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Scuf Infinity 4PS - recensione

Come trasformare un normale DualShock 4 in una periferica da professionisti.

Ora che PlayStation 4 è la console più venduta, anche se il futuro dovrà fare i conti con Project Scorpio e la sua nuova iterazione, il DualShock 4 è diventato il pad più diffuso sulla faccia del pianeta. Nonostante questo primato, non tutti in prima battuta sono stati entusiasti del controller di Sony. Pur essendo un ottimo pad non sono mancati i difetti, primo tra tutti la scarsa qualità dei materiali delle due levette analogiche, che tendeva a sfaldarsi con il passare del tempo facendo perdere grip al pollice dell'utente in modo consistente. Altri problemi riguardavano i grilletti che diventavano cigolosi, arrivando alla rottura o al blocco dei bumper anteriori dovuto alla sporcizia che si accumulava negli interstizi.

Alcuni di questi problemi sono stati risolti con le nuove versioni del joypad, in particolare i primi due, ma questo non toglie che dopo due anni di utilizzo i pad usati più intensamente comincino a dare qualche segno di cedimento importante. Per chi è già alla ricerca di un sostituto ecco l'occasione giusta per fare qualcosa di diverso, ovvero un joypad della gamma Scuf Gaming. Si tratta di joypad caratterizzati da estreme possibilità in termini di personalizzazione: sul sito di Scuf Gaming si trovano infatti modelli preconfigurati, ma il vero valore aggiunto dell'eventuale acquisto risiede nella possibilità di personalizzare all'estremo il pad che stiamo per acquistare, configurandolo come un'autovettura in cui si scelgono motorizzazione, allestimento e colorazione.

La parte frontale dell'Infinity 4PS ricorda molto da vicino quella di un joypad tradizionale, ma le differenze sono numerose.

L'Infinity 4PS che abbiamo recensito in quest'occasione è stato infatti personalizzato usando proprio il configuratore presente sul sito ufficiale di Scuf. Inizialmente va scelto il colore di base del guscio, quello della pulsanteria e se inserire il control disc o meno. Si tratta di una variante rispetto ai quattro pulsanti direzionali, che trasforma le quattro frecce direzionali in una sorta di levetta digitale a quattro vie, che tuttavia sul nostro esemplare non abbiamo installato. Lo step successivo è molto importante perché riguarda le levette analogiche: è possibile scegliere tra due lunghezze diverse, quella standard da 8,3 millimetri e quella lunga che porta la levetta a 12 millimetri per chi apprezza le rotazioni più ampie beneficiando di una precisione migliore. Molto importante è la forma della "testa" delle levette stesse, che può essere concava o convessa. Nel nostro caso abbiamo preferito quella concava per dare una miglior base di appoggio al pollice.

Lo step successivo è l'inserimento di due pulsanti supplementari nella parte inferiore, attivabili tramite levette prolungate che vanno a posizionarsi all'altezza del dito medio: questi "paddle" replicano il comando del tasto X e O e hanno uno scopo preciso: permettere al giocatore di usare questi tasti senza staccare il pollice dalla levetta analogica destra. A seguire, troviamo la possibilità di personalizzare i grilletti: cambiando la forma si può mettere una versione lunga per chi ha mani più grandi del solito o preferisce premere con indice e anulare o regolare l'attivazione dei grilletti frontali. Tramite un piccolo foro, in cui va inserita un'apposita chiave è possibile compiere due regolazioni importanti: la soglia di attivazione del grilletto per decidere a quale punto della pressione questo inizia ad inviare l'impulso analogico e la soglia di stop dello stesso. Anticipandola si può limitare fisicamente la corsa del grilletto per arrivare a un'attivazione ancora più veloce: ottimo per gli sparatutto dove non serve l'intera corsa per richiamare l'iron sight, ad esempio.

La parte finale della configurazione prevede la scelta della superficie inferiore, secondo tre livelli diversi di grip per facilitare la presa. Lo Scuf Pro Grip è composta da gomma che permette una migliore presa solo nella parte inferiore interna del pad, mentre la Scuf Grip è una texture in rilevo che ricopre l'intera superficie inferiore delle maniglie per una presa ancora più salda dello stesso tipo di quella utilizzata per ricoprire l'impugnatura di pistole o fucili in polimeri. Come scelta finale, troviamo la possibilità di rimuovere completamente dal pad anche i motori della vibrazione per chi ritiene la stessa un'inutile orpello che disturba il gaming penalizzando la precisione delle levette analogiche, ma soprattutto il peso complessivo.

Il nostro unboxing dell'Infinity 4PS. Ci sono veramente parecchi dettagli di cui parlare anche se si tratta solo di un joypad.Guarda su YouTube

Quindi, oltre alla colorazione digital camo che vedete dall'unboxing, con il pattern di colore che non prevede i simboli sui tasti, il nostro pad aveva una configurazione piuttosto elaborata: levette analogiche standard con superficie concava, paddle nella parte sottostante, sistema di regolazione dei grilletti a loro volta in versione lunga e tutta la superficie texturizzata al massimo livello nell'area delle impugnature. Della qualità costruttiva e prime impressioni abbiamo parlato in abbondanza in occasione dell'unboxing video che vedete in questa pagina, che sono state assolutamente positive.

Partiamo dalle differenze con un pad standard: non si notano particolari diversità nell'uso del touchpad, dei bumper frontali e dei due tasti funzione. Anche quello di accensione funziona allo stesso modo anche se è leggermente più piccolo e recede meno al momento della pressione. Storia completamente diversa con i pulsanti: le dimensioni sono le stesse ma offrono una resistenza leggermente superiore rispetto a quelli originali e soprattutto danno l'impressione di essere meglio integrati nel telaio, muovendosi molto meno anche dopo l'uso intenso.

