Sakura Wars - recensione
Demoni, robottoni e ragazze carine: il grande ritorno di Sakura Wars!
Sakura Wars è il più recente titolo dell'omonima saga, conosciuta in Giappone fin dai tempi del Sega Saturn con il nome di Sakura Taisen. Il gioco venne annunciato nel corso del SEGA Fes 2018 come Project Sakura Wars, per poi essere rilasciato per il mercato orientale durante l'ultimo mese del 2019 e qualche mese dopo nel resto del mondo.
Sakura Wars su colloca cronologicamente dodici anni dopo le vicende di Sakura Wars V: So Long, My Love; i protagonisti sono i membri della nuova Flower Division di Tokyo, la cui fondatrice e direttrice del Great Imperial Theater è Sumire Kanzaki, il cui nome suonerà certamente familiare a un appassionato del brand, proprio per il suo ruolo all'interno dell'originale Flower Division.
All'interno del titolo vi sono infatti frequenti riferimenti a eventi e personaggi del passato, ed è splendido notare come le loro raffigurazioni abbiano rispettosamente mantenuto il design e tratto originale di Kosuke Fujishima, disegnatore storico della saga e conosciuto anche per lavori come Oh mia dea!, Sei in arresto e per il character design di numerosi capitoli del franchise Tales of.
I personaggi del nuovo Sakura Wars sono invece figli delle mani di Tite Kubo (designer e creatore di Bleach) e Masashi Kudo, mentre i mecha Mugen sono frutto del lavoro di Mika Akitaka (Gundam ZZ, Mobile Suit Gundam 0083: Stardust Memory, Galaxy Freulein Yuna).
Oltre alla continuità narrativa, Sakura Wars mantiene la natura crossmediale del franchise (è in corso in Giappone Sakura Wars: The Animation, anime legato a doppio filo al videogioco) come anche la sua principale caratteristica videoludica: un'intrigante ibridazione tra visual novel/dating sim e sessioni di combattimento a bordo dei Spiricle Fighter Mugen.
La componente narrativa ed esplorativa di Sakura Wars si mantiene fedele ai più classici stilemi delle produzioni nipponiche: il protagonista, il giovane capitano Seijuro Kamiyama, viene trasferito con l'incarico di migliorare il rendimento della Flower Division di Tokyo, la cui gloria è ormai soltanto un lontano ricordo.
Ad accoglierlo, troverà la già citata Sumire (sempre in forma smagliante nonostante non sia più in servizio attivo da anni) e cinque dei sempreverdi tropes di caratterizzazione per le "waifu" dei videogiochi: l'amica d'infanzia, pura di cuore e con un grande sogno da realizzare.
Ci riferiamo alla timida amante dei libri, un po' impacciata ma che nasconde un terribile segreto; la ragazza maschiaccio, sempre pronta ad attaccar briga, che sotto la scorza ruvida ha sentimenti profondi e tante insicurezze; la "loli" ninja, silenziosa e letale, con un debole quasi incontrollato per i dolci; infine, la giovane donna matura e in carriera, spigolosa e apparentemente irraggiungibile, ma con un lato tenero e sognatore.
Il gioco è suddiviso in capitoli, ciascuno dei quali si focalizza su un determinato personaggio o su un evento cruciale della storia. Al termine di ogni capitolo, verrà mostrato un filmato che anticiperà gli eventi del successivo, con uno stile tipico anime; anche buona parte delle cutscene del gioco sarà disegnata in stile classico (pur non mancando di alcuni elementi 3D), il tutto con un risultato convincente sia dal punto di vista tecnico, che narrativo.
Va infatti detto che, nonostante l'estrema prevedibilità della storia, del comportamento dei personaggi e dei dialoghi, Sakura Wars scorre piacevolmente per le oltre trenta ore di gioco necessarie a portare a termine la prima partita, a patto ovviamente di essere videogiocatori che apprezzano titoli in cui a farla da padrone sono le situazioni slice-of-life, piene imbarazzanti malintesi e attività completamente slegate dalla minaccia globale demoniaca. Una volta conclusa la storia, la rigiocabilità viene favorita anche dalla possibilità di saltare i filmati che non prevedono scelte da parte del giocatore.
