Shadow of the Beast, a volte ritornano - prova
Un classico del passato si reincarna su PS4.
Londra - Una surreale presentazione da parte di Matt Birch, un veterano dell'industria che ha riunito alcuni suoi colleghi per formare Heavy Spectrum Entertainment Labs, ci ha fatto scoprire quanto amore possa provare una persona per un gioco come Shadow of the Beast.
Il vecchio action/platform targato 1989, infatti, sembra essere una sorta di ossessione per Birch, che da ben 25 anni sogna di riportare in vita questa serie, immaginando nuove ambientazioni e battaglie per lo spietato Aarbron, il protagonista del gioco.
Una passione estrema, che quasi lo porta alle lacrime mentre osserva i suoi bozzetti divenuti realtà, che rompe la sua voce mentre descrive un artwork o un dettaglio del gameplay e che quasi lo fa saltare di gioia durante qualche combo ben concepita.
Noi lo guardavamo un po' esterrefatti, ma evidentemente Shadow of The Beast è un gioco capace di scatenare queste forti emozioni, dato che anche il nostro Stefano Silvestri ha fatto outing e dichiarato di aver comprato un Amiga quasi solo per poter giocare a questo classico di Psygnosis.
Tornado al gioco provato durante il Digital Gaming Showcase di Sony, possiamo dirvi che lo sviluppatore ha provato a riprendere gli elementi essenziali del gioco originale per rivisitarli in chiave moderna. In questo modo è stata mantenuta l'impostazione da action/platformer in due dimensioni con un accenno di esplorazione, ma contemporaneamente la grafica è stata potenziata in modo da rispettare gli standard del 2015 e sfruttare la potenza messa a disposizione da PS4. Il gameplay è stato arricchito con un sistema di mosse, parate e contrattacchi che dovrebbe rendere più profondo e meno monotono il sistema di combattimento.
Sfortunatamente i risultati ottenuti da Heavy Spectrum Entertainment Labs sono a corrente alternata. Il motore grafico, infatti, mette in mostra alcuni effetti piuttosto pregiati come l'illuminazione e le trasparenze che rendono alcuni scorci di Karamoon, questo il nome della terra nella quale Shadow of the Beast è ambientato, molto evocativi. Un caldo sole sullo sfondo e i forti contrasti ricordano un po' Outland e non possono che essere apprezzati da tutti.
A fare da contraltare troviamo un comparto animazioni piuttosto impacciato e legnoso, incapace di dare varietà e carattere sia al protagonista che agli avversari, oltre che una direzione artistica non particolarmente ispirata, che alterna scenari piuttosto spogli ad altri ben architettati.
Allo stesso modo tutte le abilità a disposizione del protagonista sono mortificate da una risposta ai comandi un po' troppo lenta che impedisce al gioco di mettere in mostra un gameplay pulito e preciso in grado di entusiasmare gli appassionati del genere.
La possibilità di eseguire contrattacchi o parate perfetti, infatti, dipende dal tempismo con il quale si preme il tasto corrispondente, cosa non sempre possibile vista, come si diceva, la lentezza nella risposta dei comandi. Questo è legato a delle animazioni un po' troppo lunghe che non è possibile interrompere e che quindi devono essere completate prima di poter dare il via alla mossa successiva.
Tecnicismi a parte, il risultato è quello di un gioco che non fa ciò che gli viene detto, e che per questo motivo risulta meno divertente e viscerale di come dovrebbe essere un gioco con un tale tasso di violenza .
Shadow of the Beast, infatti, vi mette nei panni di un violento guerriero in lotta contro il malvagio tiranno Maletoth. Per raccogliere sufficiente potere per affrontare il suo mortale nemico, Aarbron assorbe il sangue degli avversari smembrati. In questo modo carica un indicatore di rabbia con il quale far partire una sequenza di Quick Time Events grazie alla quale far fuori i nemici attraverso una letale e spettacolare combo.
A dispetto di un'impostazione dichiaratamente a singolo giocatore, Heavy Spectrum Entertainment Labs ha pensato di creare una modalità multiplayer asincrona con la quale sfidare i propri amici a chi esibisce la tecnica di combattimento più efficace e brutale.
Va comunque detto che quella presentata durante il Digital Gaming Showcase era una versione pre-alpha del gioco e che quindi, teoricamente, c'è ancora tutto il tempo per aggiustare il tiro di questa produzione.
Alcuni elementi mostrati, come la grafica o la varietà del sistema di combattimento, infatti, sono piuttosto pregevoli, ma questo genere di giochi non può prescindere da una risposta ai comandi precisa e puntuale.
Sicuramente Matt Birch e il suo team non lesineranno in passione e dedizione nel cercare di sistemare la situazione e per questo motivo non vediamo l'ora di ridargli un'occhiata durante i prossimi eventi come l'E3 2015.
Perlomeno per dare ai tanti vecchi fan là fuori la speranza che la loro serie preferita stia per tornare.