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Risen 3: Titan Lords Enhanced Edition - recensione

Arrembaggi, battaglie e tesori da dissotterrare: questa volta tutto in HD.

Risen 3 è un po' come quella compagna del liceo che vi faceva tanto ridere: "simpatica" e quindi non particolarmente attraente, come recita una regola aurea mai messa per iscritto, eppure dotata di un fascino tutto suo, intangibile e inesplicabile. La creatura di Piranha Bytes, spiritualmente imparentata con la serie di Gothic e già recensita sulle nostre pagine virtuali, sui sistemi della passata generazione non rivoluzionò il genere di appartenenza, né fu in grado di offrire un'esperienza appagante in ogni ambito. Ciononostante sapeva regalare momenti di puro divertimento grazie alla sua ricca sottostruttura e ad un gameplay insospettabilmente profondo. Non un gioco bellissimo dunque, ma certamente "simpatico".

Il suo ritorno su PlayStation 4, in quella che è stata definita la Enhanced Edition, è una di quelle cose che, tutto sommato, al contrario di altre riedizioni in HD (nessuno ha detto Arcania The Complete Tale) possiamo accogliere con un pizzico di gioia. Appena un pizzico, beninteso, perché purtroppo, come ormai è divenuta regola, anche questo riadattamento non apporta alcuna novità ad esclusione di un lieve aggiornamento del motore grafico.

Come un anno fa, vestirete i panni del figlio di Barba Argentata che, dopo un breve preambolo travestito da tutorial, perderà la vita per mano di una misteriosa creatura dotata di straordinari e oscuri poteri magici. Riesumato da Bones, stregone già noto ai fan della saga, il coraggioso pirata dovrà intraprendere un lungo viaggio per riappropriarsi della propria anima, rintracciare il fellone che lo ha vigliaccamente ucciso e, magari, salvare il mondo.

Lungo l'avventura sarete anche chiamati a prendere alcune decisioni che si riveleranno più o meno fatali per alcuni alleati e nemici.

Una trama lineare, scontata e prevedibile, che tiene vivo l'interesse dell'utente solo grazie al brio dei dialoghi, spesso comici e impepati da imprecazioni di ogni tipo, e all'inusuale incontro-scontro dell'ambientazione piratesca con elementi di design fedeli alla lunga tradizione fantasy-medievale. La dicotomia non è esasperata come in Risen 2, la presenza di vascelli e pappagalli parlanti non è così ingombrante come in passato, ma vi troverete comunque a spostarvi di continuo via mare, ad esplorare isole tropicali, ad immergervi in oceani cristallini e, ogni tanto, a concedervi una sana sbronza di rum non fosse altro per rimpinzare la barra della vita.

Senza rilevanti colpi di scena, insomma, si giunge contenti e soddisfatti ai titoli di coda, rinfrancati dalla simpatia di alcuni personaggi particolarmente riusciti e ammaliati dall'ambientazione intrigante e originale, per quanto straniante agli occhi dei puristi.

C'è poi un altro fattore determinante nel mantenere viva l'attenzione dell'utente: l'altissimo numero di quest attivabili e tesori reperibili esplorando le ambientazioni. I vari incarichi vi costringeranno a spostarvi di isola in isola per completare le missioni assegnatevi e a colpirvi sarà la grande libertà di movimento di cui godrete sin dall'inizio dell'avventura. Sebbene i livelli di forza dei nemici presenti nelle varie aree limitino, in qualche modo, l'ampiezza dei territori effettivamente attraversabili, potrete autonomamente scegliere la vostra destinazione, avendo l'imbarazzo della scelta riguardo agli incarichi, secondari e non, che vi verranno affidati nel giro di poche ore.

Mentre cercherete di riappropriarvi della vostra anima dovrete decidere se parteggiare per il clan dei Guardiani, più dediti all'uso dell'arma bianca, o se abbracciare l'ordine dei Cacciatori delle Ombre e diventare dei potenti maghi.

A ben vedere, si tratta di una libertà vagamente fittizia, visto che ogni scenario si compone di pochi sentieri da seguire senza alcuna variazione sul percorso predeterminato, ma almeno inizialmente l'effetto scenico fa il suo, tanto più che l'abbondantissimo loot con cui verrete costantemente premiati vi permetterà di saggiare piuttosto in fretta il profondo sistema di crescita del personaggio. Tra armi, capi di vestiario dai differenti parametri e bonus, amuleti e magie di ogni genere, spendendo i Punti Gloria accumulati abbattendo i nemici, potrete modellare l'avatar a seconda del vostro stile di combattimento.