Ma non sarebbe un Sakura Wars se non si parlasse anche di mostri e robottoni colorati controllati da graziose ragazze in uniforme. Le sezioni di combattimento saranno sporadiche nel corso dei primi tre capitoli del titolo, ma diventeranno più frequenti man mano che la storia andrà avanti. Sarà inoltre possibile ripetere le battaglie della storia utilizzando il Battle Bot, terminale posizionato nell'hangar dei Mugen, per migliorare il proprio punteggio e quindi l'affinità con le varie ragazze.
Maggiore affezione porterà a migliori prestazioni durante i combattimenti, per quanto questi ultimi risultino sempre piuttosto semplici da portare a termine, anche nelle fasi avanzate dell'avventura. Il combat system del nuovo Sakura Wars rimuove infatti del tutto gli elementi strategici dei titoli precedenti, focalizzandosi sull'azione pura contro orde di decine di nemici dalle forme e dimensioni più disparate da distruggere a colpi di spade, martelli, libri magici e chi più ne ha più ne metta, con ritmi ed estetica più simili a un vero e proprio musou che a un "semplice" hack n' slash.
Gli scontri non richiedono dunque particolari tattiche, a meno di puntare al voto massimo e, per quanto divertenti e appaganti, hanno la tendenza a risultare davvero caotici e dal framerate sofferente, soprattutto durante le mosse speciali, accompagnate da un maggior numero di effetti grafici a schermo.
La perdita di tecnicità degli scontri è sicuramente il maggior difetto di questo Sakura Wars, che riesce però a compensare questa mancanza con il ritorno di meccaniche tanto care ai titoli precedenti: rimangono infatti il già citato sistema Trust con le compagne di squadra, come anche il LIPS System, abbreviazione di Live Interactive Picture System.
Durante alcuni dialoghi, il protagonista avrà risposte e reazioni diverse a disposizione, in altri sarà possibile determinare il tono o l'intensità della frase da pronunciare. Ciascuna delle ragazze reagirà in modo diverso in base al proprio carattere, e questo determinerà una variazione del loro livello di Trust.
Farsi apprezzare dai membri del proprio team non porterà, ovviamente, solo dei vantaggi di tattica bellica, ma anche eventi in prima persona, i Tête-à-Tête, in cui ci si potrà confidare e "lasciarsi andare" a dichiarazioni più sincere circa i propri sentimenti. Come prevedibile, per ottenere i finali delle varie protagoniste, sarà necessario ingraziarsele durante il corso della storia, non limitandosi quindi a seguire le missioni principali, ma concedendo loro tempo e attenzione durante tutti gli eventi opzionali.
Tra le attività collaterali a disposizione del giocatore vi sono le già citate battaglie a mezzo Battle Bot, la raccolta e collezione dei Bromide (figurine da collezione dei personaggi principali di questo titolo e dei precedenti Sakura Wars) e, ultimo ma non meno importante, il minigioco Koi-Koi Wars, un gioco di carte tradizionale della cultura giapponese in grado, da solo, di rubare ore e ore di tempo nel tentativo di strappare una vittoria a tutti gli avversari che ci si pareranno davanti.
Il nuovo Sakura Wars punta a rinfrescare il franchise, pur mantenendone l'identità e continuità narrativa. Il ritmo e lo stile della storia è perfetto per un appassionato di produzioni di matrice nipponica e i personaggi, pur nella loro semplicità, funzionano e si lasciano voler bene.
Discutibile la scelta di semplificare così tanto i combattimenti, mettendoli praticamente in secondo piano sotto ogni punto di vista, ma il sistema di relazioni, il character design curato e l'ottimo comparto audio riescono a pareggiare i conti.
Un peccato, come sempre, rimane la mancanza di una localizzazione in lingua italiana.