Serious Sam Siberian Mayhem Recensione: Alieni in Siberia, sei serio?
Un'espansione standalone oltre Serious Sam 4.
Serious Sam è uno di quei giochi che o lo odi o lo ami. Nato all'inizio del nuovo millennio nell'epoca in cui i primi sparatutto 3D iniziavano a dettare la legge su PC, si è distinto immediatamente da totem come Doom e Quake per il suo approccio umoristico, irriverente e scanzonato, ma non solo.
Serious Sam offriva ambientazioni super estese per l'epoca, con scontri a fuoco che raggiungevano distanze di 1km. "Why So Serious?" è divenuto il motto del gioco che ha poi dato via a una serie che si è protratta fino ai giorni nostri tra sequel, prequel e spin-off.
Durante questo ventennio, la serie ha goduto del supporto da parte di una comunità di modder e appassionati del tutto invidiabile e sempre viva e in crescita. Il team di sviluppo Croteam ha riconosciuto e premiato nel tempo questi fan affezionati, permettendo per esempio il workshop e inglobando diverse feature dedicate alle mod in SS3 BFE e in SS4, ma questa volta si è andati ben oltre. Serious Sam Siberian Mayhem è infatti il primo gioco realizzato da Croteam in collaborazione con un gruppo di modder e fan riuniti sotto l'etichetta Timelock Studio.
Non si tratta di un gioco del tutto nuovo ma di un'espansione standalone che utilizza lo stesso engine di Serious Sam 4 con qualche miglioria e rifinitura. E in effetti performance, livello grafico, dinamiche di gameplay e fisica sembrano molto simili a quelle del gioco base. Cambia invece decisamente l'ambientazione, che stavolta esplora le ostili e gelide lande siberiane, ovviamente con una storia nuova di zecca.
Sam "Serious" Stone è ancora una volta impegnato a combattere l'invasione aliena dell'Orda di Mental. Contava sull'appoggio del generale Howard Brand, a capo dell'esercito Alien Acquisition Team. Quest'ultimo però si fa corrompere dal potere del Sacro Grail, reliquia che avrebbe dovuto aiutare i nostri eroi nel sovvertire le sorti della guerra. Brand passa quindi tra le fila dei malvagi e Sam si ritrova nuovamente solo, con i suoi soli fucili a pompa e contro una sterminata orda di malvagi e instancabili alieni, nella folle impresa di raggiungere Tunguska.
Ora, c'è da dire che questa serie non ha mai fatto della storia un elemento cardine. Serious Sam è uno sparatutto in prima persona vecchia scuola, e sebbene nel tempo abbia aggiunto elementi come la progressione del personaggio, le quest secondarie e altri parametri per adattarsi al cambiamento dei tempi, l'esperienza chiave è proprio quella della sparatoria frenetica e brutale. La storia è quindi un pretesto per lanciarsi nella guerra. Niente NPC, niente dialoghi o cose simili. L'azione è ancora una volta il tutto.
Essendo questa un'espansione, non ci aspettavamo novità eccezionali. Come avevamo evidenziato nella recensione di Serious Sam 4, il gioco è distante dagli standard degli FPS moderni. E se franchise ugualmente longevi come Doom o Wolfenstein hanno saputo reinventarsi e ammodernarsi, Serious Sam è voluto rimanere più fedele alla sua formula, pur con tutti i suoi limiti come la legnosità delle animazioni e la penuria di elementi di contorno. Manca infatti persino il gioco competitivo. Tuttavia, ci sono anche delle novità, grazie anche all'apporto del team di modder.
Innanzitutto ci sono quattro nemici tutti nuovi, tra cui la temibile Octanian Sentry Tower, una delle minacce più insidiose mai viste in tutta l'intera serie. Poi ci sono anche nuove varianti di nemici già conosciuti come gli Octanian Drone, che propongono lo stesso pericolo dei kamikaze a due teste, ma stavolta dal cielo. Abbiamo anche nuove armi e gadget: nella Russia della Guerra Fredda non poteva mancare certo un AK-47, molto utile quando i nemici sul campo arrivano a decine da tutti i lati, e ci sono anche chicche interessanti come lo scooter overboard.
