Roundup Giochi Scaricabili
Ares! Alt! Shift! Domination! Trine!
A.R.E.S.: Extinction Agenda
- PC - Steam, €9.99. Demo gratuita qui .
- In arrivo su XBLA nel corso del 2011.
Fino al 1994 circa, i giochi come A.R.E.S. spuntavano come funghi. Ti alzavi dal letto ed erano lì, a fare le fusa sul piumone. Non faceva differenza se eri il tipo da Amiga piratata o un danaroso possessore di SNES e Mega Drive: il platform-sparatutto a scorrimento laterale era il Re. Poi arrivò la PlayStation, fece girare a tutti la testa con il suo 3D sofisticatissimo e giochi come Turrican o Metroid finirono in mezzo a una strada.
In quest'epoca sempre più confusa è come se gli ultimi 16 anni non ci fossero mai stati. I Take That sono in testa alle classifiche e sviluppatori come gli Extend possono sciorinare la loro visione di un ventunesimo secolo radioattivo. E nessuno batte ciglio.
A.R.E.S. si svolge in un mondo (esattamente 100 anni dopo l'uscita di Super Metroid, giustamente) in cui ci affidiamo a robottoni che prendono lezioni di stile da Samus, e hanno anche il tempo di salvare l'umanità dalla propria idiozia. Ciò nelle intenzioni significa una bella rimpatriata ai tempi andati per i giocatori di vecchia data, ma il gioco non ci ha esattamente retro-esaltato.
All'inizio il gioco è impressionante, con fondali magnificamente realizzati, colonna sonora trascinante, armi poderose e boss che riempiono lo schermo. Ma presto il gioco butta alle ortiche tutto ciò che c'è di buono con un sistema di controllo eccessivamente inerziale che trasforma delle normalissime sezioni platform in una sfiancante guerra con l'attrito. Un vero peccato.
Se il team riuscirà a sistemare alcuni problemucci con una patch, varrà la pena di dare un'ulteriore occhiata ad A.R.E.S., ma fino ad allora questo è il classico caso del gioco da provare prima dell'acquisto.
6/10
Alt-Play: Jason Rohrer Anthology
Una volta completata l'antologia dei tre giochi di Jason Rohrer, ci si aspetterebbe quasi di vederlo suonare una serenata nella veste di un Julio Iglesias fatto di pixel. Purtroppo rimane solo il silenzio di un acquisto sperimentale andato male.
Alcuni redattori hanno attribuito a certi lavori di Rohrer uno status di arte, espressa magnificamente. Ad esempio "Passage", un viaggio di cinque minuti dove si controlla un omino super-pixelloso attraverso uno stretto passaggio con visuale dall'alto. Incontri una ragazza, lei ti segue in giro per un po' e clicchi su degli oggetti. Tu invecchi. Lei muore. Tu muori. Fine.
È espressione artistica. È un po' commovente se avete uno sprazzo di nostalgia invernale. Ma vale la pena pagare per giocarci? Probabilmente no.
'Gravitation' è similmente foriero di concetti nel design ma solo leggermente più incline a essere un vero videogame. Stavolta, si inizia giocando a palla con un bambino (apparentemente il figlio di Rohrer), e non appena c'è abbastanza affetto tra di voi, i capelli del protagonista iniziano a bruciare.
A questo punto l'area di gioco si espande e si è in grado di volare in cielo per raccogliere stelle, prima di ricadere giù sulla terra per mettere tali stelle in una specie di fornace. E si va avanti così. Sia che capiate o meno la metafora dell'equilibrio tra lavoro e vita di famiglia, il tutto non è particolarmente divertente.
Il terzo ed ultimo titolo, 'Between', è allo stesso modo privo di compromessi e richiede persino che un secondo DS sia connesso tramite wireless prima di poter partire. Una volta collegati a un partner, veniamo accolti da una torre colorata e abbiamo la possibilità di scegliere e trasferire piccoli blocchi in un'area da costruzione.
Non è chiaro quel che bisogna costruire o perché lo si sta costruendo o quale effetto possa avere sulla creazione dell'altro giocatore: bisogna solo continuare. Sperimentare, mischiare i colori, comporre una sinfonia jazz nella propria testa e vedere che succede. Se poi tale pazienza venga in qualche modo ricompensata, non sapremmo proprio...
Siamo favorevoli a sviluppatori dalla mente artistica che valicano i limiti delle convenzioni nel provare ad offrire cose nuove, ma vorremmo anche divertirci. È forse chiedere troppo?
2/10