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Antichamber - review

La vostra mente è l'ostacolo più grande.

Ci sono giochi che passano inosservati e altri che fanno la storia. Sempre più spesso, negli ultimi anni, la scena indipendente è riuscita nella non facile impresa di riportare un elemento fondamentale all'attenzione del grande pubblico, ossia quella creatività che per molti anni è rimasta sepolta sotto le logiche di mercato dei grandi gruppi d'investimento.

Antichamber è l'ultimo di una lunga lista di puzzle game indipendenti ad essere arrivati sugli scaffali di Steam. In effetti le somiglianze iniziali con Portal e Q.U.B.E., perlomeno nello stile grafico, sono evidenti. Corridoi pieni di stanze ed enigmi si susseguono senza una connessione logica apparente, in cui al giocatore viene chiesto essenzialmente di trovare l'uscita da un grosso labirinto entro novanta minuti dall'inizio dell'avventura.

Parliamo della struttura di base inusuale fin dalla schermata iniziale, l'Anticamera per l'appunto, in cui oltre alla gestione delle opzioni di base è possibile monitorare su uno schermo tutti i progressi compiuti fino a quel momento. Da questa stanza è possibile entrare nel labirinto ricominciando da zero o andando direttamente ad una qualsiasi delle locazioni in cui abbiamo risolto un enigma.

Nessun tutorial, nessuna spiegazione introduce il gameplay vero e proprio. Il giocatore viene semplicemente messo di fronte a una serie di situazioni presentate da schermi luminosi su cui si visualizzano semplici vignette e testi che ne spiegano il significato.

Lo stile grafico minimale non penalizza la valutazione finale, anzi, alla lunga tende ad essere piacevole.

Per esempio: di fronte a un ponte che si dissolve e ricostruisce in continuazione, al giocatore viene detto che la fretta non sempre porta alla soluzione del problema. Basta correre anche solo per un breve lasso di tempo che il baratro si spalancherà facendoci cadere, senza conseguenze, fino a un punto da cui potremo riaffrontare l'enigma. Riaffrontare la passerella solo camminando ci farà arrivare dalla parte opposta sani e salvi.

"Nessun tutorial, nessuna spiegazione introduce il gameplay vero e proprio"

Questo è solo un esempio, tra i più semplici, che possiamo fare delle situazioni presenti in Antichamber ma in realtà ci si accorge molto presto di come il gioco non sia definito da un unico genere di enigmi, perché man mano che si procede cambiano continuamente le tecniche che l'autore usa per metterci in difficoltà. La preferita è quella del circolo, che ci vede arrivare sempre allo stesso posto facendo ogni volta strade diverse, ma non mancano le pareti divisorie trasparenti, che se attraversate a destra o a sinistra conducono a locazioni differenti. Proseguono l'elenco gli spostamenti del giocatore in locazioni inaspettate e tutta una serie di trucchi che contribuiscono a disorientarlo continuamente, data la natura labirintica del gioco.

Per capirci, la logica di stanze e corridoi che nella realtà si dovrebbero intersecare (dove si trova un luogo non ce ne può essere un altro) spesso in Antichamber non viene applicata. I filmati di gameplay che trovate a corredo di quest'articolo mostrano chiaramente quello a cui ci stiamo riferendo.

Ecco quattro minuti di gameplay senza interruzioni che ben illustrano il level design di Antichamber.

L'unica costante che accomuna molte situazioni riguarda la possibilità di manipolare la materia, presente sotto forma di cubetti di energia che possono essere immagazzinati dentro un dispositivo simile a una pistola, di cui entrerete in possesso quasi immediatamente nel corso del gioco e le cui abilità si aggiornano man mano che si procede. I cubetti possono quindi essere posizionati a piacimento per costruire scale, piattaforme, interrompere il percorso di fasci luminosi, attivare o disattivare dispositivi, bloccare piattaforme, porte, teletrasporti e così via. Le possibilità sono veramente numerose e vanno giocoforza imparate man mano che si procede per tentativi in quanto, come detto poc'anzi, nulla viene spiegato a priori al giocatore.

"Il tempo limite di un'ora e mezza proposto è volutamente ingannevole"

Il tempo limite di un'ora e mezza proposto è quindi volutamente ingannevole: è infatti umanamente impossibile riuscire a finire al primo tentativo Antichamber vista l'enorme difficoltà di molti enigmi. La natura assolutamente non lineare e labirintica richiede parecchie ore di dedizione che solo i veri appassionati dei puzzle game possono dedicargli.

