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Sam & Max: The Devil's Playhouse The Penal Zone

Un coniglio spumeggiante!

Uno dei fenomeni che sta caratterizzando il mondo dei media in questo decennio è l'affermazione dell'episodicità, piccole pillole di materiale dilazionato al posto di interminabili epopee in grado di tener incollato il fruitore per diverse ore. Non c'è più tempo per niente, ogni cosa deve essere assorbita nel modo più indolore possibile, e qualità nella (breve) quantità è il motto che impera in ogni dove.

È la generazione dei Dr. House, di Lost, delle raccolte a punti, dei grandi fratelli e dei mille spuntini: positivo o negativo che sia, è questo il mondo con cui dobbiamo confrontarci e al quale contribuiamo giorno dopo giorno.

Esistono ovviamente delle isole solitarie dove questo paradigma fatica però ad attecchire: ad esempio i videogiochi che, a causa della difficoltà di trovare un modello economico di questo tipo che sappia adattarsi al meglio alle esigenze di un mercato in rapida evoluzione, raramente si sono espressi in modo soddisfacente.

In tale contesto TellTale Games rappresenta tuttavia la mosca bianca in un universo fondamentalmente ancora inesplorato, avendo basato fin dai propri albori l'intera produzione sulla scelta di dilazionare i propri titoli in una ravvicinata sequenza temporale.

Svegliare quel cervello sarà una dei primi compiti a cui dovrete attendere.

Una divagazione più specifica su questa tematica avrà da farsi, ma le coordinate che vi ho fornito vi permettono di capire il contesto in cui ci muoveremo in questa recensione e che cosa attende il vostro bel mouse/joypad: ci troviamo infatti di fronte a nientemeno che all'episodio iniziale della terza stagione delle avventure grafiche aventi come protagonisti le creature partorite eoni fa dalla mente del visionario Purcell, e sappiate che dopo averlo giocato la vostra vita (videoludica e celebrale) non sarà mai più come prima.

Forte e sicuro del successo delle edizioni precedenti, Chuck Jordan (al timone a questo giro), spinge infatti sull'acceleratore dei flashback, delle escursioni temporali e delle divagazioni psichiche, tanto che fin dall'introduzione vi ritroverete spiazzati nel capire il come e il perché Sam e Max si ritrovino sulla nave spaziale di un aspirante dominatore del mondo in compagnia di un cervello parlante e di una ex commessa.

Se un tale incipit può risultare disarmante per i neofiti, ben presto tutti potranno tuttavia cogliere la genialità di un costrutto narrativo che, salvo rare occasioni, riesce a creare un mondo di gioco dove il non-sense acquista dignità d'essere e l'unico confine che vi si porrà davanti è la fantasia dei produttori; presa coscienza di ciò, la domanda seguente che vi porrete non sarà più “cosa” fare ma “come farlo”, con tutto quello che una simile forma mentis simile comporta.

Avatar di Roberto Bertoni
Roberto Bertoni: Proveniente dalla ridente Brianza, è cresciuto a pane e Amiga. Ama inoltre in maniera viscerale il retro, ma solo videoludico. Piatto preferito: pollo con la carrucola in mezzo.

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