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ScourgeBringer - recensione

Avete ancora sudore da versare?

Vi avevamo parlato di questo gioco qualche mese fa, in pieno lockdown, quando ScourgeBringer era uscito in Early Access. A fronte di un buon potenziale avevamo espresso alcuni dubbi sulla sua "consistenza" e ora che è disponibile per tutte le piattaforme previste, ci siamo presi il giusto tempo per testare a fondo la versione Switch, piattaforma su cui i titoli di questo genere sembrano trovarsi a meraviglia.

Ma che tipo di gioco è ScourgeBringer? È un action-platform in pieno stile Metroidvania, con gli ormai immancabili elementi roguelite. Vi suona familiare? In effetti recentemente sono usciti altri giochi simili, che Foregone che si rifà a quello che viene da molti considerato il numero uno del genere, Dead Cells.

In realtà ScourgeBringer presenta contaminazioni piuttosto evidenti anche da un altro gioco divenuto oggetto di culto, Celeste. Con quel piccolo-grande capolavoro condivide sezioni platform velocissime e fondamentali per avere ragione dei numerosissimi nemici che affollano ogni stanza. Dosare al meglio salti (singoli e doppi), cambi di direzione e i pochi ma fulminei attacchi che avete a disposizione è il segreto per uscire vivi e vedere i titoli di coda di un gioco che rientra a pieno diritto nella categoria "se non sudi non ti diverti".

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Con le impostazioni di base vi troverete ad affrontare un pugno di dungeon dannatamente ardui, nei quali verrete letteralmente assediati da nugoli di avversari capaci spesso di vomitarvi contro centinaia di proiettili come se vi trovaste in un Bullet-Hell. State già sudando freddo? Tranquilli, gli sviluppatori sono stati generosi e clementi con voi perché volendo nelle opzioni è presente una voce che aumenta notevolmente gli oggetti di cura rilasciati dai nemici o addirittura attiva l'invulnerabilità.

Quest'ultima opzione è sconsigliata a chi voglia una sfida degna di questo nome in quanto attivarla significa azzerare totalmente non solo la difficoltà ma anche il significato stesso del potenziamento del vostro personaggio. Volendo infatti potrete completare l'avventura anche con l'arma di partenza, preoccupandovi unicamente di ripulire tutte le stanze, arraffare gli oggetti necessari per aprire i portali finali e irridere i mostruosi boss che al di là di questi vi attendono.

Noi non siamo fatti per questo genere di non-sfide, a noi piace sudare sangue e scartavetrare le nostre impronte digitali su tasti e stick analogici. Facciamo quindi finta che l'invulnerabilità sia un'opzione a voi proibita. Dopo aver gonfiato il petto per l'orgoglio potrete respirare a fondo due o tre volte e poi gettarvi nella mischia.

A seconda dell'arma equipaggiata potrete aggiungere un numero variabile di modifiche che verranno applicate automaticamente agli slot.

Nei primi 10 minuti andrete avanti abbastanza tranquillamente, vi accorgerete che i vostri attacchi fisici ricaricano i colpi dell'arma che avete equipaggiato (altro punto in comune con Foregone) e che una volta iniziata una combo il vostro personaggio rimarrà quasi incollato al nemico scelto come bersaglio. È una figata perché tale caratteristica vi permette di concentrarvi sugli attacchi, ma alla lunga rimanere troppo tempo nello stesso posto è una tattica che non paga.

Quando avrete a che fare con nemici più numerosi e coriacei dovrete fare attenzione ai loro spostamenti, che spesso non seguiranno pattern predefiniti, ma anche ai proiettili che vi verranno scagliati contro. Questi infatti varieranno di volume, intensità, direzione e persino ritmo in base al tipo di avversario. Tutto questo ovviamente tenderà a ridurre piuttosto velocemente la vostra barra energetica, con poche possibilità di ripristino nel corso della battaglia. I "drop" arriveranno quasi sempre alla fine quindi sopravvivere alle due ondate presenti in quasi tutte le stanze non è consigliato ma obbligatorio.

Fortunatamente non ci sono solo brutte notizie. Alcune stanze ospitano preziosi aiuti nella forma di mercanti che offriranno le loro merci in cambio di porzioni della vostra barra vitale o di un certo quantitativo di gocce di sangue che verrà decurtato da quelle che avrete risucchiato ai nemici. Scegliete con cura sia le armi che questi vi offriranno, alcune includeranno degli effetti aggiuntivi molto utili, che i bonus in grado di aumentare il danno delle armi, la rigenerazione delle munizioni e via dicendo.

Boss e mini-boss non sono particolarmente originali ma i loro pattern di attacco sono imprevedibili e a volte sfiorano il genere 'bullet hell'.

Quando inevitabilmente morirete più e più volte (l'invulnerabilità l'abbiamo tolta di mezzo, ricordate?) verrete trasportati in uno strano luogo al cospetto di un'ancora più strano tizio. Qui potrete ricominciare la vostra missione, non prima però di aver sacrificato qualcosa sul sacro altare del potenziamento. Ogni volta che morirete potrete tornare in vita più veloci, più potenti e con qualche possibilità in più di arrivare alla fine, perché come Rocky Balboa insegna: "non è importante come colpisci, l'importante è come sai resistere ai colpi, come incassi e se finisci al tappeto hai la forza di rialzarti.".

Ciò che convince di meno in ScourgeBringer è l'algoritmo che crea in modo procedurale i livelli (sei in tutto). Abbiamo completato il gioco un paio di volte e ci siamo trovati spesso e volentieri di fronte agli stessi scenari, alle stesse architetture e quindi alle stesse sfide. Un po' di varietà in più non avrebbe di certo guastato e avrebbe avvicinato il gioco alla qualità offerta dal suo punto di riferimento più volte citato, Dead Cells.

Nonostante ciò l'acquisto è più che consigliato. ScourgeBringer non porta nulla di particolarmente nuovo nel genere degli action-roguelite ma è divertente, frenetico e regala grandi soddisfazioni a patto che assimiliate al meglio il suo particolare mix di generi e meccaniche.

Nella schermata dell'Albero Risuonante, che vedrete svariate volte, potrete potenziare le vostre abilità per ripartire di slancio verso la vittoria.

Se deciderete di inoltrarvi nelle sue stanze non fate l'errore di sottovalutarlo, è un gioco capace di gratificarvi enormemente ma anche di prendervi a calci in c**o il secondo dopo... e per questo lo amiamo.

8 / 10