Scourge: Outbreak - review
Il modo migliore per rovinarsi le ferie.
Evidentemente il karma esiste e ha deciso di punirmi per aver recensito quel capolavoro chiamato The Last of Us. E, credetemi, nessuna punizione sarebbe potuta essere più appriopriata della recensione di Scourge: Outbreak, titolo che mi spinge ancora una volta a scendere sotto la soglia del 4 nella valutazione finale.
Francamente è strano che nel panorama dei LIVE Arcade, dove spesso siamo stati abituati a scoprire perle particolarmente valide tanto dal punto di vista tecnico quanto da quello artistico e concettuale, possano ancora uscire prodotti tanto scadenti, creati senza avere la benché minima considerazione verso l'evoluzione tecnico-artistica dei videogiochi a cui abbiamo assistito durante l'attuale generazione.
Scourge: Outbreak è un gioco che, con tutta probabilità, avremmo faticato a promuovere con la sufficienza anche nelle fasi iniziali del ciclo vitale della console Microsoft a causa di una realizzazione tecnica discutibile e, soprattutto, della sua totale mancanza di carattere, dettaglio piuttosto importante in un genere come quello dei TPS.
Una volta avviato il gioco si viene accolti da un filmato introduttivo di qualità mediocre che lascia intuire alcune delle tematiche che accompagneranno i coraggiosi (è proprio il caso di dirlo) utenti che decideranno di sprecare parte del proprio tempo con Scourge: Outbreak.
"Le pratiche narrative vengono liquidate con poche battute tra uno spostamento e l'altro"
Il tema portante del gioco è lo scontro a fuoco tra le brutte copie dei COG di Gears of War, i membri di una misteriosa organizzazione intenzionata a utilizzare per il proprio tornaconto una risorsa aliena responsabile di orribili pestilenze scatenatesi sulla Terra nel corso degli anni e, naturalmente, le immancabili creature xenomorfe tutte zampe e artigli.
Aspettarsi qualcosa dalla trama di questo LIVE Arcade sarebbe fuori luogo e, infatti, la narrazione non perde tempo con dialoghi superflui con cui tediare il giocatore. Le pratiche narrative vengono liquidate con poche battute tra uno spostamento e l'altro e, nella maggior parte dei casi, vantano lo spessore di una carta di Magic.
Poco male, comunque, perché il punto forte dei TPS è sempre stato concentrato nell'azione nuda e cruda, nel concentrato di adrenalina che spinge il giocatore a sopravvivere tra orde di nemici sfruttando le coperture sparse nei livelli.
"Gli avversari hanno la pessima abitudine di abbandonare le coperture per caricare a testa bassa"
Questo, almeno, è ciò che accade nei TPS di buon livello, definizione che di certo non si adatta a Scourge: Outbreak. Il titolo sviluppato dai Tragnarion Studios, infatti, è uno degli esponenti del genere più piatti e noiosi a cui ci sia capitato di giocare. Le sparatorie che si susseguono tra un'ambientazione e l'altra (per un totale di 4 livelli nemmeno troppo articolati) sono lente, ovattate e ulteriormente rovinate da un'Intelligenza Artificiale imbarazzante.
I sassi di Half Life 2 possono tranquillamente essere definiti più reattivi degli avversari di questo titolo, che non solo hanno la pessima abitudine di abbandonare le proprie coperture per caricare a testa bassa (venendo regolarmente freddati con poche raffiche di piombo), ma in più di un'occasione cadono in confusione, finendo con ripararsi dal lato sbagliato degli elementi dello scenario e mostrando candidamente la schiena al giocatore.
Se gli avversari non brillano per la loro furbizia lo stesso si può dire dei membri della squadra Echo controllati dalla CPU, che al pari delle controparti cattive hanno il pericoloso vizio di andare a caccia di piombo, finendo regolarmente a tappeto e costringendo a manovre laboriose per rianimarli ed evitare fastidiosi Game Over. Fortunatamente è possibile tenerli a bada impartendo semplici ordini tramite un'interfaccia quanto meno decente.
"I membri della squadra Echo possono essere gestiti tramite un'interfaccia decente"
A questo si aggiunge la fitta coltre di anonimato che avvolge l'intera esperienza. Ogni singolo elemento del gioco, i personaggi principali, le loro abilità (gli scudi sono letteralmente copiati dal recente Fuse) sono la brutta copia di soluzioni già viste in altri titoli più o meno recenti. Non aspettatevi, quindi, armi in grado di attirare la vostra attenzione o ambientazioni che vi lasceranno a bocca aperta. Ogni minuto che passerete in compagnia di Scourge: Outbreak vi riporterà alla mente mille altri titoli a cui avete precedentemente giocato, generalmente facendoveli rimpiangere.
Se un'esperienza single player monotona, tecnicamente zoppicante e a tratti incompleta (come dimostrano i testi troncati e alcune strutture nude e prive di texture) non vi basta, sappiate che i ragazzi dei Tragnarion Studios hanno fatto il possibile per inserire nel pacchetto anche un multiplayer in linea con il resto dell'opera.
Per ovvi motivi non è stato facile trovare utenti con cui provare il gioco online, ma una volta radunata una manciata di sfortunati eroi (probabilmente altri giornalisti alle prese con questa crudele recensione) abbiamo potuto soffrire sperimentando il multiplayer cooperativo (il cui unico pregio è quello di eliminare dall'equazione l'IA dei compagni di squadra) e la raccapricciante modalità competitiva.
Quest'ultima permette di annoiarsi in compagnia sfidandosi nelle classiche modalità Deathmatch, Deathmatch a Squadre e Cattura la Bandiera. Visto il pessimo livello qualitativo dell'esperienza, comunque, difficilmente avrete l'opportunità di godere abbastanza a lungo del multiplayer di Scourge Outbreak. La community online ha ben altri giochi a cui dedicare il proprio tempo e la propria attenzione.
Detto questo, non possiamo che invitarvi a stare il più lontano possibile da Scourge: Outbreak. Pur non raggiungendo i livelli di Double Dragon II (se vi siete persi la recensione di questo capolavoro di bruttezza vi consigliamo di recuperarla al più presto) il TPS sviluppato da Tragnarion Studios riesce a non convincere sotto nessun punto di vista. Se proprio volete spenderci dei soldi, almeno fatelo per regalarlo al vostro peggior nemico.