SBK X
L'esame di maturità di Milestone.
Il sottotitolo dell’articolo che vi state apprestando a leggere non è casuale. Superbike è infatti una serie che in questi ultimi anni ha offerto risultati altalenanti e controversi, capaci di dividere il pubblico e la critica.
Da un lato, infatti, abbiamo sempre avuto un prodotto che ha rappresentato il massimo sforzo possibile per Milestone, società italiana alle cui spalle, è giusto ricordarlo, non vi è un colosso quale Activision Blizzard o Electronic Arts ma la più modesta Black Bean, etichetta dietro cui a sua volta troviamo Leader, distributore storico nel nostro paese.
Dall’altro lato, invece, ci siamo spesso trovati di fronte a un prodotto che, soprattutto nella scorsa edizione, sfiorava senza raggiungere del tutto quel traguardo di nome next-gen. Questo termine infatti non può essere semplicisticamente associato a una grafica in alta risoluzione ma è un concetto entro il quale possiamo racchiudere, tra le altre cose, una cura a tutto tondo anche per ciò che può sembrare accessorio.
In SBK 09 chi scrive aveva avvertito la mancanza di ciò che stava al di fuori del circuito: nello scorso capitolo della serie, in sostanza, si correva, si correva, e si correva ancora. Non restava molto altro da fare, purtroppo, e una volta metabolizzata la convincente fisica e ammirata una grafica ben più che dignitosa, la conclusione della stagione motociclistica rischiava di diventare una questione di dedizione e autocontrollo.
Poiché qualsiasi pietanza, per quanto buona, rischia di venire a noia senza un valido contorno, è stato con un certo orgoglio che durante l’hands-on di SBK X, appena conclusosi in quel di Milano, Milestone ha mostrato un prodotto che finalmente ha le carte in regola per convincere sotto qualsiasi punto di vista.
Il graduale processo di raggiungimento di determinati standard qualitativi parrebbe dunque giunto al termine, complice una struttura societaria che anno dopo anno ha messo a disposizione degli sviluppatori sempre più mezzi, nonché una validissima base di partenza rappresentata dalla scorsa edizione.
Cos’è cambiato, dunque? A illustrarcelo, prima di metterci in mano i pad della versioni Xbox 360 e PlayStation 3 (ma il gioco uscirà anche per PC), sono stati i giovanissimi rappresentanti di Milestone: Michele Caletti (Game Director), Irvin Zonca (Producer), Giacomo Giannella (Art Director), Rachele Doimo (Lead Artist) e Matteo Sciutteri (Lead Designer) si sono alternati a illustrarci le ragioni per le quali SBK X ha le carte in regola per diventare il leader del proprio segmento di mercato.
Segmento, è giusto ricordarlo, invero ristretto e in cui l’unico concorrente, MotoGP, pare essere ben lontano dagli standard attuali di SBK, non fosse altro che per le scelte suicide fatte da Capcom quanto alla scelta del team di sviluppo. E pensare che fino a qualche anno fa questo era proprio Milestone…
La prima cosa da menzionare, nell’ambito dei cambiamenti, è dunque il motore grafico: guardando a SBK X, infatti, la prima sensazione è di trovarsi di fronte a un colossale lavoro di rifinitura in cui gli sviluppatori sono andati col cesello a migliorare ogni singolo aspetto. Ma è nel momento in cui sono state messe in comparazione le immagini di SBK 09 con quelle dell’edizione di quest’anno (stesso pilota, stessa moto nello stesso punto del tracciato) che ci si accorge che in realtà i miglioramenti sono ben più che marginali.
Le texture sono infatti più dettagliate e impreziosite da particolari quali l’usura degli pneumatici in prossimità delle spalle, i graffi sul cupolino a seguito di una caduta o ancora una resa più convincente delle livree. Completamente rivisto il cielo, ora capace di offrire risultati ancora più convincenti: quello di SBK 09 mi era sembrato più che valido, ma dopo avere visto quello di SBK X mi sono trovato a meditare come non avessi realizzato a suo tempo che si poteva fare decisamente di più.