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Rogue Legacy - review

L'importanza della famiglia.

Quanti eroi vi è capitato di impersonare nel corso della vostra carriera di videogiocatori? Probabilmente belli, alti, robusti, luccicanti e pieni di tratti simili, difficili da far coesistere anche con una selezione genetica estrema. O forse preferite impersonare anti-eroi dai tratti controversi, come un nano guerriero di costituzione debole o altre combinazioni non proprio ortodosse, sempre che il gioco in questione permetta di farlo.

Nel caso di Rogue Legacy non c'è molta differenza su come preferiate creare i vostri eroi, non tanto perché il gioco utilizza un sistema automatico che approfondiremo più avanti, quanto perché lo slogan stesso del titolo di Cellar Door Games recita che "chiunque può essere un eroe", nonostante difetti e debolezze a prima vista troppo penalizzanti o apparentemente non in linea con il physique du rôle richiesto.

Come sa chi ha avuto modo di saggiare il genere dei roguelike, di eroe non ne basta uno per arrivare alla sospirata vittoria nei titoli di questa categoria, che fanno della difficoltà impietosa uno dei propri tratti distintivi. Caratteristica, questa, che da un lato delizia gli appassionati ma dall'altro allontana prevedibilmente una fetta di utenza che un po' di ricompensa vuole toccarla con mano prima dell'ottantesima partita o giù di lì (volendo essere ottimisti).

Anche all'inizio dell'avventura, le cose non sono affatto facili.

A differenza di altri titoli indie notevoli del genere, come il mai troppo decantato FTL: Faster Than Light, Rogue Legacy devia però leggermente dalla formula di gioco classica, tanto che gli sviluppatori hanno coniato per l'occasione il termine "Roguelite" e addolcito le meccaniche con qualche zuccherino qua e là, escogitando un paio di soluzioni semplicemente brillanti.

"Gli sviluppatori hanno addolcito le meccaniche tipiche dei roguelike"

Cellar Door Games si è concentrata, come appare evidente dalle schermate sparse per questa pagina, soprattutto sulla sostanza. Pochi sfarzi e un tutorial giocato che ci mette subito nell'armatura di un cavaliere per apprendere le poche mosse a nostra disposizione. Un fendente, un salto e pochi altri elementi fondamentali fino alla conclusione della breve avventura introduttiva, dopodiché è già tempo di dare il via a quella che sarà la nostra dinastia.

Sì, perché il primo personaggio e molti altri dopo di lui potranno avere vita più o meno breve a seconda delle vostre capacità e della configurazione di turno del castello e delle altre aree generate proceduralmente, diverse quindi a ogni partita: Come accade in tutti i roguelike (e anche in questa variante più leggera), l'epilogo sarà però quasi inevitabilmente la disfatta.

Il ritrovamento di rune e progetti per nuovi pezzi di equipaggiamento è una parte fondamentale della crescita dei personaggi.

L'alleggerimento delle meccaniche più punitive del genere comincia con il trasferimento del denaro accumulato dal personaggio all'erede successivo, il che regola anche il meccanismo di crescita. Quest'ultimo non è affidato a semplici numeri e statistiche, ma alla ricostruzione di un castello le cui sezioni corrispondono a potenziamenti di parametri come salute, mana e altri, allo sblocco di mercanti o addirittura di nuove classi.

"L'azione varia da momenti di puro platform a sprazzi di intensissimo bullet hell"

Fatte le spese del caso si può passare all'esterno del castello dove trovano posto gli shop dei personaggi sbloccati come fabbro, cartomante e architetto. I primi due fungono da negozi in cui comprare rispettivamente equipaggiamento e rune, ma solo dopo averli sbloccati grazie a ritrovamenti in precedenti avventure. L'architetto ha una funzione leggermente differente, e permette di bloccare la disposizione delle stanze del castello precedente in caso si voglia ad esempio tornare immediatamente a un boss scovato nella partita precedente.

Su carta suona tutto molto più complicato di quanto non sia: visto che a ogni nuovo ingresso nel castello i fondi dell'eroe di turno vengono dati in tributo a un oscuro guardiano che vigila sulla porta, non c'è motivo di risparmiare e bisogna solo decidere in che ramo spendere l'eredità del nostro predecessore, investendo nella miriade di equipaggiamento e potenziamenti a disposizione.

Una volta varcata la fatidica soglia, le aree vengono generate casualmente in una manciata di secondi ed è tempo di immergersi nel vivo del gioco. L'azione di Rogue Legacy ricorda da non troppo lontano quella di Ghosts'n Goblins, sensazione sottolineata all'inizio dell'avventura da una musica di accompagnamento che riprende il mood della colonna sonora dell'indimenticabile platform di Capcom.