Una delle cose che ha sempre reso unica questa serie è il senso di smarrimento e la paura quando arrivano ondate di nemici. Quando tutto sembra apparentemente tranquillo, basta aprire una cassa o cliccare un interruttore per far scatenare l'inferno. Orde di nemici arrivano da tutti i lati urlando o facendo versi disumani (o per l'appunto extraterrestri): farsi sopraffare dallo sconforto è facile, prevale un senso d'impotenza e chi si ferma è perduto. Infatti, in Serious Sam bisogna muoversi in continuazione per salvare la pelle, non basta sparare nemmeno possedere le armi più potenti, e nemmeno due per volta. Il volume di fuoco è semplicemente insufficiente alle orde di nemici.
In Siberian Mayhem questo aspetto cardine del gameplay è più forte che mai. Le lande siberiane sono davvero sconfinate e avventurarsi alla ricerca di segreti e easter egg è divertente tanto quanto pericoloso. Non c'è mai la sensazione di sentirsi al sicuro, e appena parte la musichetta in background state certi che dopo qualche secondo qualcosa di terribile spunterà sul campo visivo!
L'esplorazione è molto importante per andare alla ricerca di potentissime armi e accessori, e di sfere speciali che possono essere utilizzate per sbloccare nuove abilità nell'albero skill, come impugnare due armi dello stesso tipo, abilitare il loot dai nemici sconfitti o infierire maggiori danni quando la salute è bassa.
Dal punto di vista tecnico, il motore di gioco non è cambiato quasi per nulla rispetto al gioco base e quindi il look rimane quello. Anche impostando i dettagli al massimo, la grafica non è paragonabile a FPS come Doom Eternal o Battlefield 2142, ma a rimanere indietro è soprattutto la fisica dei materiali, volutamente irrealistica come nei primi capitoli della serie.
Tuttavia, le performance non sono alte come ci saremmo aspettati. Sulla configurazione di test composta da Ryzen 7 1700x, 16GB DDR4 e RTX 3060 Ti, ben oltre i requisiti consigliati, il frame-rate medio sta sui 60-70fps, con cali nella sfera dei 45-50fps nelle situazioni più concitate e piene di esplosioni.
Qualcosa però non quadra, e infatti abbiamo notato tramite MSI Afterburner che la GPU viene sfruttata quasi sempre a non più del 50%, e siccome non siamo in situazioni di CPU bound (ogni core impegnato al massimo al 30% e anche impostando i dettagli CPU al minimo non cambia nulla), viene da pensare a un ovvio problema di cattiva ottimizzazione. Questo è davvero un peccato e un problema per un FPS che fa della frenesia e della velocità i suoi punti cardine.
La campagna consiste di cinque livelli che si possono completare in 5-6 ore a seconda del livello di difficoltà scelto. Come i suoi predecessori però, anche Siberian Mayhem è un gioco difficile, e anche ai livelli di difficoltà più bassi è frequente morire. La vera sfida però è completare il gioco con la difficoltà massima o con una speedrun.
Cimentandovi in queste sfide aggiuntive potreste tranquillamente arrivare a decine di ore di gioco andando a sopperire la longevità di base non proprio eccezionale. Manca il competitivo ma almeno ci sono una modalità cooperativa adrenalinica e divertente, e la solita modalità survival.
Come dicevamo in apertura, Serious Sam è un gioco che lo si ama o lo si odia, e quest'ultimo capitolo non fa eccezione. Pur aggiungendo qualche novità e un'ambientazione tutta nuova che offre location storiche e caratteristiche, il gameplay rimane praticamente lo stesso e il gioco non è aggiornato agli standard degli fps moderni.
Questo lo si può vedere come un male ma a nostro avviso è anche la sua salvezza, rendendolo un prodotto per certi versi unico, destinato a una fetta di pubblico affezionato che si concentra sul gameplay dello sparatutto puro senza badare ai fronzoli. Questa espansione standalone è venduta a un prezzo abbordabile e i possessori di SS4 hanno pure diritto a uno sconto. Peccato per i problemi di performance, altrimenti sarebbe consigliabile a un pubblico più ampio dei soli fan della serie.