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Risorto dalle ceneri

L’affascinante storia di un sogno firmato Mega Drive.

Quando Sega fece uscire nei negozi giapponesi il Mega Drive nell’ottobre del 1988, Ronald Reagan era Presidente degli Stati Uniti, la sanguinosa guerra tra Iraq e Iran si era appena conclusa con la perdita di milioni di vite e Internet aveva appena fatto la conoscenza del suo primo virus worm (chiamato The Morris Worm, dal nome del suo inventore Robert Tappan Morris).

Da allora sono passati la bellezza di 23 lunghi anni e molto è cambiato nel mondo, anzi... quasi tutto. Tra crisi mondiali più o meno gravi, diffusione della rete a macchia d’olio con tanto di social network e Sega che lascia il mondo dell’hardware, siamo arrivati al 2011, ovvero l’anno in cui verrà pubblicato un nuovo gioco per Mega Drive. La cosa ancora più incredibile è che si tratta addirittura del terzo titolo creato dalla compagnia americana Super Fighter Team.

Sentendone il nome potreste pensare ad un gruppo di giovani che si riuniscono in garage o in cantina e ci danno dentro con il “coding”, ma così non è. Stiamo parlando di una vera e propria società, che pubblica i suoi titoli con tanto di confezione e manuale stampato a colori.

I titoli precedenti dei Super Fighter Team per Mega Drive sono diventati dei pezzi molto richiesti dai collezionisti.

Il fondatore della compagnia, Brandon Cobb, ha spiegato che il nome del team deriva da quello di un vecchio gioco taiwanese per PC, Super Fighter, di cui lui era fan sfegatato. Lo stesso Cobb contattò la casa di produzione, C&E, per chiedere se avessero qualcosa in contrario riguardo l’apertura di una società che portasse il nome del loro titolo.

“Il presidente della C&E, John Kuo, ha ammesso che forse il nome avrebbe creato confusione e qualche problema a livello legale”, ha spiegato Cobb. “Alla fine, quindi, ho deciso di chiamare la mia società Super Fighter Team per omaggiare comunque il gioco ma evitare problemi futuri”. Partire da zero con una società di sviluppo di software è un’impresa che merita indubbiamente rispetto e purtroppo i primi problemi non hanno tardato ad arrivare.

“Qualche anno fa stavamo pensando di realizzare una sorta di sequel di Super Fighter per Game Boy Advance, ma eravamo tutti giovani e inesperti e non ci eravamo mai posti il problema del budget fino a quel momento”, ha spiegato Cobb. “Per pura combinazione venni a sapere di un GdR che la C&E pubblicò su Mega Drive solamente a Taiwan e vidi questa cosa come un segno, come qualcosa che avrebbe potuto salvare il nostro progetto”.

Gli sprite larghi e la prospettiva laterale fanno di Star Odyssey un gioco unico nel panorama degli RPG su Mega Drive.

“Pensammo di tradurre il gioco in Inglese per poi adattarlo su GBA e utilizzare il ricavato per portare a termine Super Fighter Advance”. L’impresa non sembrava difficile su carta ma lo stesso Cobb ammette di aver sottovalutato il lavoro che doveva essere fatto.

“Ci siamo dovuti confrontare con un hardware, quello del Game Boy Advance, che aveva uno schermo con risoluzione inferiore e pensavamo che questo avrebbe rovinato il risultato finale.. proprio per questo abbiamo preso una decisione radicale”.

Tale decisione è stata di portare il gioco sulla stessa piattaforma per cui era nato, il Sega Mega Drive, realizzandone una nuova cartuccia, con tanto di confezione e manuale. Follia pura? Niente affatto e l’impossibile è accaduto esattamente il 22 maggio 2006: un nuovo gioco per Mega Drive usciva dunque a distanza di 8 anni dall’ultimo!

Da allora il team ha prodotto un secondo GdR per MD, intitolato Legend of Wukong, insieme ad altri titoli minori per Atari Lynx e Nokia N-Gage, ma il loro progetto più ambizioso si chiama Star Odyssey.

Trattasi di un gioco giapponese del 1991 conosciuto come Blue Almanac, un GdR a turni con parecchi tratti in comune con la serie Phantasy Star, che è stato a “tanto così” dall’essere pubblicato in Occidente venti anni fa. I diritti di pubblicazione negli Stati Uniti furono acquisiti dalla Sage’s Creation che però, per motivi misteriosi, non finalizzò mai la conversione.