Proprio il combattimento, a conti fatti, rappresenta l'aspetto più controverso di Risen 3: Titan Lords. I ragazzi di Piranha Bytes, non allontanandosi troppo da quanto fatto già vedere nel prequel, hanno voluto dotare la propria creatura di un combat system in tempo reale che, tuttavia, affondasse le proprie radici nella strategia e nella tattica.

Ogni duello, perché di questo si tratta, si risolverà in un'intricata, e spesso prolungata, danza di parate e affondi, di brevi combo da concatenare solo dopo aver rotto la guardia dell'avversario, di utili e ragionate scariche di fucile con cui finire un nemico o disfarsi della retroguardia. Non c'è spazio per il button mashing, né per le stoccate avventate: tutto è ritmato dai pattern offensivi di chi vi fronteggia, regolato da un control system volutamente poco reattivo, architettato attorno a una gestione dell'inventario leggermente impacciata dall'uso del joypad.

Nel preambolo farete la conoscenza della sorella del protagonista: molti di voi, ne siamo certi, non vedranno l'ora di riabbracciarla una volta resuscitati.

Nonostante in certi frangenti si lamenti la pesantezza di scontri sensibilmente più lenti rispetto a quanto visto in altre produzioni dello stesso genere, soprattutto nella misura in cui anche il più insignificante degli avversari vi costringerà ad attardare il completamento della missione di turno, i combattimenti diventano estremamente più godibili non appena si ottengono magie ed incantesimi che regalano vivacità ad ogni regolamento di conti.

Purtroppo, a rovinare il tutto ci pensano le animazioni estremamente legnose di avatar e mostruosità varie, nonché una telecamera che spesso e volentieri vi farà cinicamente mancare il bersaglio, esponendovi a devastanti contrattacchi. Viste le ambizioni strategiche del combat system, tanto basta per mandare a rotoli parte delle buone intenzioni del team di sviluppo. Purtroppo nemmeno questa Enhanced Edition ha fatto nulla per rimediare al cronico difetto già segnalato nell'originale. Ancora una volta i combattimenti divertiranno solo fino a un certo punto, finendo per non soddisfare completamente né chi cerca l'azione a tutti i costi, né l'amante della strategia.

Questa, tuttavia, è solo la maggiore delle tante colpe imputabili a questa riedizione che, oltre a infarcire l'avventura di tutti i DLC rilasciati nel corso del tempo, non si è presa la briga di aggiungere alcun contenuto inedito. Fortunatamente, ma era il minimo, non è mancata una rispolverata al motore grafico che, sebbene tradisca le ormai "antiche" origini, rende giustizia alle splendide ambientazioni disegnate dagli artisti. Se la mole poligonale dei personaggi, afflitti dalle già criticate animazioni legnose, non fanno gridare al miracolo, le texture ottimamente definite e il frame rate granitico regalano scorci ora paradisiaci, ora sinistri e inquietanti al punto giusto.

Mentre i menù sono facilmente consultabili, richiamare l'inventario in tempo reale, utilizzando la croce direzionale, può causare qualche difficoltà.

Tirando le somme, Risen 3: Titan Lords - Enhanced Edition è l'ennesima riedizione in HD di cui avremmo potuto fare benissimo a meno, ma che non per questo possiamo bollare come un'operazione commerciale dannosa o inutile. Già l'originale, nonostante alcune magagne e limiti, sapeva il fatto suo e, anche su PlayStation 4, il gioco saprà garantire tanto sano divertimento a chi sarà pronto a scendere a compromessi con un combat system interessante, ma imperfetto.

L'altissimo numero di quest e l'accattivante gestione del personaggio faranno la felicità di tutti coloro che hanno sempre sognato di impersonare un pirata in un mondo fantasy. Chi invece cerca qualcosa di davvero next-gen, o chi ha già avuto il piacere nella scorsa generazione di console, può serenamente ignorare questo remake.

6 / 10
Avatar di Lorenzo Fazio
Lorenzo Fazio non ha mai smesso di giocare sin dai tempi del Master System. Ha così cercato di unire l’utile al dilettevole, inventandosi giornalista videoludico. Qualcuno ci è cascato: scrive per importanti testate del settore da quasi una decina di anni.

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