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Riders of Justice - recensione

Un'originalissima dark comedy.

Come può il gesto gentile di un nonno che per Natale vuole regalare una bicicletta alla sua nipotina, dare l'avvio a una serie di catastrofici eventi? Coincidenze, destino? E vale la pena, ha senso indagare, per risalire all'evento che, secondo noi, ha innescato il processo? Nella nostra piccolezza, no, perché a forza di risalire nella catena degli eventi arriveremmo ad Adamo ed Eva e quindi?

Quindi non ci rassegniamo all'imprevedibile e cerchiamo di rassicurarci, muniti come siamo di sofisticati apparati tecnologici che ci permettono di elaborare montagne di dati che dovrebbero fornire proiezioni affidabili su cui fondare le nostre strategie, vana illusione con cui cerchiamo di parare i colpi del destino, del caso.

Chi osa sfidare Markus/Mads, la macchina da guerra?

Siamo in una cittadina della Danimarca, un incidente in treno provoca diverse vittime e può essere che si muoia solo per essere nella posizione sbagliata, mentre il vicino si salva. Markus (Mads Mikkelsen in versione non-glamour, con capelli rasati e barbona grigia) è un veterano delle missioni in Medio Oriente e viene richiamato in patria perché ha perduto nell'incidente uno dei suoi affetti più grandi. Mentre cerca di elaborare il lutto, viene però raggiunto da un gruppetto di nerds, uno più sfigato dell'altro, che avevamo già conosciuto nell'incipit, tre reietti della società ma tecnologicamente dei veri geni, tre stramboidi dall'emotività devastata ma dalle menti brillantissime.

Uno di loro, presente nell'incidente, afflitto da ingiusti sensi di colpa, ha elaborato una teoria, che legge l'incidente come un vero attentato, mirato ad uccidere un personaggio scomodo, coinvolto in una faida con una ferocissima banda di motociclisti locali. Convince facilmente Markus della sua ipotesi, senza sapere che così facendo scatena l'uomo, a sua volta un vero potenziale killer, in cerca della sua vendetta.

Ma non si pensi che il film si riduca a questo, perché pur al netto delle godibilissime scene di violenza, è un ritratto pieno di affetto (e anche di humor nero) nei confronti di un gruppo di disgraziati, con cui la vita non è stata tenera e non è detto che proprio Markus non ne faccia parte anche lui.

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In un'accavallarsi esilarante anche se tragico di altre coincidenze, che sgombreranno più volte il campo da qualunque certezza, mentre tutti fanno i conti con un passato che per ciascuno è stato diversamente devastante, il gruppo si amplia fino a diventare una specie di famiglia che più anomala non si può immaginare, cementata dal disagio di vivere.

Splendidi i personaggi dei tre "sfigati" assoluti che sono facce per noi poco note, ma è giusto nominarli: Nikolaj Lie Kaas, il "leader"; Lars Brygmann e l'enorme Nicolas Bro, tutti raffinati esperti in statistica, in varie scienze numeriche e hacker provetti, nella vita dei mitissimi e frustrati imbranati, che ne hanno subite di ogni. Riders of Justice è disponibile on demand su diverse piattaforme. Speriamo che il nome di Mads Mikkelsen, alla sua quinta collaborazione con il regista, faccia da richiamo per un film che merita davvero la visione, un film consigliatissimo, che ci lascia con un piccolo sberleffo finale. A confermarci che più siamo presuntuosamente convinti di poter governare le nostre vite, di scrivere il nostro futuro, più gli dei sghignazzano di noi dall'alto dei cieli.