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Ryse: Son of Rome PC - review

Il Dragon's Lair della nostra epoca.

Giusto un paio di settimane fa abbiamo giocato in anteprima Ryse: Son of Rome, la conversione che Crytek ha voluto effettuare del suo taglia e affetta realizzato nel 2013 su commissione di Microsoft per mettere in mostra le migliori caratteristiche tecniche dell'Xbox One. Il tempo di dare una ripulita alla spada che gli sviluppatori tedeschi ci hanno dato la possibilità d'installare il review code completo e dirvi come stanno le cose a proposito di questo loro ennesimo viaggio nei meandri della grafica spinta ai massimi livelli.

Come avevamo anticipato pochi giorni fa, Ryse: Son of Rome è fondamentalmente un porting della versione Xbox One di cui condivide praticamente tutto in termini di contenuti, filmati e infrastruttura di gioco. Sotto molti aspetti, fa ancora fede la descrizione dei contenuti di cui vi avevamo parlato in occasione della recensione che il nostro Ricciotto aveva scritto a ridosso del lancio della console.

Il gioco è suddiviso essenzialmente in tre aree: il singleplayer raccoglie le missioni di una campagna completamente lineare suddivisa in otto capitoli interrotti da numerosi checkpoint automatici. Il multiplayer è basato sul concetto di arena competitiva e cooperativa la modalità eroe ricalca la struttura del multiplayer ma permette di affrontare orde di nemici in scenari a difficoltà crescente.

La storia del gioco ripercorre le gesta della vita militare del generale Marius Titus in un'epoca funestata dalle invasioni barbariche che iniziarono a decretare la fine dell'Impero Romano d'occidente. Il giocatore interpreta questo personaggio nelle sue vicissitudini di una storia splendidamente raccontata sia tramite cutscene realizzate con il motore del gioco sia con filmati appositamente realizzati per l'occasione.

Le arene a tema sono molto belle e possono essere affrontate da soli o in compagnia di un amico. La meccanica del gameplay cambia poco rispetto a singleplayer e multiplayer.

Il dettaglio dei protagonisti nei filmati è fantastico e viene degnamente accompagnato da tecniche di motion capture di corpo e viso degne di un film in computer grafica di altissimo livello di cui potete trovare un paio di esempi giusto nel filmato sottostante,

La progressione dei livelli, oltre a cambiare ambientazione, propone una serie di variazioni sul tema centrale del gameplay che vede il giocatore combattere armato di spada e scudo attaccando, parando, aprendo la difesa dell'avversario o rotolando via per sottrarsi da colpi pesanti o situazioni scomode. Le basi del gameplay di Ryse sono essenzialmente queste e l'interesse che può suscitare nel giocatore deriva dalla spettacolarità dei combattimenti basati sul tempismo nel reagire agli assalti di uno o più nemici o alcuni boss di fine livello.

Le mosse e contromosse presenti in Ryse rappresentano una chicca per qualità delle animazioni di Marius e dei suoi avversari: il problema è che, oltre ai pochi colpi "normali" è la scarsa varietà delle mosse terminali a rappresentare il tallone d'Achille del gameplay. Quando un nemico è "cotto" si può premere il grilletto destro e avere la certezza di finirlo premendo una sequenza di tasti che alterna sempre e solo X e Y.

Sulle prime gli sbudellamenti alternati a parate e schivate sono veramente intriganti: il problema è che alla trentesima esecuzione dello stesso panzone con ascia, barbetta e capelli lunghi ci si accorge che la meccanica dei combattimenti manca di profondità nonostante la volontà di Crytek di mettere sul piatto alcuni elementi extra.

Il sistema d'illuminazione della versione PC è superiore a quello Xbox One. La risoluzione e gli effetti di classe superiore fanno il resto.

Combinazioni di attacchi e parate che portano ad uccisioni in sequenza permettono infatti di accumulare punti esperienza che è possibile investire immediatamente in miglioramenti delle abilità principali di Marius. A seconda della situazione si può scegliere dove investire il bonus derivante dall'esecuzione di un nemico: in genere si cerca di riempire la barra dell'energia, ma è saggio anche ottenere un bonus temporaneo al danno inflitto, all'esperienza accumulata o aumentare la durata del "focus".

