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Samurai Warriors: Spirit of Sanada - recensione

Un musou longevo per gli appassionati del genere.

Giappone, seconda metà del sedicesimo secolo. Il giovane Masayuki Sanada affronta il campo di battaglia per la prima volta nella sua vita, durante la perpetua lotta del clan dei Takeda per la conquista delle terre di Shinano. Samurai Warriors: Spirit of Sanada seguirà la sua ascesa come eroe, e le importanti scelte che dovrà compiere sino al passaggio di testimone ai suoi due figli Nobuyuki e Yukimura.

A quasi tre anni dall'uscita di Samurai Warriors 4, ritorniamo dunque sui leggendari scenari bellici che hanno movimentato la storia nipponica durante l'era Sengoku. Samurai Warriors: Spirit of Sanada è uno spin-off della saga che ripercorre le fasi travagliate della vita di Masayuki Sanada, in una vertiginosa ascesa da semplice vassallo a signore della guerra.

Come da tradizione dei giochi musou, una volta scelto il livello di difficoltà tra easy, medium, hard e nightmare, veniamo subito catapultati nel bel mezzo della mischia, tra centinaia di nemici abbattibili con un semplice sistema di combo. Oltre all'essenziale concatenazione di attacchi, abbiamo a disposizione le tecniche musou, introdotte da un breve primo piano dell'eroe, che spazzeranno via decine di soldati nemici alla volta. Invece gli Hyper Attack serviranno per velocizzare la nostra offensiva con colpi rapidi e micidiali. Combinare queste tipologie di offensive potrebbe sembrare in un primo momento un po' macchinoso, ma pian piano il gameplay si rivela essere a tutti gli effetti un puro button mashing.

Con un solo colpo possiamo mettere k.o. decine di avversari.

Chi non ha mai provato un musou non avrà vita facile ad approcciare Spirit of Sanada, visto il sistema di tutorial dei primi livelli abbastanza approssimativo. Inoltre il gioco comprende solamente i menu e i sottotitoli in Inglese e il doppiaggio in Giapponese. Completamente assente, purtroppo, la lingua italiana. La chiave del gameplay è avere sotto controllo l'intera situazione della battaglia, spostandosi velocemente in sella del nostro destriero nei momenti determinanti.

Il centro dell'azione è il piccolo villaggio dei Sanada, dove sono inizialmente possibili poche e semplici azioni come modificare le armi dal fabbro Blacksmith e fare acquisti di materiali e pozioni curative nel negozio. Andando avanti con la storia assisteremo a svariati salti temporali tra un capitolo e l'altro, col piccolo villaggio che crescerà in maniera proporzionale all'importanza delle nostre imprese. Man mano si avrà accesso al molo per pescare, alla biblioteca dove consultare la storia dei Sanada e degli altri personaggi principali, alla Teahouse dove letteralmente evocare gli altri personaggi ed, eventualmente, fargli dei piccoli regali. Se quest'ultimi saranno graditi, il personaggio deciderà di affiancarvi durante le esplorazioni.

La storyline, come da tradizione, ripercorre le battaglie e le vicissitudini di grandi samurai realmente esistiti nel medioevo Giapponese. Avremo a che fare quindi con i mitici guerriglieri che misero a ferro e fuoco la terra del sol levante da Nobunaga Oda ad Hattori Hanzō, passando da Katsuyori Takeda e suo padre Shingen Takeda.

Il fabbro Blacksmith è il nostro alleato più importante: se potenziamo a dovere le nostre armi potremo dar vita ad assalti più travolgenti.

Al centro di Spirit of Sanada vi è un sistema di gioco abbastanza curato, basato su quello di Samurai Warriors 4. Se lo scontro diretto con le forze nemiche non sarà un vero e proprio ostacolo, la complessità del sistema di gioco è rimpolpata dall'utilizzo degli stratagemmi. Collezionando esperienza e informazioni durante le battaglie e nei dialoghi si caricheranno le mitologiche Six Coins. Nella mischia, in determinati momenti di gioco, potremo chiamare lo stratagemma, utilizzando una delle sei monete. In questo modo si apriranno scorciatoie verso la vittoria, grazie agli interventi dei nostri alleati.

L'alternanza della notte e del giorno, durante i combattimenti, implicherà determinate conseguenze. Ad esempio, la fine delle ostilità è spesso sancita dall'alba o dal tramonto, fasi cruciali per l'esito della guerra. Nella fasi notturne saremo spesso assaltati da sciami di ninja avversari ma potremo esplorare anche i territori nemici in modalità stealth. In queste fasi se entreremo in contatto con le guardie nemiche scatterà in automatico l'allarme e sarà game over. Questa modalità lascia comunque non poche perplessità, in quanto se al posto delle guardie incontreremo un manipolo di soldati potremo ingaggiare tranquillamente lo scontro, senza far innescare nessun allarme.

Man mano che proseguiremo con l'esperienza di gioco le mappe diventeranno sempre più complesse e i compiti da svolgere aumenteranno esponenzialmente, ma nonostante questo il livello complessivo di difficoltà non sarà mai insormontabile. La grande possibilità di personalizzazione degli eroi giocabili rende Spirit of Sanada incredibilmente longevo, anche se l'assenza della modalità online toglie quel pizzico di sale in più che ha impreziosito Samurai Warriors 4.

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Il dettaglio grafico non fa gridare al miracolo, i personaggi non sono particolarmente ispirati e gli scenari sono spogli e per nulla interattivi. Ma questo è funzionale al mantenimento del frame rate sempre a livello ottimale anche con centinaia di nemici che ci si pareranno davanti contemporaneamente. Il sonoro al contrario è ben curato, soprattutto nelle sezioni narrative, con un buon doppiaggio e una colonna sonora capace di trasportarci per qualche istante nel bel mezzo del periodo Sengoku.

Anche se rispetto al predecessore Samurai Warriors: Spirit of Sanada ha perso le funzionalità online, il titolo Omega Force è consigliato per gli appassionati del genere musou, soprattutto a chi ha apprezzato Samurai Warriors 4, dato che il gameplay è praticamente ricalcato sul modello del fratello maggiore. Al contrario, chi non ha dimestichezza col genere avrà qualche difficoltà ad approcciare il titolo, soprattutto per il numero ridotto di tutorial presenti all'inizio dell'avventura.

7 / 10
Avatar di Antonio Savino
Antonio Savino: Aspetta ostinatamente la lettera d'ammissione ad Hogwarts, nonostante la comparsa dei primi capelli bianchi. Per ingannare l'attesa cerca la magia nel cinema, nella musica, nei videogame e nel culto di Cthulhu.

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