Ryse: Son of Rome - Reloaded
Il legionario Marius Titus torna in servizio diciotto mesi dopo il lancio di Xbox One.
È giunto il momento di analizzare a posteriori Ryse: Son of Rome, l'esclusiva con cui Microsoft ha deciso di accompagnare il lancio della sua Xbox One. Un titolo realizzato da gente in grado di maneggiare la grafica come pochi altri nell'industria a livello mondiale, ovvero i Crytek, che su PC per anni ci hanno regalato titoli ad altissimo contenuto estetico. Il motivo della nostra attesa lo spiegheremo alla fine di questo articolo che ci ha spinto a riprendere in mano il gioco per capire come si è comportato nel postvendita e se può essere considerato un buon investimento anche diciotto mesi dopo la sua pubblicazione.
Le premesse erano ottime visto che Ryse si poneva come il titolo più bello da vedere di una generazione console ai nastri di partenza e, tutto sommato, possiamo dire che è stato così. Nonostante le polemiche sulla risoluzione a 900p upscalata a 1080p tramite lo scaler interno della console, Son of Rome è un gioco stupendo da vedere in movimento, soprattutto per come passa dalle cutscene video ai momenti di gameplay con animazioni di altissimo livello. Solo la versione PC, pubblicata un anno dopo, è riuscita ad andare oltre grazie alle capacità nettamente superiori dell'hardware per Home Computer, messo comunque ugualmente alla frusta da un Cryengine assolutamente impietoso nel coniugare qualità e richieste in termini di potenza di calcolo.
Sul fronte tecnico, non ci sono dubbi, Ryse si può considerare ancora il miglior spot pubblicitario per le capacità tecniche di Xbox One visto che nessun altro titolo presente sulla stessa piattaforma riesce a vantare lo stesso livello di dettaglio e cura oer le ambientazioni, animazioni ed effetti. Ma i contenuti? Fin dalle prime battute è stato chiaro che Ryse fosse stato realizzato più per mettere in mostra le capacità tecniche della console che non per infrangere nuove barriere nella complessità del sistema di combattimento. A parte qualche patch iniziale di poco conto, non ci sono state grosse novità per quanto riguardava il supporto nell'immediato in quanto il gioco è arrivato sugli scaffali senza bachi di particolare gravità.
La nostra attenzione si deve quindi concentrare sul supporto ai giocatori come nuovi contenuti e la diffusione del multiplayer cooperativo pensato per le arene. La natura del combattimento prevede l'uso di mosse in sequenza che rallentano l'azione con dei bullet time pensati per dare al giocatore la possibilità di eseguire le combo in tutta tranquillità contro personaggi gestiti dalla CPU e questo ha precluso la realizzazione del multiplayer competitivo. Proprio sulla modalità cooperativa si sono concentrati gli sforzi di Crytek che ha pubblicato quattro DLC a pagamento e alcuni contenuti gratuiti per tutti, anche chi in prima battuta non aveva acquistato il Season Pass.
Il Colosseum Pack ha introdotto due nuove mappe a pagamento a cui si sono aggiunti due eventi gladiatorii con torrette che sparano e statue romane che aumentano l'energia dei disponibili a tutti gli utenti. Duel of Fates ha aggiunto altre tre mappe a tema caratterizzate da trappole, passaggi segreti e obiettivi particolari come difendere l'Imperatore o conquistare porzioni specifiche dello scenario. Il Mars Chosen Pack ha aggiunto ben cinque mappe inedite ma soprattutto una nuova modalità cooperativa ad ondate molto difficile da affrontare. Altrettanto corposo è stato il Morituri Pack, che ha introdotto altre cinque arene, tre per la modalità gladiatore e tre per quella sopravvissuto, oltre alla rielaborazione di cinque scenari del gioco originale per essere affrontati in solitario.
Complessivamente lo sforzo di Crytek nell'aggiungere nuovi contenuti è stato di buon livello ma l'arrivo dei nuovi DLC non ha condizionato più di tanto il successo del gioco. Andando a guardare le vendite è chiaro che Ryse non è riuscito a trainare il lancio di Xbox One come speravano in Microsoft e in Crytek. Le trecentomila copie vendute nelle prime settimane sono state un buon risultato per una base installata tutta da creare e tutto sommato non sembra poi così male il milione di copie complessive vendute su Xbox One . Purtroppo, la tecnicamente splendida versione PC non è praticamente pervenuta.
Come leggere questo dato? Per una console che veleggia sui dodici milioni di unità piazzate praticamente nello stesso lasso di tempo di vita del gioco, il risultato non è eclatante: le dichiarazioni di Cevat Yerly sulla pesante ristrutturazione sopportata da Crytek nel 2014 confermano l'insuccesso commerciale del progetto che ha avuto conseguenze sull'eventuale seguito, per ora messo in naftalina. Non è un mistero che l'azienda tedesca e Microsoft si aspettassero molto di più da un titolo di lancio che a tutti gli effetti avrebbe dovuto essere la killer application in grado di far decollare le vendite della console di Redmond.
La mancata creazione dell'annunciata applicazione Smartglass con cui creare sfide personalizzate per la componente online è stata l'indiretta conferma della perdita di interesse di publisher e sviluppatori per Ryse, che unita alle difficoltà di quest'ultimi ne ha causato la dismissione. L'impostazione data al multiplayer ha inoltre impedito la creazione di una community stabile, obbligando gli acquirenti del gioco a concordare l'acquisto con un amico o ad affidarsi al sistema di matchmaking automatizzato, che però non dà garanzie di trovare sempre compagni con cui affrontare i contenuti coop dell'originale e dei DLC a ogni ora del giorno e della notte.
Tutti i pezzi del puzzle legati a evoluzione del gioco, supporto postvendita e vicende societarie dello sviluppatore, disegnano un quadro abbastanza chiaro sul valore di Ryse Son of Rome a metà 2015. La qualità del lavoro svolto sulla parte tecnica è stato talmente impeccabile che anche un anno e mezzo dopo si può considerare uno dei titoli graficamente più belli mai realizzati su una console da gioco. La mancanza di profondità delle meccaniche di combattimento e la loro ripetitività rimane però la causa evidente del suo insuccesso, che nemmeno un postvendita privo di problemi con una discreta dose di contenuti aggiuntivi è bastato a risollevare.
In questa situazione solo un drastico taglio di prezzo potrebbe giustificare un acquisto a posteriori, consigliabile unicamente a chi voglia vedere la propria Xbox One spremuta come un limone sotto l'aspetto tecnico, godendo di qualche pomeriggio di sbudellamento barbarico in solitario e altrettanti nelle arene in compagnia di un amico.
Il problema è che Ryse: Son of Rome è ancora venduto sugli store di molti retailer intorno ai cinquanta euro e questo consiglia di tenere i sudati sesterzi da parte per investimenti di maggiore sostanza (che fortunatamente su Xbox One non mancano) o almeno fino al price drop di cui sopra.