Antichamber si conferma infatti molto ostico fin dalle prime battute e per questo motivo possiamo consigliarlo solo agli appassionati più accaniti di questo genere. Dimenticatevi i due Portal, qui siamo veramente su un altro livello: oltre a confondere e disorientare, Antichamber a volte propone enigmi in grado di lasciare bloccati per intere ore, se non giorni. Chi non è spinto da una forte perseveranza rischia seriamente di fare un investimento a vuoto.

Gli interruttori come questi sono molto frequenti: se ci va bene aprono solo una porta, più spesso si tratta di un dedalo di meccanismi da interpretare.

Nonostante questo, molte prove sono veramente ben architettate al punto da sembrare ovvie una volta scoperto il bandolo della matassa. Una conseguenza questa dell'impossibilità di abituarsi agli schemi mentali dell'autore, che cambia continuamente le carte in tavola e spesso, con le vignette e i messaggi introduttivi di cui sopra, si diverte a condizionare psicologicamente il giocatore. Ma anche questo fa parte del piacere della sfida che questi di titoli di solito propongono, ove il divertimento è direttamente proporzionale alla difficoltà dell'enigma risolto.

"L'approccio corretto per risolvere Antichamber è quello di affrontarlo pezzo per pezzo risolvendo ogni enigma con calma"

Tornando a quanto detto sopra a proposito del tempo limite, l'approccio corretto per risolvere Antichamber è quello di affrontarlo pezzo per pezzo risolvendo ogni enigma con calma e imparando a memoria la conformazione del labirinto: solo allora potrete partire per una long run e mettere insieme tutto quello che avete imparato sudando sette camicie in precedenza.

Oltre agli enigmi, Antichamber merita un plauso anche per la realizzazione tecnica: per quanto minimale nell'arredamento di stanze e corridoi, gli effetti utilizzati sono piacevoli e si uniscono alla colorazione azzeccata degli ambienti. Il look è quello di un mondo astratto che invoglia all'esplorazione pur concedendo molto poco spazio a fronzoli di ogni genere: tutto quanto presente a schermo è finalizzato all'interpretazione e alla risoluzione degli enigmi. Anche il sonoro è azzeccato, in particolare per quanto riguarda gli effetti ambientali spesso legati a filo doppio alla natura dell'enigma da risolvere nella stanza in cui vengono riprodotti.

Una collezione di enigmi tra risolti e ancora da risolvere che abbiamo affrontato in Antichamber.

In conclusione sintetizzare il valore di Antichamber non è propriamente facile, visto che ci sono molte certezze in relazione alle sue qualità ma anche qualche dubbio di puro game design. Nella prima categoria rientrano la concezione degli enigmi, in particolare quelli da metà gioco in avanti, e un level design che mescola sapientemente moltissimi elementi non omogenei per offrire una sfida molto "vecchia scuola", nel suo approccio minimale alla rappresentazione del mondo di gioco e alla praticamente nulla assistenza fornita al giocatore.

"Antichamber è un gioco fuori dalla portata di qualsiasi casual gamer"

Tanta astrazione è però un boomerang che pone Antichamber fuori dalla portata di qualsiasi casual gamer, ma che finisce per alienarsi anche i favori di chi avrebbe potuto apprezzarlo (e affrontarlo) se fosse stato preparato un tutorial degno di questo nome. Così com'è, il rischio è di farsi sopraffare dalla frustrazione perché non ci si rende conto che determinati enigmi possono essere risolti in un certo modo. Ciò rischia di rovinare il divertimento di molti utenti, costretti a rovinarsi la soluzione degli enigmi più complessi cercandola online.

Le qualità di Antichamber superano comunque di gran lunga i difetti e in questo senso è sicuramente un "must have", per quanto solo per gli integralisti del genere puzzle game: tutti gli altri meditino con attenzione l'acquisto, nonostante i 18 euro richiesti su Steam siano un incentivo degno di nota.

8 / 10
Avatar di Matteo Lorenzetti
Matteo Lorenzetti: Dopo dieci anni di The Games Machine, approda finalmente alla redazione di Eurogamer.it. Onnivoro per quanto riguarda i generi, predilige sparatutto, giochi di guida ed RTS.

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Antichamber

PC, Mac

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