Questa abilità è l'unica attivabile in combattimento e permette di stordire i nemici tutt'intorno a noi per un periodo di tempo sufficiente sbudellarne un paio senza dar loro il tempo di eseguire una parata. Una sorta di "smart bomb" da utilizzare nei momenti critici insomma.

Per quanto limitato come varietà, il fluire dell'azione non è sempre uguale a sé stesso. Quando non si è impegnati in un corpo a corpo con barbari assetati di sangue, si possono verificare situazioni particolari come raccogliere dei giavellotti da scagliare ai nemici che ci arrivano addosso o arcieri barricati in posizioni di vantaggio.

Carino è anche il comando scriptato di una formazione a testuggine quando ci si trova sotto una pioggia di frecce o l'uso di baliste e arcieri per colpire aree della mappa in cui la densità dei nemici è molto elevata. In un paio di occasioni, dovremo anche correre da una zona all'altra della mappa per abbattere scale da assedio ed evitare di essere sopraffatti dai nemici durante un assedio mentre siamo sotto il tiro di catapulte.

Non solo squartamenti: i Crytek hanno provato a variare il gameplay di Ryse in vari modi. Bella la riproduzione della testuggine.

Le meccaniche di gioco appena descritte per il singleplayer si applicano in tutto e per tutto anche alla modalità eroe che riprende il concept delle orde di Gears of War anche se in un contesto diverso. Nel gioco sono presenti numerose arene a tema affrontabili in solitario, in coop con un amico o in multiplayer. Il numero è più elevato rispetto alla versione Xbox One perché la versione PC comprende tutti i DLC pubblicati negli ultimi mesi su console.

DLC Morituri Pack, Duel of Fates Pack, The Mars Chosen Pack e Colosseum Pack integrano arene, skin e nemici extra che rendono più corposa questa sezione di contorno del gioco. Anche se le modalità variano, fanno riferimento al concetto di base dei livelli a difficoltà crescente in cui è possibile guadagnare punti valore con uccisioni concatenate da investire in equipaggiamenti migliori per il nostro alter ego.

In questo caso a spezzare la monotonia pensa non solo la conformazione delle arene ma anche gli eventi e obiettivi particolari che si trovano al loro interno: piogge di frecce, proiettili di catapulta, pentoloni incendiari e trappole di ogni genere possono eliminare il giocatore tanto quanto i nemici, magari mentre questi c'inseguono per impedirci di attivare meccanismi in tema con l'ambientazione.

Il livello di gradimento delle nostre gesta da parte del pubblico è sempre ben visibile al centro dello schermo: più uccisioni effettueremo con stile e obiettivi porteremo a termine sotto pressione, maggiore sarà la ricompensa in termini di esperienza e quindi migliore l'equipaggiamento da usare nelle sfide successive.

Osservate la perfezione della trama del vestito, il movimento dei capelli, l'espressione del viso…

Il multiplayer riprende esattamente lo stesso concetto di arene a tema mettendo uno o più giocatori gli uni contro gli altri per affrontarsi in singolo oppure a squadre. In questo caso la progressione del livello raggiunto dal giocatore dipende dai valor point accumulati giocando (molto lentamente) oppure velocizzando la progressione investendo in oro acquistabile tramite il sistema di microtransazioni sul sito ufficiale.

Il multiplayer è abbastanza ben fatto anche se su Xbox One il successo non era stato travolgente; il numero bassissimo di console sul mercato al momento della pubblicazione del gioco ha impedito la creazione di una comunità solida, a cui si sono affiancate le limitazioni del gameplay che non hanno spinto molti gladiatori a capirne a fondo i meccanismi.

Come avevamo specificato in sede di anteprima, il sistema di controllo ideale per spremere al massimo Ryse è un joypad e in questo caso quello dell'Xbox 360 fa perfettamente il suo dovere, venendo riconosciuto automaticamente anche quando il gioco è già avviato.

I puristi di mouse e tastiera possono comunque stare tranquilli: Crytek ha rielaborato i menu per rendere il tutto giocabile anche con mouse e tastiera mappando tutte le azioni eseguibili con il pad. Nei combattimenti con molti nemici si percepisce però la limitazione che deriva dalla difficoltà di muoversi efficacemente in otto direzioni dovuta all'uso dei quattro tasti direzionali.

Le skin e i modelli cambiano ma le meccaniche di combattimento rimangono le stesse: sono soprattutto le esecuzioni finali a mancare di varietà.

