Samurai Warriors 4-II, battaglie campali in versione 2.0 - recensione
Pochi cambiamenti e nessuna reale miglioria per la seconda edizione del gioco di Omega Force.
Non fosse già abbastanza lecito mettere in dubbio il senso delle riedizioni in HD, quella perpetrata da Tecmo Koei con Samurai Warriors 4-II, lo sottintende persino il titolo, è una furberia degna di una sonora tirata d'orecchi. Questa volta non c'è alcun "salto generazionale" a giustificare la trovata e persino le coordinate temporali (parliamo di una release originaria datata ottobre 2014) sembrerebbero contraddire qualsiasi presupposto storico o nostalgico.
Analizzando l'offerta, i contenuti e le aggiunte, viene da chiedersi perché non si sia pensato a un semplice DLC, già di per sé sufficiente, magari accompagnato da un'oculata campagna marketing volta a ricreare interesse, clamore e persino hype tra gli irriducibili. Sordo a qualsiasi critica, il publisher è però andato dritto per la sua strada, addirittura arrivando all'impronosticabile decisione di rendere incompatibili i dati di salvataggio tra le due versioni, una scelta controversa che alimenta ulteriori sospetti e maldicenze circa la manovra "al risparmio".
Critiche dovute e necessarie, da anteporre a qualsiasi analisi ludica a mo' di severo monito, ma che nulla vogliono togliere a quanto di buono abbia da offrire il gioco. Sviluppato dagli inossidabili Omega Force, già un anno fa ne abbiamo tessuto le lodi nonostante la ferrea, per non dire ottusa, volontà di perseguire su un sentiero ormai fin troppo battuto e privo di sorprese. Là dove spin-off della saga, come i Pirate Warriors, sfruttano le licenze in proprio possesso per rinvigorire trama e meccaniche di gameplay, Samurai Warriors 4-II resta fedele alla tradizione, limitandosi a rileggere e riproporre ancora una volta le battaglie che hanno movimentato, per usare un eufemismo, la scena politica del Giappone feudale.
Lo Story Mode presenta numerosi piccoli archi narrativi, composti da una manciata di livelli ciascuno che romanzano all'inverosimile le vite dei generali, reggenti e nobili che in un modo o nell'altro sono rimasti coinvolti in questo "gioco di troni" realmente accaduto. Come lasciato intendere, rispetto ai capitoli precedenti non ci sarà una sola grande storia in cui eventualmente vestire i panni di numerosi paladini: ogni campagna si ambienterà in tempi e luoghi differenti, tirando in ballo protagonisti di volta in volta differenti. Questa versione 2.0 inoltre vede quattro new entry, tra cui una che potremmo definire "di lusso": il generale Li Naomasa, più volte citato nelle scorse iterazioni e per la prima volta proposto come avatar a cui è stato dedicato un pacchetto di stage.
Completano il ventaglio delle voci disponibili nel menù principale il Free Play, che permette di rigiocare gli scenari dello Story Mode con qualsiasi lottatore sbloccato, e il Survival Mode. Chiamato a sostituire la modalità Chronicles dell'edizione originale, vi sfiderà a sopravvivere il più a lungo possibile alle orde nemiche mentre tentate di scalare un castello dall'imprecisato numero di piani. Esiste anche una variante, definita Challenge, che sostituisce l'imperativo di salvare la pelle con una serie di obiettivi da soddisfare entro un tempo limite.
Qualunque sia la scelta effettuata nel menù, sul campo di battaglia Samurai Warriors 4-II mostra gli stessi pregi e difetti del gioco da cui deriva: da una parte si apprezza un innalzamento dei ritmi del gameplay rispetto agli altri capitoli della serie, dall'altro mostra il fianco a una cronica carenza di profondità.
La possibilità di controllare ben due personaggi, in combinazione con attacchi che permettono di coprire lunghe distanze in un lampo, hanno reso ogni scontro più frizzante, rapido e per certi versi tattico. Mentre si vestono i panni di uno dei due guerrieri, l'altro, all'occorrenza mosso dalla CPU o da un secondo giocatore sia online che offline, può dedicarsi ad un obiettivo differente, eventualmente offrendo il suo aiuto a qualche alleato in difficoltà. Potendo alternare il controllo tra i due in qualsiasi istante, il loro schieramento sul campo può determinare il completamento di una missione secondaria, oltre che rendere l'eliminazione dei generali nemici più veloce.
Anche la netta divisione degli attacchi in due distinte tipologie regala ulteriore brio agli scontri. Gli Hyper Attack sono l'ideale per disfarsi dei soldati semplici e, contemporaneamente, coprire istantaneamente lunghe distanze, ma sono completamente inefficaci contro i campioni avversari con i quali dovrete sfoderare attacchi base o affidarvi alle tecniche Musou, devastanti offensive attivabili solo quando la relativa barra è completamente piena.
Tra accortezze strategiche che dovrete adottare per consentire l'avanzata dell'esercito e un combat system timidamente rinnovato, Samurai Warriors 4-II, nonostante l'assenza di qualsiasi novità rispetto all'originale, vive di grandi momenti che si accostano ad altri meno brillanti. Come capita spesso con i musou, sulle prime ci si gode il senso di onnipotenza scaturito dall'uccisione di decine di nemici senza la minima difficoltà, poi si sprofonda in una routine fatta di un button mashing spesso indiscriminato, che si traduce presto in noia. Fortunatamente qualche scontro particolarmente impegnativo con i boss evita che il livello d'attenzione si abbassi eccessivamente, ma va da sé che solo gli irriducibili troveranno attraente sul lungo periodo l'offerta di Omega Force.
Anche dal punto di vista tecnico non si segnala alcuna miglioria. Già nell'originale si potevano apprezzare gli effetti speciali e il frame rate granitico in qualsiasi situazione, mentre nessun passo avanti è stato fatto per regalare qualche dettaglio in più ai modelli poligonali e alle texture.
Samurai Warriors 4-II, in definitiva, è una trovata commerciale che ha ben poco senso di esistere per la pochezza di contenuti inediti offerti rispetto alla versione originale. Non bastano quattro nuovi personaggi, con annessi gruppi di livelli, qualche arma e la modalità Survival per abbandonare l'idea che sarebbe bastato un DLC, poco dispendioso magari, rispetto a un'edizione pacchettizzata. Preso come gioco in sé e per sé, comunque, è un musou estremamente tradizionale, divertente ma afflitto dai soliti problemi di ripetitività classici del genere. Da prendere in considerazione solo se si è fan di lunga data ma si è mancato l'acquisto, un anno fa, dell'originale.