"La combinazione tra classi, magie, equipaggiamenti e casualità della mappa rende ogni partita diversa"

Le basi come detto sono molto semplici, ma l'azione varia da momenti di puro platform in cui è necessario calibrare bene un salto a sprazzi di intensissimo bullet hell degni di uno sparatutto, con decine di proiettili e pericoli in arrivo da ogni direzione. Non mancano stanze speciali contenenti scrigni magici, apribili solamente dopo aver soddisfatto particolari condizioni come non subire danni o evitare il combattimento. La generazione casuale della mappa può avere come effetto anche una serie di stanze molto difficili già all'inizio dell'avventura, con conseguente trapasso del coraggioso eroe di turno.

Poco male, bastano pochi secondi per ritrovarsi alla schermata di selezione del prossimo discendente, da scegliere tra tre eroi generati casualmente in base alle classi sbloccate fino a quel momento. La combinazione tra numero di classi, magie, equipaggiamenti e casualità della mappa rende ogni partita una sfida sempre diversa nonostante le meccaniche di base molto semplici, senza contare poi gli spassosi tratti distintivi di ogni personaggio.

Acquistando potenziamenti o nuove classi, il maniero di famiglia si ricomporrà gradualmente. Un'ottima soluzione per alleggerire la fase di sviluppo.

Fedele al motto del gioco, Cellar Door Games ha deciso di inserire una serie di tratti sia positivi che negativi nel sistema di generazione dei discendenti, con risultati che vanno dal brillante twist al gameplay al faceto. Impersonare Sir Useless, un barbaro nano daltonico, potrà permettervi di percorrere passaggi segreti a causa della bassa statura, ma a costo di un raggio ridotto del fendente... naturalmente, il tutto in bianco e nero visto il daltonismo.

"Bastano pochi secondi per ritrovarsi alla schermata di selezione del prossimo discendente, da scegliere tra tre eroi generati casualmente"

E il successivo erede potrebbe essere Sir Hero III (pace all'anima dei due predecessori omonimi), un paladino calvo e ipocondriaco, che a ogni colpo ricevuto penserà di perdere migliaia di punti ferita. O Lady Chun Li, maga presbite affetta da meteorismo... insomma, avrete capito che le combinazioni sono tantissime e gli effetti a volte veramente divertenti, come nel caso di un salto in un combattimento particolarmente epico sottolineato da una memorabile flatulenza.

Come detto, non tutti sono legati al gameplay e in molti casi ognuno di essi porta sia vantaggi che svantaggi. Il mix tra tratti, abilità, rune ed equipaggiamento aggiunge notevole varietà, e padroneggiare di volta in volta la combinazione a disposizione è necessario per aspirare al successo finale.

Sì, Rogue Legacy si rivela decisamente impietoso di tanto in tanto.

Tratti o meno, ogni nuovo personaggio entra in gioco leggermente più potente del precedente, in una progressione di livelli che rende ogni assalto al castello e alle aree successive utile anche in caso di una morte particolarmente veloce (di solito lontana non più di un paio di errori).

"Le combinazioni tra i tratti sono tantissime e gli effetti veramente divertenti"

Queste scelte alleggeriscono come detto la formula di gioco in maniera brillante, perché la difficoltà del gioco resta inalterata ma i progressi sempre e comunque evidenti, allontanando lo spettro della frustrazione derivante da una serie di partite particolarmente corte o sfortunate.

L'assenza di barriere o interfacce macchinose non fa poi che amplificare il desiderio di lanciarsi nuovamente nella mischia per quella dannata "ultima partita" che vi farà fare molto probabilmente notte in più di un'occasione, il tutto condito dall'umorismo azzeccato e dissacrante che Cellar Door Games ha infuso nel gioco.

L'urlo del barbaro vi ricorda qualcosa?

Se c'è qualcosa che si può imputare a Rogue Legacy, è una sensibile mancanza di varietà nelle armi a disposizione e nei nemici, presenti in moltissime varianti ma in pochi esemplari di base. Anche lo stile grafico retrò potrebbe essere migliorato nella resa generale, ma si tratta di nei di poco conto che non intaccano l'ottimo bilanciamento di meccaniche, varietà e humour.

Non siete certi di riuscire a farvi piacere un "roguelike", pur più leggero del solito, o non mandate giù i platform 2D? In questo caso non state a pensarci ma toglietevi subito il pensiero provando la demo che Cellar Door mette a disposizione sul sito ufficiale dedicato al gioco. Detto questo, se non avete particolari allergie a uno degli elementi che compongono Rogue Legacy non dovreste privarvi di questo gioiellino indie.

9 / 10
Avatar di Emiliano Baglioni
Emiliano Baglioni: Emiliano si affaccia al mondo dei videogiochi all’epoca del Vic 20. Vive la sua storia di giocatore pensando che prima o poi crescerà e mollerà il joypad, ma non abbandona mai la sua passione, che riesce in qualche modo misterioso a conciliare con tutto il resto.

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Rogue Legacy

PS4, Xbox One, PS3, PlayStation Vita, PC, Mac, Nintendo Switch

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