tocco di classe in stile MMORPG, e si manifesta in tutte le sequenze del gioco, dai combattimenti ai filmati narrativi.

In ogni combattimento la strategia è indebolire gli avversari causando ingenti danni superficiali con i mitra, per poi finire il lavoro con pochi colpi di pistola ben piazzati.

Tutti questi elementi danno vita a un GdR eccellente, penalizzato però da ritmi narrativi davvero troppo compassati. Vi basti sapere che, prima che la trama decolli, è necessario giocare almeno una decina di ore abbondanti, davvero troppo per mantenere alto l'interesse del giocatore. Se non fosse per la gran quantità di elementi innovativi in cui ci si imbatte durante le prime fasi, sarebbero davvero pochi quelli che riuscirebbero a superare l’inizio per godersi il vero cuore di questo titolo. Dopo un inizio lento, comunque, la storia premia la pazienza dei giocatori più tenaci con oltre 70 ore di combattimenti mozzafiato e di piacevoli intrecci narrativi.

Nonostante i dubbi nati dal nostro hands-on, quindi, Resonance of Fate si è rivelato un validissimo GdR, tra i migliori esponenti della categoria nell'attuale generazione di console. Se fate parte dei numerosi appassionati delusi da Final Fantasy XIII, non disperate. L'alternativa è a portata di mano, e se riuscirete a superare l'inizio un po' troppo lento, verrete ripagati con gli interessi.

Chiudiamo l'articolo segnalandovi che i testi del gioco sono completamente tradotti in Italiano, e che è possibile scegliere se godersi il doppiaggio giapponese o se affidarsi alle voci inglesi.

8 / 10
Avatar di Filippo Facchetti
Filippo Facchetti è un rispettabile nerd da sempre appassionato di "giochini elettronici". Prima di approdare a Eurogamer scrive per importanti riviste di settore e conduce programmi TV dedicati all'intrattenimento digitale.

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Resonance of Fate

PS4, PS3, Xbox 360

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