Le levette analogiche sono state la prima sorpresa: molto precise e reattive come le originali, ma è nell'ergonomia della superficie superiore che danno il meglio. La gomma è di qualità eccezionale e garantisce un grip stratosferico anche solo appoggiando la punta interna del pollice. Abbiamo giocato a FIFA 16 e The Division e la resa è stata sempre eccellente: la gomma antiscivolo interna è molto dura e dà l'impressione di poter durare anni, ma rende in maniera sublime il controllo senza incertezze. La corona delle due levette analogiche è composta da un meccanismo di sgancio che permette di sostituirle molto velocemente passando da un gioco all'altro, sempre tramite una chiave compresa nella confezione.

Siamo passati quindi ai grilletti, apprezzando le possibilità date dal sistema di regolazione fine per quanto riguarda l'attivazione e il fondo corsa. Per capire come impostare al meglio i due grilletti occorre un po' di pratica usando la chiave compresa nella confezione, ma una volta bloccato il punto d'attivazione e il fondo corsa siamo stati in grado di spremere al massimo le configurazioni personalizzate. Abbiamo provato un'impostazione ad attivazione quasi istantanea per entrambi in Battlefield 4 e abbiamo avuto un ottimo feeling: lo sparo è immediato, ma la velocità con cui si richiama l'iron sight dà sicuramente un piccolo vantaggio rispetto a chi usa un pad tradizionale.

Un particolare dei grilletti prolungati.

La nostra versione del pad era equipaggiata con i grilletti maggiorati che prolungano di un buon tre centimetri l'impugnatura rispetto a quelli standard: si tratta di una soluzione che viene in aiuto a chi ha le mani grandi ma preferisce una presa più ampia e avvolgente rispetto al normale, magari con l'aiuto anche del medio.

L'ultima feature esclusiva riguarda le due levette nella parte inferiore: la corsa è quasi inesistente e permette un'attivazione immediata delle funzioni di X e O. Nella parte finale sono leggermente ricurve e caratterizzate da una zigrinatura che migliora la presa del medio in modo considerevole. Anche questa soluzione è di alto livello per la cura dei dettagli con cui è stata implementatala. La lunghezza è perfettamente calibrata e gli anulari delle mani della maggior parte degli utenti ci si appoggiano sopra naturalmente rendendo la pressione molto immediata e intuitiva. Ci si deve abituare tuttavia ad usarli perché la loro presenza cambia in modo considerevole l'impugnatura complessiva del joypad e nei primi tempi è facile attivarli inavvertitamente. Anche in questo caso è possibile agire sulle due viti di fissaggio per smontarli quando non servono, operazione piuttosto semplice e abbastanza veloce che permette anche di cambiarne leggermente la posizione allungandola o accorciandola a seconda delle necessità.

Queste sono in sintesi le differenze che abbiamo sperimentato con questo Infinity 4PS e complessivamente disegnano il quadro di un prodotto estremamente raffinato che ha la sua ragion d'essere nello spingere al massimo le potenzialità di un pad tradizionale, permettendo all'utente di adattarlo alle proprie necessità. La riprova delle eccellenti prestazioni di cui è capace l'Infinity 4PS l'abbiamo avuta quando siamo tornati all'utilizzo del pad standard: si percepiva nettamente la mancanza delle caratteristiche che lo rendono un prodotto di altissimo livello, in grado migliorare nettamente l'esperienza di gioco sotto due aspetti in particolare.

La precisione e adattabilità delle levette analogiche, derivante dalla possibilità di cambiare al volo forma e lunghezza, unita al grip eccezionale della parte superiore lo rendono indubbiamente il miglior pad per PS4 su piazza. Ottime sono anche le regolazioni dei grilletti anche in questo caso per adattarsi tra sparatutto o giochi di guida, mentre non tutti possono apprezzare le levette nella parte inferiore perché, per quanto utili in determinate situazioni, cambiano l'ergonomia del pad in modo considerevole.

I due paddle per assegnare l'attivazione di funzioni normalmente gestite dal pollice destro: la chiavetta con il logo Scuf permette di programmare i paddle, nel caso abbiate attivato quest'opzione nel configuratore.

In un mondo ideale questo Infinity 4PS sarebbe sicuramente il pad che consiglieremmo di comprare a chiunque per la propria PlayStation 4: realizzato in modo impeccabile e caratterizzato da una serie di soluzioni tecniche che trasudano attenzione al dettaglio da ogni singolo centimetro quadrato. Tuttavia, questa qualità ha un prezzo che nel caso del nostro modello, caratterizzato dall'attivazione di quasi tutti gli optional (mancava solo il disco al posto dei quattro tasti direzionali e la configurazione dinamica dei paddle nella parte inferiore) arrivava a 218 euro.

Una cifra esclusivamente alla portata dell'utenza console più hardcore, in particolare i giocatori intenzionati a non scendere ad alcun genere di compromesso quando si tratta del sistema di controllo, soprattutto nel gaming online, in cui accorgimenti di questo tipo possono fare la differenza nelle prestazioni competitive. Anche rinunciando ad alcune feature relative ai grilletti, alla colorazione e al grip si riesce a contenere la spesa intorno ai 170 euro, ma questo non basta a salvarlo dalla decurtazione di un 10 in pagella più che meritato che avremmo assegnato volentieri a quello che attualmente è il miglior joypad in circolazione per la console di Sony.

8 / 10
Avatar di Matteo Lorenzetti
Matteo Lorenzetti: Dopo dieci anni di The Games Machine, approda finalmente alla redazione di Eurogamer.it. Onnivoro per quanto riguarda i generi, predilige sparatutto, giochi di guida ed RTS.

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