Rock Band
Un concertone nel palmo di una mano?
Diciamocelo pure, senza false ipocrisie: considerando il fenomenale successo della piattaforma iPhone e la politica espansionistica di Electronic Arts (ormai sempre più decisa a portare i suoi popolari franchise su tutti i formati possibili e immaginabili), il matrimonio tra il melafonino e il graffiante rhythm game targato MTV/Harmonix s'aveva da fare.
Come da previsione, eccoci quindi accontentati: Rock Band è ufficialmente sbarcato su iPhone e iPod Touch con tutto il suo carico di chitarrone pesanti, musica heavy e attitudine fottutamente rock'n roll, pronto a infiammare i touch screen di mezzo mondo.
Attenzione però: al di là delle evidenti opportunità strategiche e di marketing, il prodotto in questione è tutt'altro che campato per aria. Quello che stupisce sin da subito di questa versione portatile di Rock Band è innanzitutto il massiccio impatto d'insieme: i menu sono curatissimi e trucidamente ispirati a una certa iconografia tutta teschi e devil horns, la grafica è spettacolare e azzeccata, e il feeling complessivo straordinariamente fedele all'originale HD.
Fondamentalmente inalterata anche la sostanza base del gameplay, con l'ormai iconica autostrada di tasti colorati (per l'occasione ridotti a 4 invece dei classici 5) da premere a tempo di musica per scimmiottare in maniera più o meno convincente il duro lavoro della rockstar, anche se è proprio da questo punto di vista che si riscontrano i principali problemi di Rock Band formato iPhone.
Partiamo ad esempio dalla lodevole idea di permettere all'utente di scegliere tra chitarra, basso, batteria e voce (in modo da assicurare un'esperienza in perfetto accordo con quella vista e sperimentata nel fratellone originale): sulla carta la trovata è logica e pure vincente ma data la forzata assenza di periferiche in grado di assicurare un feedback di un certo tipo, il risultato finale è quantomeno approssimativo, con l'effetto di rendere gli strumenti pressoché indifferenziati tra loro.
Il cuore del gameplay di questo genere di videogame è infatti di base tremendamente semplice (nonché piuttosto limitato), e in un prodotto come questo appare evidente quanto l'immedesimazione e il coinvolgimento assicurati da poco più che giocattoli di plastica ispirati agli strumenti reali, possano fare concretamente la differenza in termini di fruizione e divertimento.
Intendiamoci: la formula di sempre non ha improvvisamente smesso di funzionare una volta sbarcata su piattaforma Apple (perché comunque il gioco intrattiene e diverte come da copione!), anche se è innegabile che la risultante non sia quella a cui siamo abituati dopo anni di strimpellate in compagnia.
Ed è un peccato, perché non si può dire che EA non ci abbia provato seriamente: a prescindere dall'ottima realizzazione tecnica, feature quali il multiplayer locale via bluetooth e quello online con tanto di sincronizzazione delle jam session tramite Facebook, denotano infatti una volontà di fare le cose come si deve, così come sono da non sottovalutare le possibilità offerte dal Music Store (con le consuete microtransazioni pensate per aumentare, invero a prezzo non proprio economico, la longevità del prodotto).
Con una carriera intensa ma non particolarmente longeva (verosimilmente per limitazioni di spazio), una tracklist composta da 20 brani piacevoli ma forse non memorabili (si passa da All The Small Things dei Blink 182 a Sabotage dei Beastie Boys, passando per Learn To Fly dei Foo Fighters e Simple Man dei Lynyrd Skynyrd) e un costo piuttosto altino (5.49 Euro al momento della review), l'offerta di Rock Band è certamente interessante ma purtroppo non imprescindibile. Se siete dei fanatici del genere procedete pure convinti all'acquisto, tenendo comunque bene in considerazione che i fasti del capitoli originali sono ahimé piuttosto distanti.