Resident Evil
Le origini del virus: dove tutto è cominciato.
Poco dopo che i possessori del GameCube fossero ricompensati per la loro pazienza con uno splendido remake del primo Resident Evil (impreziosito da una nuova sottotrama dedicata a Lisa Trevor, figlia di George Trevor, nonché fonte del virus-G dopo essere stata sottoposta ad un testing virale dall'Umbrella), nel 2003 Capcom ritornò alle origini del virus-T con Resident Evil Zero, un titolo che diede ai giocatori la possibilità di controllare due personaggi, Rebecca Chamber e Billy Coen.
La storia di Zero si svolse un giorno prima degli eventi del primo Resident Evil concentrandosi sulla figura di James Marcus (il quale, dopo aver combinato il virus Progenitor con il DNA del Leech, fu ucciso dai suoi ex protettori Birkin e Wesker, ora alle dipendenze di Ozwell Spencer, presidente dell'Umbrella Corporation). Dopo essere miracolosamente sopravvissuto all’attacco dei suoi ex compagni, Marcus entrò in contatto con le sue sanguisughe, che fondendosi col suo corpo gli donarono nuova vita e ringiovanirono il suo aspetto. Rebecca e Coen si ritrovano inizialmente nel vivo della carneficina scatenata da Marcus nell'Ecliptic Express prima di scontrarsi poi con il boss finale, la Sanguisuga Regina di Marcus nello stabilimento tra le montagne Arklay.
Pur essendo pieno di zombi, compresi quelli in versione sanguisuga, la produzione mutagena di Zero propose anche diversi insetti tra cui i due boss, lo Stringer e il Centurion (rispettivamente uno scorpione gigante e un millepiedi). Tuttavia, Capcom fu comunque in grado di arricchire il tutto con un Tyrant, buttando nella mischia il prototipo T-001; si trattò di un nemico che, inizialmente, Rebecca dovette combattere da sola e che poi fu definitivamente eliminato quando Billy si ricongiunse alla sua compagna. Poter contare su due fucili a pompa ha sicuramente i suoi vantaggi.
Tutto questo ci porta inevitabilmente al 2005, quando fu lanciato Resident Evil 4, un gioco capace di rinnovare la serie in maniera tutt’altro che marginale: si trattò essenzialmente di una vera e propria rivoluzione dei survival horror. I controlli lenti e macchinosi dei precedenti capitoli furono sostituiti da una struttura di gioco tipicamente action, con un'inquadratura dietro la spalla e un sistema di puntamento assistito grazie all'implementazione di un mirino laser. Resi 4 segnò la fine dei tempi in cui eravamo costretti ad aspettare pazientemente che uno zombi si avvicinasse abbastanza al nostro personaggio per essere sicuri di staccarli la testa.
Pur avvalendosi di elementi horror diversi rispetto ai precedenti capitoli, Resident Evil 4 non perse l'innata vena di terrore che ha sempre contraddistinto la serie. Durante la storia, incentrata sul salvataggio di Ashley Graham (la figlia del presidente) da parte di Leon, le Las Plagas sostituirono il tradizionale Virus-T, e i mostri di Saddler, siano essi Los Ganados o forse il mostro più terrificante nella storia di Resi, il Regenerator/Iron Maiden, non si dimostrarono di certo meno pericolosi o spaventosi delle mostruosità radioattive nascosti nel cratere di Raccoon City.
Sembra che Resident Evil 4 non fosse però stato progettato così come lo abbiamo visto sin dall’inizio, ma che in realtà ci fossero ben tre differenti versioni in fase di sviluppo (compresa quella che poi divenne Devil May Cry). Non che ci dispiaccia ciò che Capcom ci ha regalato, visto che Resi 4 è si è dimostrato capace di regalarci una dell'esperienze di gioco più divertenti di questo millennio, ma sarebbe comunque stato interessante scoprire quali fossero le altre intenzioni della compagnia nipponica. Con Resident Evil 5 Capcom ha poi puntato ulteriormente sulla struttura action del suo predecessore (forse fin troppo) proponendoci un gioco ben lontano da quelle che erano le caratteristiche tipiche dei primi capitoli. Alcuni potrebbero lamentarsi della mancanza di controlli moderni che permettano di correre e sparare, ma chissà, forse Resi perderebbe parte del suo fascino se una simile meccanica fosse implementata.