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Romance of the Three Kingdoms XIII - recensione

Una lezione di storia tra amori, tradimenti e alleanze

I giocatori più avanti con gli anni ricorderanno la serie di Romance of the Three Kingdoms, popolarissima in Giappone e decisamente meno conosciuta in Europa. D'altra parte stiamo parlando di una delle saghe che ha contribuito a far crescere Koei, facendola arrivare in perfetta salute fino al 2016.

Il nuovo episodio di questa storica saga strategica approda in Europa su PC e PlayStation 4, forte della struttura ricca e profonda che i fan hanno imparato ad apprezzare nel corso degli anni. La cosa sorprendente, tuttavia, è che i programmatori hanno scelto di non aderire alla moda della semplificazione a ogni costo che sta colpendo più o meno tutte le serie in circolazione, ma ha optato per un integralismo che rischia di rivelarsi un'arma a doppio taglio.

Sebbene la scelta di mantenere in tutto e per tutto gli elementi che hanno permesso a Romance of the Three Kingdoms di ottenere il consenso di un gran numero di fan sia per noi più che apprezzabile, è molto probabile che proprio questa decisione finisca per ostacolare le vendite del gioco nel mercato occidentale.

Le battaglie sono interessanti e mettono a disposizione strategie differenti a seconda che si giochi in attacco o in difesa. Anche il terreno circostante deve essere tenuto sempre in considerazione!

Quello che vi troverete tra le mani acquistando Romance of the Three Kingdoms XIII, infatti è uno strategico duro e puro, caratterizzato da una veste grafica datata ma reso solido e interessante da un gameplay ricco, profondo e dannatamente difficile da padroneggiare al meglio.

Per ottenere risultati degni di nota in questo gioco, infatti, è necessaria molta pratica, complice anche la vaghezza del tutorial e la ripidissima curva di apprendimento prevista dal team di sviluppo. La nuova modalità chiamata Hero Mode accompagna il giocatore attraverso alcuni dei momenti salienti della lunga epopea che coinvolge il regni Wei, Shu e Wu.

Episodio dopo episodio, questa modalità cerca di spiegare gli elementi fondamentali del gioco, aiutando in qualche modo a muovere i primi passi in un mondo fatto di decine di menu e tonnellate di dialoghi. L'idea d'inserire una sorta di lungo tutorial interattivo è sensata e lodevole, ma è un vero peccato che la sua realizzazione non sia all'altezza delle aspettative.

Pur riuscendo a offrire una panoramica molto superficiale della ricchissima rete strategica del gioco, la Hero Mode rimane troppo spesso sul vago, impedendo di approfondire a dovere elementi di primaria importanza.

Sta quindi al giocatore, in base all'entità del proprio desiderio di migliorarsi, approfondire i vari elementi del gioco. E di cose da imparare ce ne sono davvero moltissime, possiamo assicurarvelo. Romance of the Three Kingdoms XIII è uno strategico rimasto congelato a 20 anni fa e, in quanto tale, è caratterizzato da un'interfaccia eccessiva e a tratti poco intuitiva, soprattutto nella versione console.

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Navigare tra i menu usando il DuakShock 4 non è certo una passeggiata e spesso rimpiangerete di non avere a disposizione un mouse e una tastiera per gestire al meglio l'interfaccia. Nonostante questo, però, basta un po' di perseveranza per andare oltre le apparenze, trovandosi di fronte a uno strategico appassionante e degno di essere affrontato con tutto l'impegno possibile.

Gran parte dell'esperienza si basa sulla capacità del giocatore di gestire i rapporti diplomatici con i numerosi personaggi della storia, ricordando di stringere alleanze, allacciare contatti e, quando necessario, pianificare matrimoni di convenienza per dare alla luce un erede a cui far continuare la lunghissima corsa al potere.

La cosa interessante è che per parlare con le varie figure che popolano la mappa di gioco è necessario raggiungere la città in cui queste risiedono (facendo quindi passare giorni preziosi) e, a patto di essersi già conosciuti precedentemente o di aver ottenuto una lettera di presentazione da qualche amico comune, incontrarsi di persona per consolidare il rapporto.

Dopo lunghe e interessanti chiacchierate, dopo aver fatto uno o più favori e dopo aver portato a termine qualche incarico, è possibile migliorare il legame con i vari personaggi, in modo da garantirsi il loro appoggio in guerra e, quando possibile, farsi insegnare le abilità e le discipline in cui meglio si distinguono.

Governare un regno, però, non è affatto facile e non basta certo circondarsi di persone fidate per ottenere i risultati sperati. Nel corso dei mesi e degli anni è importante assicurarsi di garantire al popolo una vita dignitosa, difendendolo da eventuali pericoli o disagi che si possono presentare.

Più il regno cresce, più diventa difficile tenere traccia della situazione di ogni città. Anche per questo è importante stringere le giuste alleanze.

In città deve essere garantita, per quanto possibile, la pace a cui tutti anelano, motivo per cui è fondamentale liberarsi delle bande di ladri e predoni che ciclicamente mettono in ginocchio i sudditi. Tutto questo viene per lo più gestito attraverso la fitta e complessa rete di menu e finestre interattive.

In alcune occasioni, tuttavia, viene richiesto di partecipare attivamente a eventuali scontri, mettendosi in gioco con una sorta di morra cinese e, nel caso delle battaglie, con la più classica delle interfacce dei giochi di strategia.

Nelle battaglie viene infatti chiesto al giocatore di gestire personalmente le truppe e la flotta navale, cercando se possibile di sfidare a duello il generale avversario, aggiungendo così la giusta dose di epicità agli scontri.

La grande profondità del gioco è accompagnata da una realizzazione tecnica piuttosto scadente, resa decisamente più sopportabile da una direzione artistica eccezionale, sia sul fronte sonoro (grazie alle splendide musiche in perfetta sintonia con le atmosfere proposte), sia su quello delle illustrazioni, usate spesso e in abbondanza per sottolineare i momenti più importanti della storia.

Le immagini sono lievemente animate e mischiano sapientemente la tradizione dell'ambientazione orientale a un character design sempre azzeccato e ben studiato. Ottimo anche il doppiaggio, presente sia in lingua giapponese che in cinese. Peccato solo per l'assenza di una localizzazione in italiano. Se vorrete godervi questo gioco, dovrete accettare di leggere lunghi testi (interessanti e ben scritti) disponibili solo in lingua inglese.

Preparatevi ad avere a che fare con una quantità incredibile di menu e finestre. Su PlayStation 4 la navigazione è particolarmente ostica.

Romance of the Three Kingdoms XIII non è certo un capolavoro, ma per gli amanti dei giochi strategici, del periodo storico e del romanzo di riferimento, è un'esperienza che merita di essere provata. Andando oltre il primo impatto, infatti, le qualità del titolo Koei Tecmo emergono prepotentemente, garantendo tante ore di divertimento con un'esperienza ricca, profonda e molto impegnativa.

7 / 10
Avatar di Filippo Facchetti
Filippo Facchetti è un rispettabile nerd da sempre appassionato di "giochini elettronici". Prima di approdare a Eurogamer scrive per importanti riviste di settore e conduce programmi TV dedicati all'intrattenimento digitale.

Scopri come lavoriamo alle recensioni leggendo la nostra review policy.

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