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Salary Man Escape VR - recensione

Il mondo del lavoro è una giungla virtuale.

Iniziare un nuovo lavoro può essere a dir poco snervante. Le pressioni arrivano da tutte le parti: necessità di fare carriera ma senza sacrificare del tutto il tempo libero, guardarsi dai colleghi invidiosi ma contemporaneamente non estraniarsi, mantenere ritmi di lavoro che facciano capire il proprio valore ma senza rischiare l'infarto. Se poi in gioco entrano anche moglie, figli e via dicendo, il tutto può diventare un incubo... o meglio, un puzzle difficile da risolvere.

Proprio su questo concetto poggia Salary Man Escape VR, un puzzle game il cui gameplay poggia proprio sulla necessità di bilanciare nel giusto modo tutti gli aspetti di una vita lavorativa stressante, senza rimetterci le penne. Le difficoltà che vengono messe di fronte al giocatore assomigliano a quelle di un labirinto, dal quale è possibile fuggire solo spostando "fisicamente" gli ostacoli che si frappongono tra gli "impiegati" e l'uscita. Immaginatelo come un mix tra lo spettacolare Monument Valley (e relativo seguito) e il vecchio gioco da tavolo Jenga, nel quale bisognava togliere dei parallelepipedi di legno da una torre senza farla cadere.

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Come nel primo titolo appena citato è possibile ruotare i livelli per dare un'occhiata alla situazione. In questo Salary Man Escape VR assomiglia anche a Captain Toad Treasure Tracker, con la differenza che in tal caso non avrete tesori da scovare ma solo un'uscita da trovare. Una volta decisa la mossa da fare si devono utilizzare i PlayStation Move per spostare i blocchi che ostacolano il cammino dei Salary Men. All'inizio questa operazione è piuttosto semplice ma passati i primi livelli di riscaldamento avrete a che fare con ostacoli molto più articolati e spesso dovrete gestire più blocchi contemporaneamente.

Non finisce qui. Vi avevamo detto che questo gioco si rifaceva alla vita quotidiana all'interno di un ufficio, no? Ben presto entreranno in gioco anche i vigilanti, che dovrete evitare muovendovi solo lungo determinati percorsi e con il giusto tempismo, trasformando Salary Man Escape VR in uno stealth-puzzle game. In tutto questo dovrete anche preoccuparvi di ritirare lo stipendio evitando i pericoli ambientali e vi assicuriamo che le sorprese non mancano.

L'aggiunta dell'elemento stealth, introdotto con i controllori, rende il gameplay un po' più vario rispetto ai normali puzzle game.

Nella maggior parte dei casi per passare al livello successivo basta portare a termine l'obiettivo primario di "salvare" gli impiegati entro il tempo limite. Abbastanza semplice per la prima metà del gioco, ma dalla seconda in poi rimanere dentro al countdown non è cosa semplice. In alcuni stage esistono anche missioni secondarie, ma vi sconsigliamo di tentarle subito. Meglio procedere verso la fine e tornarci quando ormai il sistema di controllo non avrà più segreti per voi.

Va dato merito agli sviluppatori di aver creato livelli in alcuni casi davvero geniali. Le soluzioni non sono sempre immediate ma al tempo stesso non arrivano mai a frustrare il giocatore. La frustrazione più che altro potrebbe arrivare dall'eccessiva precisione richiesta nei movimenti, che non va di pari passo con quella del rilevamento dei PlayStation Move. Ciò crea non pochi problemi nei livelli più avanzati, che richiedono la manipolazione contemporanea di più "oggetti". Come sempre a questo tipo di difetti si tende a fare l'abitudine, ma essendo questa volta immersi nella Realtà Virtuale il livello di stress potrebbe presto raggiungere livelli non esattamente piacevoli.

Tramite i PS Move si puntano, agganciano e spostano i blocchi. Ma la precisione nel rilevamento dei movimenti non è sempre ottimale.

Concettualmente il gioco non propone nulla di particolarmente innovativo ma il contesto per certi versi satirico in cui vengono inseriti gli elementi di gameplay rendono il titolo di Sony tutto sommato gradevole. Lo stile grafico di Salary Man Escape VR segue la moda portata in auge da Limbo e proseguita da titoli come Inside e Monochroma. L'intero mondo in cui vi muoverete sarà monocromatico, con scale di grigio intervallate da sporadiche macchie di colore rosso scuro. L'utilizzo della VR rende il tutto abbastanza suggestivo e la scelta cromatica inoltre aiuta a non affaticare troppo i bulbi oculari. Non ci sarebbe dispiaciuta però la possibilità di giocare anche senza utilizzare il caschetto di casa Sony.

Per portare a compimento tutti i 78 livelli del gioco, ammesso che i vostri nervi reggano, impiegherete all'incirca una mezza dozzina di ore. Una durata giusta per un titolo che nella sua semplicità è capace di proporre alcuni elementi di gameplay interessanti. Salary Man Escape VR non rivoluziona nulla ed è ben lontano dalla perfezione, ma ha il merito di portarne per la prima volta alcuni elementi classici dei puzzle game nel mondo della realtà virtuale.

6 / 10
Avatar di Daniele Cucchiarelli
Daniele Cucchiarelli: Lavora nel giornalismo videoludico da oltre 20 anni. Anche se tutti quelli che lo conoscono gli hanno consigliato di "trovarsi un lavoro serio", resta sempre fedele al suo primo amore.

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