La preview si era concentrata molto sull'aspetto tecnico di Ryse e ora che abbiamo tra le mani la versione finale possiamo confermare che nulla è cambiato in termini di prestazioni e qualità. I filmati parlano chiaro e quello che non si nota a causa della perdita di definizione dovuta alla compressione di Youtube, ve lo posso confermare direttamente.

Questo porting rende ancora più bello un gioco che già su Xbox One dava un assaggio molto consistente delle potenzialità grafiche di questa generazione di console, con un motore adeguato e grafici di talento. La possibilità di far girare la versione PC a frame rate nettamente superiori con tutti gli effetti attivati rende Ryse un'esperienza visiva di grande impatto.

Ovviamente, più spinta è la cavalleria montata sotto il vostro cofano, migliori saranno le prestazioni: per darvi un'idea della potenza di calcolo necessaria a diventare legionari per qualche ora, con la nostra GTX 770 da 4 GB a dettaglio massimo (senza supersampling attivato) siamo rimasti costantemente nell'orbita dei 40-50 frame al secondo con occasionali picchi a 60. Con una GTX 670 da 2 GB abbiamo dovuto giocare con la risoluzione a 900p e impostando dettagli elevati, siamo riusciti ad ottenere un ottimo compromesso in grado di farci restare costantemente sopra i 30 FPS.

Anche se gli utenti PC hanno fatto da tempo il callo alla grafica di qualità, la maestosità di Ryse è assolutamente fuori discussione: i dettagli delle armature, dei volti, delle animazioni, la bellezza delle ambientazioni, gli effetti ambientali sono tutti, indistintamente, fuori parametro.

I combattimenti sono spesso intervallati da cutscene realizzate con il motore del gioco o filmati: il fluire del gioco è eccellente e solo tra un livello e l'altro occorre attendere il caricamento.

Se escludiamo l'uso della correzione antialias in supersample che uccide le prestazioni anche su PC superpompati (ma il TXAA è un degno sostituto a costo zero) al massimo dettaglio si possono notare tutti i tocchi di classe della versione console e anche di più, in particolare per quanto riguarda il sistema d'illuminazione: il livello notturno della foresta inglese è veramente clamoroso nella sua complessità di riflessi, bagliori ed effetti alpha.

Ad uso e consumo degli utenti console e delle recenti diatribe sull'incapacità di Xbox One di reggere i 1080p, vi posso confermare che su PC anche a risoluzioni inferiori il gioco rimane splendido da vedere con un guadagno di frame rate di circa 5 frame al secondo a ogni scatto di risoluzione verso il basso che i possessori di schede video meno spinte non mancheranno di apprezzare. In ogni caso, su un monitor da 27 pollici si fa veramente fatica a distinguere a occhio nudo eventuali perdite di dettaglio tra la versione a 900 e 1080p.

In definitiva, la valutazione di questo porting ricalca da vicino quella dell'originale per Xbox One: gameplay e contenuti sono praticamente gli stessi della versione console e in questo senso possiamo confermare la scarsa varietà delle meccaniche di combattimento come il punto dolente di un gioco che avrebbe potuto dare molto di più sotto questo aspetto. La ripetitività delle otto ore di campagna singleplayer è salvata in parte dai contenuti aggiuntivi, in particolare le arene a tema in modalità cooperativa grazie alla progressione dell'equipaggiamento. Anche il multiplayer è potenzialmente interessante, ma dubito fortemente che su PC si riuscirà a creare una community di un certo livello, non a lungo temine, perlomeno.

Su PC Ryse: Son of Rome si conferma invece tecnicamente sontuoso esattamente come ce l'aspettavamo; un acquisto consigliato agli adepti della PC Master Race vogliosi di mostrare le prodezze della propria macchina da gioco ad amici e parenti, ma non molto altro. Alla cinquecentesima esecuzione fotocopiata del solito barbaro in mutande e canottiera, pochi aspetteranno il pollice verso dell'Imperatore prima di porre fine alle sue sofferenze.

7 / 10
Avatar di Matteo Lorenzetti
Matteo Lorenzetti: Dopo dieci anni di The Games Machine, approda finalmente alla redazione di Eurogamer.it. Onnivoro per quanto riguarda i generi, predilige sparatutto, giochi di guida ed RTS.

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Ryse: Son of Rome

Xbox One, PC

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